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Busy bragging, quando i troppi impegni diventano un vanto

La nostra società ci porta a credere che le persone di successo non abbiano mai un minuto libero: così, proviamo a emularle, entrando in un circolo vizioso chiamato busy bragging. Capiamo un po’ meglio di cosa si tratta e come difenderci.

La nostra società ci porta a credere che le persone di successo non abbiano mai un minuto libero: così, proviamo a emularle, entrando in un circolo vizioso chiamato busy bragging. Capiamo un po’ meglio di cosa si tratta e come difenderci.

“Non puoi capire che settimana ho avuto”, “non ho il tempo nemmeno per respirare”, “appena riesco provo a occuparmi anche di questo, ma sono giornate di fuoco”. Ti riconosci in queste frasi? Se la risposta è sì, potresti essere caduta anche tu nella trappola del busy bragging: uno schema di pensiero che ultimamente sembra andare per la maggiore, ma che comporta alcuni rischi. 

Cos’è il busy bragging

Busy bragging non significa semplicemente avere tanti impegni, ma è qualcosa di più sottile: vantarsi (dall’inglese to brag, appunto) di non avere un minuto libero. Perché diamo per scontato che ci sia qualcosa di sbagliato se i ritmi di lavoro sono sopportabili e se il progetto per il prossimo weekend è quello di sprofondare sul divano a fare una maratona di serie tv. 

Nel nostro immaginario, le persone di successo non fanno così: sono sempre attive, sempre stanche, sempre alle prese con qualcosa di urgente da fare. È quello il modello a cui tendiamo, anche a costo di stipare inutilmente la giornata per poi iniziare qualsiasi argomentazione lamentandoci di quanto siamo stanche.

Quali sono le cause del busy bragging

Se ti stai chiedendo quali siano le cause del busy bragging, sappi che per ricostruirle non dobbiamo andare troppo lontano. Volenti o nolenti, siamo immersi in una società che tesse le lodi dei manager che dormono quattro ore a notte, delle neomamme che si laureano con il bebè in braccio, di chi brucia le tappe nella scuola e sul lavoro. 

Ecco, proprio il lavoro ha una grossa fetta di responsabilità. Le tecnologie l’hanno reso più efficiente e produttivo – e questo, senza dubbio, è il lato positivo. L’altra faccia della medaglia, però, sta nella tendenza a inquadrare, catalogare e misurare tutto, passando da una call all’altra, da un obiettivo all’altro. Privandosi di quel margine di tempo che ti consentirebbe di riflettere, pianificare, sviluppare il pensiero critico. O, semplicemente, di arrivare a fine giornata con un po’ di energia.

Come uscire dalla trappola del busy bragging

Probabilmente non ci hai mai pensato, ma il busy bragging non è privo di rischi. Innanzitutto, potrebbe renderci poco simpatiche agli occhi di parenti e amici, che alla lunga potrebbero anche decidere di diradare le conversazioni, stanchi del nostro ossessivo tornare sullo stesso argomento. A un livello più profondo, questa ossessione verso la produttività ci fa vivere in uno stato di costante tensione, stress e ansia. Con tutto ciò che ne consegue.

Ma se è la società a spingerci verso il busy bragging, come uscirne? Tornando a volerci bene. Ad apprezzare noi stesse per quello che siamo e non per quanto è fitta la nostra to do list. A resistere alla tentazione di rispondere automaticamente “oggi non mi sono fermata un attimo”, quando un’amica ci chiede come stiamo, raccontandole piuttosto un aneddoto che dia avvio a una conversazione. Ricordandoci che non c’è niente di male nel riposo: anzi, è un caposaldo della nostra salute fisica e mentale.

Foto copertina: Glenn Carstens-Peters/Unsplash