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Mehndi: la storia e la tradizione dei tatuaggi all'henné

Ripercorriamo insieme tutta l'affascinante storia del Mehndi, che dagli uomini primitivi è arrivata sino a noi e che da secoli, ormai, è un vero e proprio culto in India e in altri paesi d'Oriente.

Ripercorriamo insieme tutta l'affascinante storia del Mehndi, che dagli uomini primitivi è arrivata sino a noi e che da secoli, ormai, è un vero e proprio culto in India e in altri paesi d'Oriente.

Avete mai sentito parlare del Mehndi? Questo termine hindi indica quello che più comunemente chiamiamo tatuaggio all’henné. Non semplicemente il tatuaggio temporaneo che in molti, ormai, si fanno per moda, ma quello tipico della tradizione indiana e, in parte, anche africana, realizzato con il tipico henné naturale rosso.

Una pratica antica, inizialmente concessa solo a re e sacerdoti, fino a diventare un importante rito nuziale, simbolo di protezione e fortuna per la coppia di sposi. Ma andiamo a ripercorrere insieme tutta la storia e la tradizione del Mehndi, l’antico e affascinante tatuaggio all’henné naturale.

 

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Mehndi: storia e origine

Sembra che le origini del mehndi e del tatuaggio all’henné risalgano, addirittura, all’uomo primitivo: le popolazioni del Sahara, a quanto raccontano gli storici, erano soliti usare questa pianta a scopi medicinali e per realizzare dei tatuaggi in prossimità degli eventi sacri o di altre feste importanti. Il Mehndi fu usato in Mesopotamia, dagli Ebrei e dagli Egizi. In Cina veniva utilizzato per decorare le unghie, in Vietnam per colorare i denti e solo nel XII secolo questa pianta raggiunse l’India, conquistandola.

Gli usi in India e in Medio Oriente

In India, ma anche in Pakistan ed in altre zone del Medio Oriente, il mendhi rappresenta un cerimoniale immancabile prima di un matrimonio o di qualche altra importante festa. Il tatuaggio all’henné rosso naturale si realizza solitamente sulle mani e sui piedi, con l’aiuto di alcuni stencil o a mano libera.

Come si fa il Mendhi?

Il classico impasto dell’henné è a base di foglie essiccate di questa pianta, triturate e rese polvere, unite ad acqua tiepida e ad un cucchiaio di succo di limone. Alcuni tatuatori aggiungono anche del caffè del té e degli oli essenziali, per fissare il colore e donargli un particolare profumo. Dopo aver applicato l’henné sulla pelle, una volta terminato il disegno, si lascia essiccare la miscela naturale, si ricopre di zucchero e limone e si benda la parte tatuata per farla asciugare e per nutrire a fondo la pelle.

Mehndi: un rito che diventa moda anche in occidente

Con il tempo l’affascinante tradizione del tatuaggio all’henné è arrivata fino a noi e divenuta una moda. In India, in Pakistan e in alcune zone dell’Africa Mediterranea continua ad essere un vero e proprio rito, ma anche in questi luoghi, le cose negli anni sono un po' cambiate e il mehndi è divenuto un tatuaggio sempre più alla moda.

 

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Glitter, gemme e miscele colorate, negli ultimi anni hanno rivoluzionato il culto indiano del mehndi e tanti sono coloro che nei paesi orientali (e non solo) decidono di tatuarsi con questa pianta naturale, anche se non sono in procinto di sposarsi o di vivere un qualunque altro importante evento.

Tutti, insomma, possono ormai avvicinarsi alla tecnica del Mehndi, magari anche solo per togliersi lo sfizio di avere un tatuaggio per 3, al massimo 4, settimane.

Foto di apertura © kongxinzhu / 123rf