Prevenzione
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Fisioterapia del pavimento pelvico, a cosa serve? La parola all'esperta

Le disfunzioni del pavimento pelvico comportano piccoli e grandi fastidi e la qualità della vita ne risente. Per prevenirle e curarle c’è la fisioterapia del pavimento pelvico. Ne parliamo con Silvia Callarelli, in arte La Pelvica.

Le disfunzioni del pavimento pelvico comportano piccoli e grandi fastidi e la qualità della vita ne risente. Per prevenirle e curarle c’è la fisioterapia del pavimento pelvico. Ne parliamo con Silvia Callarelli, in arte La Pelvica.

Probabilmente sei abituata a prenderti cura di te stessa, ci tieni a mangiare sano e a ritagliarti la tua mezz’oretta quotidiana per lo sport. Ma conosci il tuo pavimento pelvico? Hai mai fatto un check up? Sai quali sintomi dovrebbero farti accendere una lampadina? Cerchiamo di fare luce su questo argomento con Silvia Callarelli, in arte La Pelvica, specialista in fisioterapia del pavimento pelvico che riceve in Toscana e in Lombardia. 

Cos’è il pavimento pelvico

Di solito ne sentiamo parlare solo quando c’è qualche problema, ma il pavimento pelvico è con noi per tutta la vita e svolge un ruolo fondamentale per il nostro benessere. Fa parte del cosiddetto complesso addomino-lombo-pelvico ed è un insieme di fasci muscolari, legamenti, tessuti connettivi e nervi che sono posizionati nella parte inferiore del bacino. Possiamo immaginarcelo come una complessa struttura di forma romboidale che sostiene gli organi pelvici, cioè la vagina e l’utero (nelle donne), l’uretra, la vescica e il retto.

Le disfunzioni del pavimento pelvico, dunque, si ripercuotono sulla minzione, sulla defecazione e sulla sessualità. La buona notizia è che questi muscoli sono volontari e, dunque, possono essere allenati. La fisioterapia del pavimento pelvico serve proprio a questo. 

La fisioterapia del pavimento pelvico in gravidanza 

Parecchie donne sentono nominare il pavimento pelvico per la prima volta durante i corsi preparto. Questo perché, senza dubbio, la gravidanza prima e il parto poi possono sottoporre a stress questo insieme di muscoli, nervi, legamenti e tessuti. Ma sapevi che si può agire già in ottica di prevenzione? 

“Durante la gravidanza possiamo accompagnare il corpo nei suoi cambiamenti fisiologici”, conferma Silvia Callarelli. “Fin dal primo giorno, il rilascio di ossitocina e relaxina favorisce una serie di modificazioni che sono funzionali ad accogliere il bambino (o bambina, o bambini) ma hanno conseguenze soprattutto a livello articolare con possibili dolori, per esempio all’articolazione sacro iliaca. Con la fisioterapia del pavimento pelvico miglioriamo la stabilità articolare e ci occupiamo della corretta attivazione del muscolo trasverso dell’addome, una sorta di “panciera naturale” che protegge lo scarico della pressione addominale sul perineo”. 

“In parallelo, attraverso il massaggio perineale interno ed esterno si può aiutare il perineo a dilatarsi, rendendolo più elastico e dunque abbassando il rischio che si creino gravi lacerazioni o si debba fare ricorso all’episiotomia e facilitare il ritorno all’equilibrio e funzionalità corretta della muscolatura nel post parto. Per ultimo, la fisioterapia del pavimento pelvico in gravidanza aiuta a prevenire la diastasi addominale: nel terzo trimestre infatti è fisiologico che i retti dell’addome si separino per accogliere il bebè, ma piano piano dovrebbero tornare come prima, come una molla”, continua Callarelli. 

Il periodo del post parto

Tra le sei e le otto settimane dopo la nascita, è poi il momento giusto per la visita post parto. Indipendentemente dal fatto che il bebè sia nato per via vaginale o con taglio cesareo, è un appuntamento prezioso per controllare lo stato di muscoli, legamenti e delle altre strutture che compongono il pavimento pelvico. Poi c’è una prima valutazione della diastasi addominale, da ripetere dopo 3-6 mesi e infine dopo un anno. Infine, si valuta il grado di movimento del pavimento pelvico, cioè se lo scarico sulla muscolatura è corretto anche mentre la neomamma cammina, prende in braccio il neonato o fa altri movimenti. A seconda di quanto emerge, si procede con un percorso personalizzato.

