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Femminicidio, come prevenire la violenza sulle donne

La violenza psicologica e fisica sulle donne è il risultato di un modello educativo e affettivo che rende gli uomini deboli. Scopriamo di più.

La violenza psicologica e fisica sulle donne è il risultato di un modello educativo e affettivo che rende gli uomini deboli. Scopriamo di più.

Nei primi sei mesi del 2016 sono stati registrati 58 casi di femminicidio, tutte donne uccide da partner o ex fidanzati. Nel 2015 le vittime sono state 128, una ogni tre giorni. Ma cosa scatena, in un uomo, la follia omicida? E, soprattutto come si può prevenire la violenza sulle donne?

Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Monica Dimonte, psicologa e psicoterapeuta: educare gli uomini al rispetto è possibile.

In primo luogo bisogna partire dalla percezione delle differenze sociali. La storia di Emily Doe, donna dell'anno secondo il magazine Glamour, ne è un esempio. La ragazza stuprata a Stanford in stato di incoscienza è stata addidata come "imprudente": troppo alcol, troppa libertà di costumi. Il suo carnefice ha scontato solo tre dei sei mesi che il giudice, timoroso di una pena troppo pesante nei confronti di un ragazzo incensurato, gli aveva assegnato. "Ancora oggi vengono trasmessi dei valori culturali che stressano le differenze tra uomini e donne", sottolinea Dimonte. "A letto un uomo può fare ciò che vuole. Le ragazze devono essere invece attente a non provocare le reazioni di un uomo".

Di conseguenza "un uomo può avere un comportamento irrispettoso verso le donne, ma non il contrario: alle donne si chiede di tollerare e di essere pazienti", continua la psicoterapeuta. "Quindi si cresce pensando di poter agire la prevaricazione e il possesso della donna, percepita come un oggetto". Quest'ottica non spunta dal nulla nella mente dell'uomo adulto, ma viene alimentata da un soggetto centrale nella vita del maschio: la madre.

"In Italia la madre viene vista come un soggetto che va a soddisfare i bisogni di un uomo, considerato meno efficiente di una donna", fa notare Dimonte. "Quindi lo si educa in modo da non riuscire mai ad emanciparsi dalla madre, atteggiamento che poi si riversa sulla compagna".

Ecco che la fidanzata o moglie dovrà mettere l'uomo al centro dell'attenzione, soddisfare i suoi bisogno. Ma se, stanca, deciderà di lasciare il compagno/marito, diventerà la ragione del disequilibrio emotivo di un uomo già fragile, dipendente dalla figura femminile, "quasi una vittima". Ed è qui che inizia la persecuzione, lo stalking, l'ossessione, fino ad arrivare al femminicidio.
Questi uomini affettivamente immaturi all'inizio sembrano sicuri di se stessi. "Mostrano i lati migliori delle proprie ossessioni", spiega Dimonte. "Sono persone estremamente seduttive. Ma le attenzioni sono solo l'espressione della volontà di controllo, per conquistare la propria vittima".

Oltre alle campagne di sensibilizzazione che culminano nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la dottoressa Dimonte suggerisce due direzioni. "C'è l'educazione scolastica, che dovrebbe coinvolgere i bambini dagli 11 anni in su. Nella preadolescenza i valori distorti di differenza di genere iniziano a prendere forma. I bambini cominciano a interessarsi alle relazioni affettive, e formano delle proto-coppie", fa notare l'esperta. "Quindi bisogna lavorare nelle scuole, evidenziando i comportamenti distorti e insegnando il valore dell'indipendenza affettiva, della libertà di scelta e dllo spirito di gruppo".

"Contemporaneamente bisognerebbe promuovere la cultura del benessere", spiega Dimonte, membro della SIPAP (Società Italiana Psicologi Area Professionale), che si occupa da tempo del tema della salute psicologica, anche attraverso seminari e laboratori scolastici sulla differenza di genere. "La nostra società parla poco di questo tema. Lavorando sulla qualità della vita delle persone, si possono cambiare questi modelli educativi. L'autonomia deve diventare un valore fondante della nostra società".

Tipsby Dea

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