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Come scegliere indumenti cruelty-free

Rimani amico degli animali e della natura scegliendo di indossare abiti cruelty-free.  

Rimani amico degli animali e della natura scegliendo di indossare abiti cruelty-free.  

Se hai fatto una precisa scelta di vita divenendo vegano o sei sensibile alle tematiche naturaliste ed animaliste certamente non vorrai contribuire allo sfruttamento degli animali per quanto riguarda l’abbigliamento.
Ogni indumento, confezionato con fibre di origine animale, comporta un maltrattamento, più o meno grave nei confronti degli animali: dalla produzione di pellicce agli articoli in pelle, dai maglioni di lana alle sciarpe di seta.

Scegliere di acquistare e indossare abiti cruelty-free non è tuttavia semplice perché si possono incontrare delle difficoltà nel reperire i negozi ed i prodotti giusti.

La regola di base consiste nel leggere sempre attentamente le etichette dei prodotti che segnalano la presenza di pelle animale, pelliccia, cuoio, seta, lana e prediligere l’acquisto di capi in materiale sintetico, cotone, lino, ecc.

Oltretutto gli indumenti cruelty-free sono anche più economici di quelli realizzati con materie prime animali e più rispettosi dell’ambiente: basti pensare all’impiego di sostanze chimiche tossiche e altamente inquinanti durante la fase di conciatura del cuoio e delle pelli.
Non bisogna credere che i maltrattamenti agli animali riguardino solo la produzione di pellicce: anche lana, seta e articoli in pelle non ne sono esenti. Ad esempio per produrre la lana, le pecore subiscono innumerevoli sevizie dalla castrazione al taglio della coda, dalla pratica del mulesing (asportazione, senza anestesia, di lembi di carne attorno all'ano per permettere alla pelle grinzosa della pecora di distendersi) alla tosatura automatizzata che comporta il rischio di tagli di carne in animali fuori taglia standard.
Una valida alternativa ai capi in lana è rappresentata dal velluto, dalla ciniglia, dalla flanella, dall’acrilico, dall’alcantara e soprattutto dal pile che viene addirittura prodotto da materiale plastico riciclato.

Non è immune da pratiche crudeli neppure la produzione di piume d’oca per imbottire giubbotti, giacche invernali e piumoni da letto. Le piume vengono strappate alle oche senza anestesia: questa pratica dolorosa, che provoca stress e dolore, inizia quando l’oca ha otto settimane e viene ripetuta ogni due mesi per molte volte nel corso della sua vita. E
’ allora molto più sensato scegliere giubbotti e coperte in materiali sintetici, impermeabili e traspiranti come il poliestere, l’hollifill, il fibrefill, il goretex, la viscosa. Invece di acquistare articoli in cuoio e pellame, che vanno a sostenere l’industria dell’allevamento e della macellazione intensiva, puoi optare per materiali simili ma realizzati in microfibra e per di più traspiranti e idrorepellenti come il vegetan bucky, il vegetan micro, il vegetan uppers e la lorica.

Fai attenzione inoltre alle scarpe da ginnastica perché sono prevalentemente realizzate con pelle di canguro la cui sorte non è purtroppo diversa da rettili e coccodrilli, scuoiati con pratiche discutibili, per ottenere pelle da utilizzare su cinture e borse. Evita anche indumenti in seta che puoi rimpiazzare con la viscosa: per impedire che i bachi escano dal bozzolo rompendo i fili di seta, le larve delle farfalle vengono uccise tramite ebollizione. 

In conclusione sia che tu abbia una coscienza vegana o meno inizia a pensare seriamente a ciò che indossi: nessuna moda dovrebbe giustificare pratiche crudeli compiute nei confronti degli animali.
 

foto © NinaMalyna - Fotolia.com

 

Tipsby Dea

Occhio ai dettagli

Fai attenzione agli inserti di pelliccia intorno a polsi e cappucci dei giubbini invernali: pensi che siano sintetici e invece spesso non lo sono.