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The killing di BirdLife International 2015: il caso Italia

In base ai dati forniti dal The killing di BirdLife International 2015, l’Italia occupa la seconda posizione, dopo l’Egitto, nella classifica del numero di volatili uccisi illegalmente.

In base ai dati forniti dal The killing di BirdLife International 2015, l’Italia occupa la seconda posizione, dopo l’Egitto, nella classifica del numero di volatili uccisi illegalmente.

Ogni anno in Italia vengono illegalmente massacrati fino a 8 milioni di uccelli: lo conferma il report The killing di BirdLife International 2015.

Il Bel Paese risulta occupare la seconda posizione dopo l’Egitto nella classifica del numero di uccelli uccisi in maniera illegale: secondo una stima media, vengono cacciati fino a 8 milioni di volatili.

Massacrati a colpi d’arma da fuoco, catturati con le reti o incollati ai rami: è questa la triste fine che fanno sul nostro territorio gli uccelli come i passeriformi i fringuelli e frosoni ma anche i grandi rapaci

Tra le principali specie, vittime della caccia illegale, ci sono il capo vaccaio, il nibbio reale e l’anatra marmorizzata.

Già lo scorso maggio a Roma la Lipu, in occasione del convegno sul progetto Life sul bracconaggio "Safe Haven for Wild Birds", aveva diffuso dati allarmanti.

Ogni anno i fringuelli uccisi sono tra i due e i tre milioni, le pispole uccise cono tra 500 e i 900 mila, i pettirossi tra i 300 e i 600mila, i frosoni tra i 200mila e 1 milione) e gli storni tra i 100 e i 500mila.

Nel nostro Paese le specie minacciate di estinzione e che risultano essere le più colpite dalla caccia illegale sono le seguenti:

  • l'anatra marmorizzata, da 1 a 5 esemplari colpiti, pari 50% della popolazione nidificante
  • il nibbio reale, da 50 a 150 esemplari coinvolti, corrispondenti al 30% della popolazione nidificante
  • il capovaccaio, tra 1 e 5 esemplari colpiti, cioè il 20% popolazione nidificante

Claudio Celada, direttore Conservazione natura Lipu-BirdLife Italia, dichiara che gli uccelli selvatici costituiscono un patrimonio immenso che non conosce confini nazionali o internazionali.

Queste creature hanno diritto a rotte migratorie, dette flyways, più sicure ed è pertanto importante chiedere a gran voce la costituzione di un Piano antibracconaggio nazionale oltre che un inasprimento delle norme.

E’ fondamentale incrementare gli sforzi per la conservazione e la condanna delle illegalità, prima che sia troppo tardi.

Alcune specie, che un tempo erano abbondanti in Europa, sono ora in declino, con numeri persino in caduta libera come purtroppo dimostra il report di BirdLife International.

Foto Credit © adrenalinapura
 

Tipsby Dea

Bracconaggio a Malta

Secondo il report di BirdLife International 2015 a Malta si registra la maggior concentrazione di atti di bracconaggio per metro quadrato.