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Yummy dummies - ricette a prova di incapacy

  • Difficoltà

    facile

  • Categoria

    Primi Piatti

  • Porzioni

    6

  • Tempo preparazione

    30 min

    PT30M

  • Tempo cottura

    20 min

    PT20M

  • Tempo totale

    50 min

    PT50M

  • Cucina

    italiana

  • Cottura

    In pentola

Il bosco di Cappuccetto Rosso è popolato di lupi pitoni che mangiano senza masticare, 15 enni sprovvedute e cacciatori chirurghi che loro sì che sanno come si risolvono le brutte situazioni! Una favola che fa acqua da tutte le parti... meglio andare a funghi nel bosco, no?

Il bosco di Cappuccetto Rosso è popolato di lupi pitoni che mangiano senza masticare, 15 enni sprovvedute e cacciatori chirurghi che loro sì che sanno come si risolvono le brutte situazioni! Una favola che fa acqua da tutte le parti... meglio andare a funghi nel bosco, no?

Allora cari incapacy byDay and byNight, l’altro giorno stavo sistemando i libri che mi erano rimasti negli scatoloni del trasloco di 2 anni fa e ho ritrovato una serie di libretti che regalavano con il quotidiano negli anni ’90. Li comprava papà per noi e forse ce li leggeva (chi lo sa? Non me lo ricordo). Uno di questi raccoglieva le favole dei fratelli Grimm, fra le quali il loro remake della nota favola di Perrault: Cappuccetto Rosso. Una storia che, rileggendola, fa acqua da tutte le parti, anche se sul finale quasi si riprende. Ma il finale vero scommetto che non è rimasto impresso a nessuno.

Cappuccetto rosso: perché fa acqua da tutte le parti

Dico che la favola fa acqua da tutte le parti, non solo perché il lupo non mastica mentre mangia Cappuccetto e la nonna, non solo perché il lupo parla (certo, è una favola, lo so da sola). Fa acqua perché la povera ragazza viene descritta come una scema incapace di capire il mondo che la circonda e che, as patriarcato wants, la deve salvare un cacciatore chirurgo e otorino, che, passando, sente russare, pensa che sia la nonna che non sta bene, entra a casa, vede il lupo che dorme e riesce a sventrarlo e a tirare fuori la nonna e cappuccetto co’ tutto il mantello, ancora vive.

Hai paura del bosco?

Allora le narrazioni sul bosco sono sempre due: o le protagoniste adolescenti dei telefilm che, consapevoli che qualcuno le sta cercando, appena vedono mezzo albero, si guardano e dicono: “separiamoci”, o la povera Cappuccetto Rosso che, piena, stracolma e sderenata dalle indicazioni della madre su come deve attraversare il bosco da sola a 15 anni (ricordando che i 15 anni del 1600 non sono i 15 anni di adesso, che le ragazzine ti asfaltano e fanno pure retromarcia). Lì incontra un lupo che le indica i fiori da raccogliere e lei, ebete, non solo si distrae ed esce dal sentiero, ma dà indicazioni su dove abitasse la nonna, lui va, se la mangia, e quando Cappuccetto entra in casa della nonna, completamente fuori dalla grazia di Dio le chiede «che orecchie grandi che hai, che bocca grande che hai».

>>>Leggi anche: "Gnocchi di zucca: tremate, tremate le streghe son tornate!"

Dai, come on, possiamo riscrivere questa fiaba con protagonista una Cappuccetto che non solo è disinteressata ai fiori, non solo non va in giro come un’addormentata in piedi che si fida di chiunque, ma non ha neanche l’ansia di questo bosco oscuro, di questi luoghi paurosi, che non sono mai solo luoghi, diventano una dimensione ben precisa dentro di noi, che difficilmente riusciamo a sradicare o a capire da dove provengano.

Non solo inside... anche porcini!

Con questo non voglio dire che bisogna essere incoscienti, già lo siete per conto vostro, non ve lo devo dire io. Voglio dire che se dovessi scrivere io una favola forse ‘sta ragazzina non la caricherei così di ansia, che poi per forza fa ‘na serie di cavolate. La farei familiarizzare col bosco e con le cose spaventose in generale, in modo che lei possa riconoscerle e non si distragga, e poi aggiungerei che i lupi masticano, perché lo deve sapere Cappuccetto.

Le insegnerei soprattutto che nel bosco, oltre alle insidie, può cercare i funghi porcini; le insegnerei ad aprire il riccio delle castagne senza bucarsi le mani, così invece di un’inutile focaccia alla nonna malata e una boccia di vino, le può portare una cosa calda da mangiare: la crema porcini e castagne.
Cosa deve cercare Cappuccetto nel bosco, per lei e la nonna:

Ingredienti

  • 400 g di castagne
  • 100 g di funghi porcini essiccati
  • Uno scalogno
  • 1 litro e mezzo di brodo vegetale (se non vi va di farlo anche il dado non uccide nessuno)
  • Olio, sale, io timo, voi se volete rosmarino

Crema castagne e funghi porcini - ingredienti

  1. In una ciotola con acqua calda mettete a reidratare i funghi porcini.
  2. Nel frattempo fate bollire le castagne in abbondante acqua per almeno 30 minuti.
  3. Fate raffreddare le castagne e sbucciatele, cercando di dire meno parolacce possibili.
  4. In una pentola capiente scaldate l’olio e soffriggeteci lo scalogno abbastanza tritato, non ve ne fate una pena perché tanto dopo dovete frullare tutto.
  5. Strizzate i funghi e metteteli a rosolare nell’olio e cipolla, senza metterci la faccia sopra grazie che scoppia tutto.
  6. Aggiungete ai funghi le castagne sbucciate e fatele un po’ colorire.
  7. Quando vi sembra opportuno, versateci sopra il litro e mezzo di brodo e salate a vostro piacimento, se ne avete. Fate cuocere per almeno 20 minuti a fuoco basso.
  8. Frullate tutto col frullatore a immersione.
  9. Guarnite come ho fatto io, se siete stati previdenti da lasciare qualche fungo fuori dal soffritto e qualche castagna per decorare, se non lo siete stati camperete uguale.

Crema di castagne e porcini

Il finale, paraculata, della favola dei fratelli Grimm si evolve rispetto all’originale, con una storia su come lei torna un’altra volta dalla nonna e insieme grazie all’acqua dove ha bollito le salsicce uccidono il lupo facendolo annegare... Un lupo, muore in un secchio? Dai, fa acqua da tutte le parti!

Ciao piccoli incapacy paurosi.

Crema di castagne e porcini

Foto: Ilaria Muri