Prevenzione
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Come riconoscere il burnout, ovvero l'esaurimento da lavoro

I frenetici, i consumati, i sottoutilizzati: ecco come riconoscere il proprio rischio di burnout

I frenetici, i consumati, i sottoutilizzati: ecco come riconoscere il proprio rischio di burnout

Il lavoro occupa la maggior parte della nostra vita e spesso è proprio il lavoro a farci sentire stremati, di pessimo umore, senza forze, per dirla con una sola parola “burnout”, ovvero bruciati, esauriti. Il termine inglese indica appunto il sovraffaticamento da lavoro.

Una recente indagine condotta dall’Università di Saragozza su 400 impiegati, rivela come è possibile capire a che tipo di “esaurimento”si va incontro valutando elementi socio demografici e il tipo di impiego.

Secondo questo studio, pubblicato sulla rivista BMC Psychiatry, i profili da sindrome da burnout sono tre: i frenetici, i consumati, i sottoutilizzati.

Chi sono i frenetici:

  • lavorano più di 40 ore a settimana
  • sono soggetti molto coinvolti nel lavoro
  • molto ambiziosi
  • hanno molti impegni e doveri lavorativi
  • chi ha più di un lavoro o un contratto a tempo determinato (l’ansia di trovare un impiego a tempo pieno provoca burnout da frenesia)

I frenetici hanno un rischio di andare incontro a burnout sei volte maggiore rispetto a chi lavora meno di 35 ore, secondo i dati raccolti.

Chi sono i consumati:

  • svolgono lo stesso lavoro da tanto tempo
  • si sentono privi di responsabilità
  • credono che il loro valore non sia riconosciuto e apprezzato
  • si annoiano sul lavoro

Chi svolge da oltre 16 anni lo stesso lavoro è 5 volte più a rischio di burnout rispetto a chi cambia impiego o mansione ogni quattro anni.

 

Chi sono i sottoutilizzati:

  • svolgono impieghi monotoni e noiosi
  • sono privi di opportunità di carriera
  • sono nella maggior parte uomini perché le donne riescono a “mantenere le distanze” e a non farsi coinvolgere dall’azienda per cui lavorano

Secondo l’indagine, il personale amministrativo  e dei servizi è 3 volte più a rischio burnout da sottoutilizzato rispetto a docenti e ricercatori.

Anche il tipo di formazione o istruzione ha la sua influenza. Chi ha studiato troppo o troppo poco ha lo stesso rischio di burnout. I primi perché finiscono per pensare di aver investito troppo nella carriera più di quanto ricevono in cambio, i secondi perché spesso devono accettare lavori che richiedono scarsa qualificazione con conseguente scarso riconoscimento del loro impegno.

Quali i sintomi da burnout?

  • Scarsa produttività ed efficienza
  • Disinteresse

Fonte: Corriere.it

Tipsby Dea

Come salvarsi?

Aiuta moltissimo avere una famiglia, una relazione serena e un figlio. A fine giornata lavorativa questi elementi fungono da airbag. Ci si può focalizzare su altro e lasciare alle spalle lo stress da lavoro.