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Perdersi per ritrovarsi: 10 passi verso un nuovo equilibrio

Nella vita ci sono fasi in cui ci sembra di non sapere più chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti. Sono momenti di crisi che ci aiutano a crescere, perché bisogna perdersi per ritrovarsi. Insieme alla dottoressa Cristina Monti, psicologa e psicoterapeuta, tracciamo un percorso in dieci punti verso un nuovo equilibrio.

Nella vita ci sono fasi in cui ci sembra di non sapere più chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti. Sono momenti di crisi che ci aiutano a crescere, perché bisogna perdersi per ritrovarsi. Insieme alla dottoressa Cristina Monti, psicologa e psicoterapeuta, tracciamo un percorso in dieci punti verso un nuovo equilibrio.

In questa società che ci impone di mostrare sempre il meglio di noi stessi senza mai un passo falso, è difficile ammetterlo. Eppure, ci può capitare anche di perderci. Cioè di non capire più chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti. Sono fasi di disorientamento che di solito cerchiamo di nascondere, perché ci vergogniamo a far trasparire agli altri la nostra debolezza. Eppure, sono proprio questi momenti – più ancora dei traguardi che tanto amiamo celebrare – a permetterci di crescere. Per riprendere una frase che ormai è diventata proverbiale, bisogna perdersi per ritrovarsi.

“La vita è divisa in fasi: al termine di ciascuna di esse, ci si perde per poi modificare determinati comportamenti e passare alla fase successiva”, conferma la dottoressa Cristina Monti, psicologa e psicoterapeuta che riceve a Torino e Savigliano. “Nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, per esempio, avviene la cosiddetta fase di svincolo in cui ci si individualizza per differenziarsi dalla famiglia di origine. Questo e altri passaggi –il primo lavoro, l’inizio di una relazione, il matrimonio, i figli e la pensione – portano sempre con sé una crisi”.

Un conto, però, è sapere in linea teorica che le crisi fanno parte della vita; un conto è attraversarle in prima persona, quelle crisi, e uscirne più forti. Consapevoli del fatto che ogni persona ha la sua storia e le sue caratteristiche, abbiamo chiesto alla dottoressa Monti di tracciare una sorta di percorso in dieci punti verso un nuovo equilibrio

1. Accettare che i momenti difficili esistono

Il primo passo, sostiene la dottoressa, “è quello di accettare la crisi. Di solito viene vista come un momento negativo, invece è la possibilità di cambiare e trovare un nuovo equilibrio. Anche il dolore va vissuto come un’opportunità per apprendere”

2. Cogliere l’opportunità di crescita

Accettare è il presupposto indispensabile per compiere il passaggio successivo: cambiare. “A volte si resta bloccati nella crisi, senza riuscire ad accettarle né a vedere l’opportunità di crescita. Ma per andare avanti nella vita bisogna cambiare. In caso contrario, si resta bloccati in quell’equilibrio in cui magari non si sta malissimo, ma non si è nemmeno felici. In altre parole, nella ‘zona di confort’ in cui le novità fanno paura”, continua Cristina Monti.

3. Rallentare per pensare a sé

Si parla di “società della fretta” perché ci siamo abituati a bruciare le tappe per paura del tempo che fugge. “Andando così veloci, però, ci perdiamo un sacco di cose perché non restiamo fermi a pensare”, sottolinea la dottoressa. “Proprio durante le crisi, è bene rallentare per pensare a sé e riconoscere le proprie priorità individuali, spesso differenti da quelle che vengono imposte dall’esterno. Ecco, bisogna tornare a fare delle cose per sé, non perché la società lo chiede. Tornare a essere protagonisti della propria vita. Prendersi del tempo per sé, ricaricarsi e poi ripartire”.

4. Evitare di cadere nel perfezionismo

Un’altra trappola in cui spesso restiamo invischiati è il perfezionismo. C’è chi resta bloccato per paura di non raggiungere un’eccellenza che appare come l’unico risultato accettabile. C’è chi invece agisce e ottiene un risultato ma non ne è davvero soddisfatto, perché non può fare a meno di pensare che avrebbe potuto fare di meglio. “Così, però, ci rimette l’autostima”, fa notare la dottoressa. “Bisogna pretendere da sé il giusto, altrimenti non basta mai. Si corre, si corre, ma non si riesce nemmeno a gioire della mèta raggiunta perché si pensa subito alla successiva”.

