Ricette base
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Come evitare i pericoli della spesa low cost

Scopri un dossier della Coldiretti che ci aiuta a difenderci dai pericoli della spesa low cost: sempre più numerosi.

Scopri un dossier della Coldiretti che ci aiuta a difenderci dai pericoli della spesa low cost: sempre più numerosi.

I pericoli della spesa low cost sono sempre più numerosi perchè dietro un prezzo di vendita molto basso inevitabilmente si nasconde una qualità altrettanto bassa. Secondo uno studio realizzato dalla Coldiretti, la situazione è più allarmante di quanto si possa pensare.

I cibi low cost infatti nascondono molti pericoli per la nostra salute, che purtroppo quando andiamo a fare la spesa non possiamo sapere

  • Pomodori cinesi, arance egiziane, pere della Slovenia, spezie indiane, aglio argentino, frutta secca turca, sono solo alcuni esempi di prodotti che ormai troviamo nei mercati di tutta Italia senza che qualcuno ci abbia informato che nella maggior parte dei casi sono prodotti contaminati da sostanze tossiche.

I pericoli maggiori sono rappresentati dalla presenza di

  • aflatossine
  • muffe
  • contaminazioni da OGM
  • falsificazioni
  • uso di pesticidi

Secondo lo studio di Coldiretti il pericolo non viene solo dai cibi che acquistiamo direttamente ma soprattutto dai prodotti venduti come Made in Italy, ma realizzati con materia prima importata.

  • Le importazioni dall'estero di grano, riso, olive, pomodori e altri cibi infatti sono in continuo aumento.

Ecco un estratto del dossier di Coldiretti con l'elenco dei principali pericoli nascosti nella spesa low cost

Mozzarella: 1 mozzarella su 4  è realizzata a partire da caglio straniero spesso proveniente dall’Est europeo. (Leggi anche: come riconoscere una mozzarella di qualità)

Limoni: Proviene dall’Argentina quasi la metà dell’import sul quale sono stati riscontrati problemi a causa di trattamenti chimici.

Similgrana (Imitazioni di Grana padano): Raddoppiate le importazioni in Italia di imitazioni del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano Dop che non rispettano però i rigidi disciplinari del prodotto italiano.

Pomodori: Nel 2012 sono stati importati in Italia 85 milioni di chili di pomodori “irregolari” per presenza di residui chimici, conservati in fusti che vengono rilavorati e diventano concentrato o sughi che vengono poi venduti come prodotti italiani.

Aglio: Nel 25% dei casi quello argentino che arriva in Italia è irregolare per la presenza di residui chimici.

Olio Extravergine d’oliva: In 4 bottiglie di olio extravergine su 5 in vendita in Italia è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate.

Nocciole: L'allarme riguarda l’importazione in Italia di nocciole e pistacchi dalla Turchia contaminati da muffe e aflatossine.

Miele: Nel 2012 sono aumentate del 38% le importazioni di miele naturale dalla Cina. L’Unione Europea ha lanciato un allarme sul rischio di contaminazione da OGM.

Prosciutto cotto: Il 90% delle cosce di suino vendute in Italia provengono da animali provenienti da Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga indicato in etichetta.

Riso: In Italia nel 2012 sono aumentate del 12% le importazioni di riso dagli Stati Uniti: rischio Ogm.

Pane: In Italia arriva un flusso di milioni di Kg di impasti semicotti, surgelati, con una durata di 24 mesi, grazie ad additivi e conservanti, provenienti dall’Est europeo.

Pasta: Oltre la metà del grano duro utilizzato nella produzione di pasta è di importazione, con evidenze di aflatossine.

Succo d’arancia: Nel corso del 2012 sono stati importati in Italia quasi 1 milione di Kg di succo d’arancia dal Brasile. Problemi per la presenza dell’antiparassitario carbendazim.

Wine kit:  Polverine miracolose che assicurano di poter ottenere vino identico a Chianti, Valpolicella, Barolo e altri  prestigiosi vini italiani, vengono utilizzate da produttori italiani. E' stato riscontrato che 140.000 confezioni vengono realizzate in una fabbrica svedese.

photo credit:© freshidea - Fotolia.com