Piangendo, il bambino mette in atto un meccanismo di difesa e recupero, lasciando uscire emozioni cui a volte non sanno dare un nome: ecco perché è importante usare le parole giuste.
Piangendo, il bambino mette in atto un meccanismo di difesa e recupero, lasciando uscire emozioni cui a volte non sanno dare un nome: ecco perché è importante usare le parole giuste.Non tutti i genitori hanno la capacità di riconoscerlo a prima vista, ma spesso le lacrime dei bambini sono rivelatore. Piangendo, il bambino mette in atto un meccanismo di difesa e recupero, lasciando uscire emozioni cui a volte non sanno dare un nome. Il loro organismo, insomma, si attiva in maniera naturale e automatica per portare sollievo, ed è importante che i genitori sappiano approcciarsi al pianto in maniera costruttiva.
La frase più classica che viene pronunciata quando le lacrime iniziano ad arrivare è “non piangere”. Eppure, siamo davvero sicuri che invitare il bambino a non piangere - e dunque a non lasciare libero sfogo alle sue emozioni - sia la cosa giusta da fare?
Per gli esperti, è meglio incoraggiarli invece a piangere se sentono il bisogno di farlo, soprattutto quando si sentono feriti, arrabbiati, tristi o spaventati, e cioè quando sono le emozioni a prendere il sopravvento. E per gestire la situazione al meglio ci sono molte alternative al “non piangere”, frasi che, pronunciate al momento giusto, li fanno sentire ascoltati e soprattutto capiti, e li aiutano a decifrare le loro emozioni: eccone 10.
1. Sono qui
2. Capisco quanto tu sia turbato
3. Resterò accanto a te
4. Non vado da nessuna parte
5. Sei al sicuro
6. Ti ascolto e sono qui per te
7. Mi dispiace per quanto è successo (nel caso in cui sia accaduto qualcosa che l’ha turbato)
8. Capisco che quanto accaduto ti abbia turbato
9. Sono sicura che riusciremo a risolvere questa situazione insieme
10. Mi dispiace che sia così dura, e capisco quello che provi
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