La fisioterapia del pavimento pelvico per gli uomini

Attenzione, però, perché le disfunzioni del pavimento pelvico non sono una prerogativa femminile. “Per gli uomini, durante la vita quotidiana si può creare un’alterazione del tono del pavimento pelvico che può portare dolore, stitichezza, emorroidi, neuropatia del pudendo. La fisioterapia è utile anche per problemi di erezione, eiaculazione precoce, incontinenza e prolasso”, sottolinea Silvia Callarelli. “Se la persona si deve sottoporre a un intervento di riduzione o asportazione della prostata, è importante iniziare con la fisioterapia già prima dell’intervento; nel post operatorio si procede per riabilitare l’erezione e la continenza fecale e urinaria”.

Fisioterapia del pavimento pelvico e sessualità

Quando l’uomo ha un’erezione, infatti, il sangue affluisce al pene e i muscoli del pavimento pelvico si contraggono per mantenerlo all’interno dei corpi cavernosi. Sono sempre questi muscoli a sostenere il pene durante il rapporto. Se dunque vengono meno la forza o la resistenza muscolare, può essere difficile raggiungere o mantenere l’erezione.

Per entrambi i sessi, dunque, la fisioterapia del pavimento pelvico può essere di grande aiuto per vivere la propria sessualità in modo più sereno. “Mi occupo molto di disfunzioni sessuali femminili”, conferma Silvia Callarelli. “Nel caso del vaginismo, una paura puramente psicologica che ostacola la penetrazione, andiamo a lavorare con una presa di coscienza della zona intima, per poi creare esperienze correttive con dilatatori ed esercizi fisici in cui incorporiamo il movimento del perineo. Poi c’è la dispareunia, cioè il dolore durante la penetrazione, che si può accompagnare anche all’aumento del tono del pavimento pelvico o alla vulvodinia, cioè un dolore vulvare di tipo neuro-biologico (e non psicologico). Come ci lavoriamo? Per esempio con la radiofrequenza, la presa di coscienza della zona, esercizi di postura e di decompressione viscerale. Io per esempio utilizzo lo yoga”, spiega.

Cosa si fa durante una seduta di fisioterapia del pavimento pelvico

Se hai letto fin qui, di sicuro ti stai chiedendo cosa si fa durante una seduta di fisioterapia del pavimento pelvico. La verità è che non esiste una sola risposta, perché tutto dipende dalle condizioni specifiche del (o della) paziente.

“La visita ha un ruolo fondamentale anche se è preventiva; ancor più se ci sono dolori o disfunzioni legate a minzione, defecazione, piacere sessuale e gravidanza o parto”, spiega Silvia Callarelli. “Innanzitutto si fa l’anamnesi, per fare chiarezza sulla storia clinica del paziente e sulla possibile causa della disfunzione. Dopodiché si procede alla visita, interna ed esterna, perché si esaminano anche la postura e altre parti del corpo. Il tutto dura al massimo un’ora. È fondamentale creare un clima positivo, in cui il paziente si sente libero di comunicare se sente dolore o disagio”. 

A seconda delle situazioni, il terapista può insegnare esercizi da replicare a casa, manipolare delicatamente la parte attraverso terapie manuali, usare tecnologie come la radiofrequenza o il biofeedback. Non bisogna immaginarsi un terapista che esegue manovre mentre il paziente resta passivo: la fisioterapia del pavimento pelvico è innanzitutto un’opera di educazione e presa di coscienza del proprio corpo

Lo sport e le abitudini corrette

Un’opera in cui, ricorda Silvia Callarelli, il movimento ha un ruolo fondamentale. Avere una disfunzione del pavimento pelvico, infatti, non significa dover rinunciare allo sport: l’importante è praticarlo in modo corretto e consapevole. “Le discipline che personalmente consiglio sono quelle che controllano lo scarico della tensione addominale sul perineo, come yoga, pilates, nuoto, camminate. Non esiste uno specifico sport che sia assolutamente vietato. Ce ne sono alcuni, per esempio il ciclismo o il crossfit, che non sono di sicuro la prima scelta; ma se una persona è fortemente motivata, le si può insegnare ad approcciarli nel modo corretto”.

Altrettanto importante è conoscere le buone abitudini per mantenere in salute il proprio pavimento pelvico:

  • mai sottovalutare la stitichezza;
  • evitare di stare seduti a lungo sul gabinetto;
  • assicurarsi di mantenere il controllo della zona intima anche durante periodi di tosse cronica o allergie: le piccole perdite di urina sono sempre un’anomalia;
  • curare la postura;
  • fare sport avendo coscienza del muscolo trasverso dell’addome;
  • usare il lubrificante nei rapporti penetrativi, per prevenire infiammazioni;
  • usare sempre il preservativo nei rapporti con partner occasionali, per tenersi al riparo dalle malattie sessualmente trasmissibili.ì

Foto in apertura: zinkevych/123rf.com