Psiche
Psiche

Jomo, Joy of missing out: perché è importante

Sentiamo tanto parlare di Fomo, la paura di essere tagliati fuori, ma esiste anche il contrario. Chi pratica la Jomo ha capito che perdersi un messaggio non cambia nulla, ed è molto meglio godersi il momento.

Sentiamo tanto parlare di Fomo, la paura di essere tagliati fuori, ma esiste anche il contrario. Chi pratica la Jomo ha capito che perdersi un messaggio non cambia nulla, ed è molto meglio godersi il momento.

Nell’epoca delle notifiche che compaiono sullo schermo dello smartphone in qualsiasi momento, è normale sentirsi quasi obbligati a stare sempre al passo con tutto. Come finestre sempre aperte sul mondo, i social media ci tempestano di stimoli, invocano la nostra attenzione e ci esortano a pubblicare, pubblicare, pubblicare. Con tutto il sottile substrato d’ansia che ne consegue. Qual è il gesto di rottura più efficace che abbiamo a disposizione? Semplice: spegnere il telefono e praticare la Jomo, la gioia di essere disconnessi. 

Cos'è e cosa significa JOMO?

È l’estate del 2012, Facebook ha appena acquisito Instagram e si avvia spedito verso il miliardo di utenti. Insomma, i social sono già parte integrante della nostra vita. Sul blog di Anil Dash, imprenditore digitale, compare un post dal titolo breve e deciso: “Jomo!”. Il significato di Jomo, un acronimo, è Joy of missing out: la gioia di essere disconnessi, di perdersi qualcosa.

Vivendo a New York, Anil Dash di frenesia ne sa qualcosa. “Ogni singolo giorno, a New York City, ci sarà un evento che potrebbe essere il migliore dell’anno nella tua città di origine. E, nella maggior parte dei casi, tu non ci sarai”, scrive. Perché i biglietti sono finiti, bisogna svegliarsi presto all’indomani o semplicemente perché è molto più allettante restare a casa a leggere un libro. O magari a fare il bagnetto a un figlio neonato e poi farlo addormentare, proprio come ha fatto Dash per più di un mese. Un mese di disconnessione dai social media e uscite ridotte al lumicino. Un mese “meraviglioso”. 

Ecco il significato di Jomo. Non si tratta semplicemente di “perdersi qualcosa” (un post su Facebook, una festa, una notizia), ma soprattutto di farlo volontariamente ed esserne felici.

Jomo e fomo

Quello che abbiamo appena descritto è l’esatto contrario della Fomo, la Fear of missing out che condiziona silenziosamente le nostre giornate. La Fomo è quel senso di ansia che spinge a controllare in continuazione il feed dei social network, spinti dalla paura di “restare indietro” ed essere quindi tagliati fuori dalle relazioni con gli altri. Al tempo stesso, però, i contenuti non danno una reale soddisfazione, perché gli altri sembrano sempre più felici, più belli, più ricchi. A soffrire di Fomo sono soprattutto le persone che godono di una scarsa autostima, stanno attraversando un periodo particolare della vita (come l’adolescenza) e quindi tendono a rimuginare. 

I sostenitori della Jomo, invece, preferiscono lasciar correre. Non hanno nessuna frenesia di vivere nuove esperienze in continuazione, né di essere sempre aggiornati su novità e gossip, perché amano godersi il momento. Praticare la Jomo non significa necessariamente tagliare i ponti con tutto e con tutti ma, più semplicemente, trovare un equilibrio tra la propria interiorità e gli innumerevoli stimoli in arrivo dall’esterno.

Le differenze col digital detox

Chi si sente vicino a questa filosofia può cimentarsi con il digital detox, cioè un periodo (tipicamente una vacanza) in cui lo smartphone rimane rigorosamente spento e, per togliere di mezzo qualsiasi tentazione, non c’è una connessione WiFi disponibile. È senza dubbio un esercizio interessante, ma la Jomo è qualcosa di diverso. Perché non è semplicemente una pausa dai social, ma un vero e proprio stile di vita da portare avanti giorno per giorno.  

Come applicare la JOMO nella vita quotidiana 

Se c’è un campo in cui la Jomo può dare risultati positivi immediati, senza dubbio è il lavoro. Perché non cominciare da qui, dunque? La prima regola da non dimenticare mai è netta: fare una cosa per volta. Chiudere tutte le finestre del browser, lasciare il cellulare in un cassetto e concentrarsi solo ed esclusivamente su ciò che si sta facendo, che sia la scrittura di un’email o una riunione. 

L’ideale sarebbe auto-imporsi dei tempi in cui recuperare tutti i messaggi arretrati e, perché no, concedersi anche di perdere cinque minuti tra una story di Instagram e l’altra. I social infatti non hanno niente di male di per sé; si rivelano però deleteri nella misura in cui diventano una presenza fissa che distrae in continuazione da ciò che si sta facendo. 

Bastano questi piccoli accorgimenti per rendersi conto del fatto che la produttività si impenna, si arriva meno stanchi a fine giornata e la tensione si allenta. Insomma, perché non provare?

Credits foto: antonioguillem / 123rf.com