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Bilancio familiare: mai senza!

“Il primo passo verso la saggezza è conoscere i propri limiti”, scriveva Liomax D’Arrigo, un pensiero che calza a pennello con quanto di incredibilmente salvifico sia impegnarsi nell’esercizio di un bilancio personale, o ancora di più in quello famigliare, che racchiude tutte le persone delle quali ci prendiamo cura, anche al di fuori dei conviventi, siano essi genitori, figli, o congiunti.   

“Il primo passo verso la saggezza è conoscere i propri limiti”, scriveva Liomax D’Arrigo, un pensiero che calza a pennello con quanto di incredibilmente salvifico sia impegnarsi nell’esercizio di un bilancio personale, o ancora di più in quello famigliare, che racchiude tutte le persone delle quali ci prendiamo cura, anche al di fuori dei conviventi, siano essi genitori, figli, o congiunti.   

Gestire il proprio denaro non è un mero esercizio matematico, ma è una salvaguardia per il proprio benessere economico e finanziario. Incorrere in difficoltà economiche crea stress e ansietà che presto si trasformano in un senso di incapacità nell’affrontare le avversità, quindi ci vogliono metodo e perseveranza nell’esercizio della pianificazione. Questo per proteggersi da eventi inaspettati cercando di accantonare gradualmente un risparmio che diventa una preziosa sicurezza contro le avversità.

Occhio all’Eccesso di fiducia o overconfidence: una trappola senza implicazioni di genere

Fra i comportamenti che creano ostacoli ad una gestione ottimale del risparmio c'è eccesso di fiducia. Fiducia nel saper tenere sotto controllo la situazione, e poter anche sacrificare una piccola parte del proprio capitale per un “affare sicuro” perché allettati da alti rendimenti, certi che la perdita totale di quella quota di capitale non avverrà comunque. Basta il consiglio di un amico o parente fidato per portarci fuori strada.

Ma andiamo per ordine perché se alcune trappole comportamentali non ci permettono una protezione dai rischi ottimale, l’educazione finanziaria ci viene in aiuto per gestire al meglio i nostri risparmi ed affrontare altre situazioni emergenziali, come quelle di fronte alle quali la crisi pandemica ha posto molte famiglie che hanno dovuto affrontare mesi interi senza le consuete entrate in termini di reddito da lavoro. L’emergenza sanitaria ha acuito gli effetti di una carenza infrastrutturale digitale che facilitasse didattica e attività lavorative a distanza, e a pagarne le conseguenze come sempre le famiglie con minori e le donne.

Strategia di lungo termine e bilanciamento tra entrate e uscite, prima di tutto

In un Paese nel quale persiste un divario sulle competenze digitali, come su quelle finanziarie, che ci fa scivolare penultimi in Europa, una strategia efficace per usare le proprie risorse economiche è fondamentale. Un suggerimento è arrivato da una nota economista e senatrice statunitense che con la regola “Warren”, che da lei prende il nome, ci spiega come distribuire il totale del nostro reddito mensile  in tre parti: 50/20/30.

  • 50% alle spese indispensabili: ovvero quelle spese principali e imprescindibili come la rata del mutuo oppure l’affitto, le spese condominiali, le bollette di luce e gas, l’abbonamento per i mezzi di trasporto, o quello per il cellulare o smartphone o il bollo auto, la spesa del vitto fatta al supermarket, visite mediche necessarie già programmate, e la spesa della mensa scolastica, insomma ciò che sappiamo essere necessario;
  • 30% al benessere personale o sociale, cioè quelle spese voluttuarie o inessenziali legate allo svago come cinema, teatro, pranzi o cene anche a casa con amici. Questa parte è quella eventualmente sacrificabile in caso di spese straordinarie come la rottura della lavatrice o una spesa medica imprevista come il dentista.
  • Il restante 20% del reddito deve essere dedicato al risparmio, un concetto che si rifà proprio alla limitazione che ci imponiamo nella spesa generale del nostro reddito per accantonare per spenderlo in un momento diverso da quello nel quale è stato generato. Un sacrificio rispetto ad un impeto ai consumi non necessari per cautelarsi verso future necessità oppure per permettersi di avere abbastanza risorse per l’anticipo di una nuova casa oppure l’acquisto di un bene durevole come un nuovo televisore, un computer, un frigorifero o un divano.

