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Spotting da impianto: cos'è e come riconoscerlo

Le perdite da impianto sono differenti dallo spotting premestruale. Ecco come riconoscerle.  

Le perdite da impianto sono differenti dallo spotting premestruale. Ecco come riconoscerle.  

Lo spotting da impianto è caratterizzato da perdite di sangue molto simili a quelle legate al ciclo mestruale e si presentano nel 6-7% delle gravidanze iniziali.

Questo particolare tipo di perdita coincide con il momento in cui l'embrione si impianta nella parete interna dell'utero. In questa fase, infatti, può capitare che alcuni vasi sanguigni si rompano, provocando quello che tecnicamente viene definito spotting ematico da impianto.

Esso si presenta all’incirca una decina di giorni dopo l'avvenuto concepimento, quindi leggermente in anticipo rispetto alle normali perdite legate alle mestruazioni.

Tuttavia, non sempre è così: può capitare, infatti, che il ciclo sia irregolare o che le perdite da impianto si manifestino intorno al dodicesimo giorno (o addirittura dopo) dal concepimento.

Oltre alle perdite ematiche, quindi, è bene prestare attenzione anche ad altri sintomi concomitanti come, ad esempio, dei piccoli crampetti uterini, un'eccessiva stanchezza, mal di schiena, tensione al seno o aumento della temperatura basale.

Le perdite da annidamento dell'embrione sono tendenzialmente bianche, poco abbondanti, tendono a sparire rapidamente e presentano leggere tracce rosse e rosate, mentre quelle precedenti all'arrivo del ciclo sono più scure e tendono al marrone.

Talvolta anche nel caso di spotting da impianto si possono vedere delle striature di sangue o una leggera colorazione marroncina, ma questa sintomatologia appare molto meno evidente rispetto al normale ciclo mestruale.

Inoltre anche la durata è differente: se le mestruazioni, infatti, durano mediamente cinque giorni, queste particolari perdite ematiche durano al massimo quarantotto ore.

Se lo spotting si protrae per più giorni è bene effettuare una visita specifica. Il medico, infatti, potrà prescrivere degli esami e degli accertamenti mirati per verificare la possibile presenza di infezioni o alterazioni ormonali.

Inoltre, anche in presenza di perdite intense, di colore rosso vivo, persistenti e accompagnate da dolori più forti è bene contattare il proprio ginecologo per accertare che non sia in corso una possibile minaccia di aborto.