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Le magnifiche 7: le donne leader dei Paesi che resistono meglio alla pandemia

Dalla Danimarca di Mette Frederiksen alla Nuova Zelanda di Jacinta Ardern, ecco come gli Stati con una leadership femminile hanno gestito l’emergenza-Coronavirus. 

Dalla Danimarca di Mette Frederiksen alla Nuova Zelanda di Jacinta Ardern, ecco come gli Stati con una leadership femminile hanno gestito l’emergenza-Coronavirus. 

Per quanto riguarda la pandemia di Covid-19, L’Italia sembra (incrociamo le dita) essersi ormai messa il peggio alle spalle. Il dubbio però rimane: il nostro Paese, che ha adottato il famigerato e tanto criticato lockdown, ha gestito bene oppure no l’emergenza-Coronavirus?

Chi sono le donne leader dei Paesi che hanno fronteggiato meglio la pandemia?

Senza nulla togliere al premier Conte, dando un’occhiata all’estero appare lampante come gli Stati che hanno resistito meglio alla pandemia siano governati da donne. Ecco quali sono, le rispettive leader e le misure adottate.

Danimarca – Mette Frederiksen

Foto:Mette Frederiksen/Facebook

La Danimarca è stato il secondo Paese europeo (dopo l’Italia) ad adottare il lockdown: una misura drastica che ha frenato il numero dei contagi e, di conseguenza, dei decessi. Il tutto con ripercussioni limitate sulle finanze delle famiglie: in attesa della ripresa vera e propria (hanno già riaperto asili e scuole, parrucchieri, dentisti e fisioterapisti), lo Stato garantisce il 90% dello stipendio a chi è costretto a rimanere a casa. Da sottolineare come la premier Mette Frederiksen abbia deciso di dedicare un’intera conferenza stampa in streaming ai bambini, rispondendo in diretta ai loro quesiti.

Finlandia – Sanna Marin

Foto:Sanna Marin/Facebook

La Finlandia si distingue per il tasso di mortalità più basso rispetto al resto d’Europa: la premier Sanna Marin ha dichiarato lo stato d’emergenza il 16 marzo, quando i casi di contagio erano ancora pochi, decidendo la chiusura di scuole, musei, bar e ristoranti, stanziando al tempo stesso fondi per sanità e welfare. Indovinata poi la decisione di isolare dal 27 marzo la regione di Uusimaa, la più popolosa del Paese, in cui era stata registrata una progressione dei contagi, nonché quella di invitare gli influencer a diffondere informazioni precise sui comportamenti da adottare per arginare la pandemia.

Germania – Angela Merkel

Foto: Mykhaylo Palinchak/123RF

La cancelliera Angela Merkel ha agito con decisione, sottolineando fin da subito la gravità della situazione. In Germania i test con i tamponi sono iniziati subito, i cittadini hanno agito in modo responsabile e così adesso, come annunciato dal ministro della salute Jens Spahn, la pandemia è sotto controllo. Senza alcun affanno per i reparti di terapia intensiva, che si possono ‘permettere’ di ospitare persino pazienti provenienti dall’Italia, mentre nei vari Land proseguono le aperture delle attività commerciali.

>>Leggi anche: "Coronavirus: le donne in prima linea"

Islanda - Katrín Jakobsdóttir

Foto:Katrín Jakobsdóttir/Facebook

Lo Stato guidato da Katrín Jakobsdóttir ha iniziato a testare la popolazione all’inizio di febbraio, facendo tamponi anche agli asintomatici: il risultato è un alto tasso di infezione (1 ogni 205 abitanti), ma al contempo un numero di decessi davvero basso, ovvero 10 al 20 di aprile. Facendo la proporzione (l’Islanda ha poco più di 360 mila abitanti), è come se in Italia fossero morte con Coronavirus 1800 persone. Tutto ciò evitando l'isolamento forzato e persino la chiusura delle scuole.

Nuova Zelanda – Jacinta Ardern

Foto:Jacinta Ardern/Facebook

All’insorgere dei primi casi di Covid-19 nel Paese, Jacinda Ardern ha imposto l'auto-isolamento alle persone che entravano in Nuova Zelanda, optando per il lockdown il 26 marzo. Eliminare e non contenere il contagio: la strategia si è rivelata vincente visto che al 20 aprile il Paese, con una popolazione che sfiora i cinque milioni di abitanti, registra meno di 1500 contagi e appena 13 morti con Coronavirus. Uno dei tassi di mortalità più bassi al mondo.

Norvegia - Erna Solberg

Foto:Erna Solberg/Facebook

«Va bene avere paura quando succedono tante cose contemporaneamente. Anche se la vostra scuola è stata contaminata, le cose andranno bene»: anche la premier norvegese Erna Solberg ha parlato ai bambini in conferenza stampa. In generale, la Norvegia ha adottato una strategia simile a quella della Danimarca e opposta rispetto alla Svezia: un mese di lockdown e poi via con la fase 2, caratterizzata da graduali riaperture. I bambini, ad esempio, sono già tornati nelle scuole materne.

Taiwan - Tsai Ing-wen

Foto:Tsai Ing-wen/Facebook

Mentre il resto del mondo minimizzava, già a dicembre il Paese guidato da Tsai Ing-wen varava numerose misure anti-contagio, iniziando a tracciare con l’uso di tecnologie gli spostamenti dei cittadini, in particolare di quelli provenienti dalla Cina. Taiwan ha poi tutelato la popolazione non solo bloccando le esportazioni di dispositivi medici e di protezione, ma aumentandone la produzione. Questo ha permesso di evitare il lockdown, di limitare le conseguenze della pandemia (appena sei decessi) e, persino, di inviare successivamente dieci milioni di mascherine negli Stati Uniti e in Europa.

Foto apertura:Mykhaylo Palincha/ 123RF