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Sindrome della dea oltraggiata: cos'è e come uscirne

In cosa consiste la cosiddetta sindrome della dea oltraggiata, come riconoscerla e come fare ad aiutare chi ne soffre.

In cosa consiste la cosiddetta sindrome della dea oltraggiata, come riconoscerla e come fare ad aiutare chi ne soffre.

Di recente, abbiamo parlato di un podcast sull'amore intitolato Amore non è amare, dove, partendo da un gioco di parole, i fratelli Vitiello di Radio Deejay ci raccontano l’amore e le sue insidie con il supporto della dottoressa Ombretta Cecchini, psicoterapeuta esperta in sessuologia e tematiche relazionali. Tra gli argomenti trattati, il nostro interesse si è posato sulla sindrome della dea oltraggiata (episodio 14), della quale non è stato scritto molto finora. Di cosa si tratta? Come si riconosce e cosa si può fare per aiutare una persona che ne soffre?

Cos'è la sindrome della dea oltraggiata 

Si parla di sindrome della dea oltraggiata in riferimento alle divinità dell’Olimpo, come Afrodite o Artemide, che, quando non venivano onorate, quindi si sentivano oltraggiate, si vendicavano, considerandolo una grave mancanza di rispetto. “Come hai osato…” può essere la frase che riassume perfettamente l'esordio di questo comportamento.

I sintomi

Ma come si manifesta la sindrome della dea oltraggiata? Partiamo dal quadro dei cosiddetti "sintomi" o caratteristiche che possiede chi ne soffre. La dea oltraggiata (che non è necessariamente di sesso femminile) possiede 5 caratteristiche:

  1. eccessivo orgoglio;
  2. presunzione, quindi pensare che tutto le sia dovuto;
  3. assenza di empatia;
  4. superficialità;
  5. tendenza a dare ordini e a comandare.

Si tratta di una persona che ha difficoltà ad accettare che gli altri non siano sempre disponibili ad accogliere le sue richieste, che ha bisogno di essere sempre considerata. Ogni no viene subito interpretato come una mancanza di rispetto.

Questi soggetti hanno in genere pretese esagerate da parte degli altri e provano costantemente rancore: per questo motivo finiscono quasi sempre col rimanere delusi. Le continue delusioni, però, non li portano a interrogarsi sul fatto che forse hanno troppe aspettative, solitamente poco realistiche.

Come riconoscere una dea oltraggiata

Gli adulti con la sindrome della dea oltraggiata sono stati bambini che non hanno avuto limiti da parte dei loro genitori o che ne hanno avuti troppi, quindi che non sono abituati alle frustrazioni o ne hanno subite talmente tante che non ne accettano più.

Di conseguenza, non riconoscono o non accettano i limiti e credono che tutte le loro richieste debbano essere realizzate a tutti i costi dagli altri. Hanno un bisogno di risarcimento rispetto a quello che hanno vissuto durante l'infanzia. Sono, inoltre, individui che rischiano di diventare dipendenti.

Quando una persona con questa sindrome si sente oltraggiata, ha delle reazioni violente, quindi di rabbia esplosiva, vendetta e punizioni esemplari e, soprattutto, di colpevolizzazione degli altri. Nel momento in cui viene allontanata dagli altri, invece, non ne capisce il motivo e si giustifica dicendo che sono gli altri a non capire nulla perché invidiosi.

Chi si può innamorare di una dea oltraggiata?

La dea oltraggiata attrae in genere:

  • i dipendenti affettivi, in quanto, a prima vista, dà l’idea di una persona sicura di sé;
  • le persone sottomesse, che soffrono di masochismo emotivo;
  • chi è disposto a sopportare le critiche;
  • chi è abituato a vivere all’ombra del partner.

Come si aiuta una dea oltraggiata?

Come si riporta una persona con la sindrome della dea oltraggiata con i piedi per terra? Secondo la dottoressa Cecchini, bisogna usare l’ironia perché è molto raro che si renda conto di stare esagerando. Una buona risposta alle continue richieste di attenzioni potrebbe per esempio essere la frase “Sono disponibile, ma non a disposizione”, per mettere un freno alle aspettative irrealistiche e alle pretese eccessive di queste persone.

Bisogna però andarci piano con le parole: un’espressione come “scendi dal piedistallo”, infatti, la farebbe accendere ancora di più, proprio perché non sopporta le critiche. Possiamo allora chiederci: una dea oltraggiata può riuscire ad avere consapevolezza del suo stato e provare a cambiare?

La risposta non è univoca. Una persona cara potrebbe farle notare, con tanta delicatezza e amore, che sta esagerando, ma la mancanza di empatia potrebbe impedire al soggetto in questione di mettersi nei panni dell’altro e avere percezione del suo modo di essere.

La soluzione potrebbe essere un percorso di terapia cognitivo-comportamentale, che potrebbe aiutarla a ridimensionare le sue pretese sul mondo.

Foto di apertura: Immagine di stockking su Freepik