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"La strada fangosa": la storia zen che ci insegna a vivere meglio

Tratta da "101 storie zen", questa parabola è una lezione di vita profonda e memorabile. Da leggere.

Tratta da "101 storie zen", questa parabola è una lezione di vita profonda e memorabile. Da leggere.

C’è un libricino semplice ma potente allo stesso tempo che dovrebbe abitare in ogni casa: è una raccolta di storie zen intitolato “101 storie zen” a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, Edizioni Adelphi. Leggere una storia al giorno di questa raccolta è come interrare un seme di consapevolezza nella nostra interiorità e lasciarlo agire il tempo necessario per farlo maturare e germogliare in noi.

Le parabole zen hanno il grande potere di parlare sia alla mente che al cuore: proprio per questo motivo rappresentano una grande medicina per l’anima! Risvegliano la nostra attenzione, ci fanno nascere riflessioni, fanno emergere emozioni, attivano e smuovano tutta la nostra interiorità. Abbiamo bisogno di queste pillole di consapevolezza, sono il motore che accendono la creatività, l’ingegno, lo spirito di adattamento.

Non esiste valore superiore alla consapevolezza: questo è il seme del divino in te.
(Osho)

Oggi vorrei riportarvi una delle storie più famose e amate di questo libro, quella che riesce, forse più di tutte le altre, a toccare il lettore nel profondo e che gli dona una lezione di vita memorabile.

La strada fangosa

Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto. Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.
«Vieni, ragazza» disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.
Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. «Noi monaci non avviciniamo le donne» disse a Tanzan «e meno che meno quelle giovani e carine. È pericoloso. Perché l’hai fatto?».
«Io quella ragazza l’ho lasciata laggiù» disse Tanzan. «Tu la stai ancora portando con te?».

Da “101 storie zen”

L’insegnamento della parabola

Ogni storia zen risveglia in ognuno di noi emozioni e riflessioni diverse e non è possibile fornire una spiegazione unica che valga per tutti. È però utile condividere i vari punti di vista per poterci arricchire e per poter far nostro il punto di vista dell’altro.

Ciò che potrebbe insegnarci questa storia è che spesso siamo talmente fedeli alla regola e rigidi nella sua attuazione (“i monaci non avvicinano le donne”) da dimenticarci della missione della nostra anima (il monaco aiuta chi è in difficoltà).

La strada fangosa rappresenta il fango che ognuno di noi affronta nella nostra vita e che spesso ci fa vedere tutto buio, ci porta a puntare il dito all’esterno di noi, fa uscire le nostre paure, i nostri fantasmi interiori. Solo chi riesce a vivere con fiducia nella vita può affrontare il fango dell’esistenza in modo costruttivo.

Chi è presente a se stesso e ha ben chiaro i propri obiettivi non si lascia distrarre dal mondo circostante e non ha giudizi di alcun tipo: il monaco, in questo caso, aiuta la giovane e bella ragazza come avrebbe aiutato un vecchio, un uomo qualsiasi, un bambino.

Chi perde tempo a giudicare gli altri rimane ad alimentare un pensiero rivolto all’esterno e non riesce a focalizzarsi sull’unica sorgente di ricchezza: la propria interiorità. Ecco perché Ekido alla sera pensa ancora alla ragazza mentre l’altro monaco no. Il primo ha ancora dentro di lui delle emozioni non risolte che getta all’esterno (ammonizioni all’amico monaco), ha paura, si aggrappa alla regola per non affrontarle; il secondo è sempre presente a se stesso e nessuna regola può oscurare il suo sguardo interiore, la sua missione, il suo essere autentico.

Questa breve ma potente storia zen ci invita a lasciare andare e a non trattenere il passato, i pensieri, le emozioni. Tutto scorre, solo l’uomo si ostina ad andare contro la corrente del cambiamento. Ma così facendo si aggrappa a regole, a convinzioni, ad emozioni ormai passate che lo rendono schiavo della vita e non protagonista della sua esistenza.

La conoscenza è imparare qualcosa ogni giorno.
La saggezza è lasciar andare qualcosa ogni giorno.
(Proverbio zen)