5. Ascoltare sé stessi, senza aspettative

“Bisogna ascoltare sé stessi, senza porsi aspettative che spesso sono dettate dalla società. Per superare i momenti di crisi e ricostruire un nuovo equilibrio è necessario staccarsi dagli stimoli esterni, smettere di assorbire passivamente tutte le richieste che arrivano da fuori”, continua Cristina Monti. Non è facile, oggi che i social network ci bombardano di stimoli 24 ore su 24, mettendoci perennemente a confronto con gli altri. Ma è un regalo che facciamo a noi stessi.

6. Capire che ci sono cose che non si possono controllare

Alcune cose si possono controllare, altre no. Bisogna accettarlo, altrimenti si finisce per incasellare qualsiasi cosa in senso razionale, impedendo a sé stessi di vivere le vere emozioni”, prosegue la psicologa. “Faccio un esempio che potrà sembrare banale ma osservo spesso, lavorando con tanti giovani. Lo studente deve sostenere un esame all’università ma, se si rende conto di non sapere a menadito ogni paragrafo del libro, non si presenta. Oppure, se va male, crede che sia sempre e solo colpa sua”. Nella vita non è sempre così: può capitare anche di impegnarsi al meglio delle proprie possibilità ma non ottenere il massimo per motivi esterni. E non c’è motivo di considerarsi dei falliti. 

7. Liberarsi dalla trappola del dovere

Un’altra trappola tipica dei nostri tempi, e di cui dovremmo liberaci al più presto, è quella del dovere. “Vado in palestra perché devo dimagrire. Vado in vacanza perché devo dimostrare qualcosa ai miei amici. Mi laureo perché devo dare questa soddisfazione ai miei genitori. Questo schema di pensiero oggi è molto presente, ma finisce per trasformare in ‘dovere’ anche ciò che dovrebbe essere un piacere, instaurando sempre la logica della prestazione”, sottolinea l’esperta. L’alternativa? “Ascoltarsi e fare ciò che ci si sente di fare”.

8. Dare voce alle emozioni

A pensarci bene, i ragionamenti che abbiamo descritto finora sono fortemente focalizzati sul piano razionale. “La razionalità ci spinge a dare per scontato che ci siano solo due opzioni: giusto o sbagliato, bianco o nero, devo o non devo. Ma tra il bianco e il nero c’è l’arcobaleno”, sottolinea la dottoressa Monti. “Cerchiamo di sbloccare la nostra parte emotiva, di dare voce a quelle emozioni che troppo spesso teniamo chiuse in un cassetto”.

9. Alleggerirsi dai pesi del passato 

“Un altro invito che rivolgo spesso ai miei pazienti è quello ad alleggerirsi dei pesi del passato, perché sono ingombranti, sono inutili e impediscono di scoprire cose nuove”, continua la psicologa. “Quante persone passano il tempo a rimuginare, a tormentarsi sempre con gli stessi pensieri fissi, a chiedersi se hanno fatto bene a comportarsi in un determinato modo? Al contrario, per crescere è necessario fare spazio, lasciare andare i fallimenti del passato e prepararsi a esperienze nuove”.

10. Chiedere il supporto di un professionista

Tutti questi passaggi impongono di rimettere in discussione il modo in cui si è abituati a ragionare, agire e fissare le proprità. Non si può pretendere di riuscirci dall’oggi al domani, soprattutto da soli. “Quando ci si sente bloccati, confusi e si fatica a riconoscersi, rivolgersi a uno psicologo è una buona idea perché offre un altro punto di vista”, conclude Cristina Monti. “Da soli, si rischia di farsi sempre le stesse domande e darsi sempre le stesse risposte, replicando schemi di pensiero che si sono rivelati inadatti. Andare dallo psicologo serve per raccontarsi e tornare a emozionarsi”.

 

Foto apertura: Iko/123rf.com