Prevenzione
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Prurito al seno: quali sono le cause più comuni?

Il prurito al seno è un sintomo molto diffuso e fastidioso che si localizza perlopiù intorno ai capezzoli, zona particolarmente delicata, sensibile e ricca di terminazioni nervose. Questo disturbo si manifesta principalmente nelle adolescenti e nelle donne, tuttavia può interessare anche gli uomini e i ragazzi nella fase della pubertà.

Prurito al seno: quando è bene rivolgersi a uno specialista

Se il sintomo è lieve e sporadico generalmente non deve destare particolare preoccupazione. Tuttavia, è bene non sottovalutare la sintomatologia soprattutto se associata ad alterazioni cutanee locali.

In tal caso, se si riscontrano anche rossore, particolari anomalie nella forma dei capezzoli, variazioni cutanee o secchezza eccessiva, presenza di secrezioni o noduli e linfonodi ascellari ingrossati è bene rivolgersi ad uno specialista per una visita accurata.

Le possibili cause del prurito al seno

Le fluttuazioni ormonali sono tra le principali cause del prurito al seno. Il corpo femminile, infatti, è soggetto ad oscillazioni ormonali che, in età fertile, sono legate alle varie fasi del ciclo mestruale. Esse determinano, quindi, delle variazioni a livello della ghiandola mammaria che può apparire tesa, pruriginosa e dolorante.

Anche le irritazioni locali sono dei fenomeni molto comuni. Se la pelle del seno o i capezzoli sfregano contro tessuti ruvidi o vengono a contatto con fibre sintetiche, infatti, si possono verificare fastidiose allergie, prurito e arrossamenti.

In fase di allattamento, inoltre, le ghiandole mammarie aumentano di volume e diventano molto sensibili, generando talvolta una spiacevole sensazione di tensione, fastidio o dolore.

In alcuni casi più seri, però, possono verificarsi delle mastiti, ossia delle infezioni batteriche che causano prurito, fitte dolorose, gonfiore, ma anche febbre e brividi e che necessitano di cure mediche.

Infine, anche il carcinoma mammario può manifestarsi con una spiacevole sensazione di prurito al seno. Tuttavia, questo sintomo è quasi sempre associato anche ad altri campanelli d’allarme quali, ad esempio, la presenza di un nodulo sottocutaneo, la retrazione del capezzolo, anomale secrezioni o l’ingrossamento dei linfonodi ascellari.

Foto d'apertura: Vladimir Gjorgiev © 123RF.com