Giardinaggio
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Come coltivare il tartufo

Qualche consiglio utile per imparare a coltivare uno degli alimenti più pregiati e costosi della produzione alimentare italiana: il tartufo.

Qualche consiglio utile per imparare a coltivare uno degli alimenti più pregiati e costosi della produzione alimentare italiana: il tartufo.

Il tartufo è di sicuro uno dei più rinomati alimenti della nostra produzione alimentare ma non è propriamente semplice coltivarlo: si tratta infatti di un fungo sotterraneo che vive in simbiosi con le radici di determinate piante da cui riceve sostanze nutrienti.

Per questa ragione è necessario ricreare artificialmente le condizioni idonee per consentirne la crescita ovvero attuando la tecnica della micorizzazione che consiste nel lasciare le radici della pianta scelta a contatto con le spore del tartufo che si intende coltivare.

Nel nostro paese la coltivazione dei tartufi è iniziata intorno agli anni ottanta ottenendo risultati eccellenti per quanto riguarda la specie di tartufi neri seguiti dal tartufo estivo e dal bianchetto: purtroppo la coltivazione dei tartufi bianchi ha dato risultati finora deludenti

E’ possibile acquistare presso vivai specializzati piante micorizzate di ottima qualità e provviste di certificazione rilasciata dalle Università o da altri enti preposti onde evitare di incappare in truffe come purtroppo è già accaduto in passato.

I tartufi per crescere necessitano di un terreno ed un clima particolari: prima di iniziare una coltivazione è bene informarsi se il terreno su cui si vuole avviare la coltivazione è davvero idoneo. In particolare vanno scartati i terreni troppo compatti o che presentano una ridotta profondità, con un Ph acido e privi di calcio.

Una volta individuato il terreno adatto si procede a prepararlo ripulendolo da arbusti, pietre e radici e si procede a livellarlo ed ad ararlo in modo da poter impiantare le piantine micorizzate: vanno create delle corsie distanti tra loro almeno 5 metri e tra ogni piantina e l’altra deve esserci uno spazio di almeno tre metri.

La messa a dimora delle piantine micorizzate va effettuata da fine autunno a primavera quindi il periodo che va da novembre alla fine di maggio è l’ideale: durante i mesi di intenso caldo estivo occorrerà effettuare abbondanti irrigazioni.

E’ altresì importante eliminare piante infestanti e parassiti che potrebbero compromettere lo sviluppo dei tartufi ma occorre farlo evitando assolutamente di usare diserbanti, pesticidi e concimi.

Tra la messa a dimora delle piantine e la maturazione della tartufaia trascorre un periodo di tempo che può variare dai 2 ai 7 anni: ad esempio la produzione a pieno ritmo del tartufo nero comincia di norma tra il tredicesimo ed il quindicesimo anno per cui bisogna armarsi di tanta pazienza.

Foto © luca manieri - Fotolia.com

Tipsby Dea

Le piante amiche del tartufo

Le principali piante con cui il tartufo riesce ad instaurare un rapporto di simbiosi sono la roverella, la farnia, il cerro, il leccio, il carpino nero, il nocciolo, il tiglio, il pino domestico, l’ulivo, il ginepro, la ginestra, il biancospino, il ciliegio, la sanguinella, la rosa canina, il sambuco, il falasco, il lampone selvatico e l’ortica.