Questa crisi sanitaria ed economica ha inciso profondamente su questa attitudine al risparmio degli italiani, che è aumentato del 6%, e che ovviamente può essere anche il primo passo per futuri investimenti, ovvero per un impiego fruttifero del risparmio.

Secondo le analisi dell’OCSE però il nostro Paese ha visto un peggioramento nelle competenze tecnico scientifiche ed oltre a ciò presenta un divario di genere nelle competenze matematiche sia nei ragazzi che negli adulti. Quindi queste percentuali da utilizzare per gestire le proprie finanze potrebbero essere un esercizio arduo. Ma non è così e non bisogna scoraggiarsi ma solo esercitarsi, anche perché possiamo simularlo digitalmente su: Familymi.com, ma anche perché nel nostro internet banking le spese fatte con bancomat , carte di credito e via bonifico (come per il mutuo o affitto) , oppure per le spese  fiscali con MAV e RAV sono riorganizzate già in capitoli di spesa aiutandoci a destreggiarci al meglio. Poi poco importa se vogliamo usare la sempre valida “busta riciclata” che fa molto green oppure l’intramontabile agenda ma la condivisione e monitoraggio delle spese ci permette di concentrarci sul bilancio tra entrate e uscite e sull’ottimizzazione dei risparmi.

Informarsi e dedicare tempo alle nostre finanze: un guadagno assicurato

Poi vi sono tattiche che ci arrivano dall’educazione finanziaria come usare un’ottimizzazione per le spese essenziali e ricorrenti nel vitto: come nel caso della spesa al supermarket con un’ottica di risparmio. Infatti considerando tutti i beni conservabili diversi dagli alimenti freschi, come: carta igienica, carta casa, fazzoletti di carta, detersivi, materiali per la pulizia o per lo smaltimento dei rifiuti questi son acquistabili in quantità maggiori rispetto alle quantità standard su Amazon o nei canali della grande distribuzione o “discount” (Lidl, Coop, Metro, etc..) o tenendo d’occhio e approfittando delle campagne ricorrenti di sconto sui supermercati altri, da monitorare con periodicità arrivando così a importanti risparmi fino al 40%, molto efficiente e favorevole soprattutto per le famiglie con figli.

Lo stesso riguardo deve essere dato nelle spese inessenziali o nell’acquisto di beni durevoli sui quali dovendo impiegare una quota importante di reddito, frutto di impegno nell’accantonare i soldi nel tempo, occorre dedicare tempo e impegno per confrontare i prezzi e le caratteristiche del bene perché queste rispondano all’esigenza o al bisogno che si vuole soddisfare. Facendo attenzione all’esistenza, ad esempio, di una garanzia e verificando anche eventuali recensioni su quel prodotto ove disponibili.

La facce del risparmio sono tante: meglio Previdenza complementare o Investimenti?

Così la stessa perizia e tempo posta nel destinare parte di una quota di soldi risparmiati a beni o servizi durevoli o che riteniamo importanti per la nostra vita quotidiana, dobbiamo utilizzarla quando decidiamo di gestire i nostri risparmi investendoli in prodotti finanziari o assicurativi e/o previdenziali.

Se decideremo di mettere da parte i soldi risparmiati per creare una pensione aggiuntiva rispetto a quella derivante dai versamenti obbligatori per legge creeremo quella che si chiama previdenza complementare, che vuol dire semplicemente cercare di garantirsi una rendita futura che vada ad affiancarsi alla pensione al termine dell’età lavorativa attraverso un fondo pensione o i piani individuali pensionistici. Rivolgendosi quindi a professionisti si faranno dei versamenti periodici che saranno investiti sul mercato finanziario e che produrranno rendimenti che cambieranno in linea con l’andamento dei mercati e della scelta personale del livello di rischio che si è disponibili ad affrontare. In questo caso l’organismo di vigilanza è la COVIP .

Ma se invece di una forma pensionistica complementare si vogliono fare degli investimenti in prodotti finanziari la regola resta la stessa: occorre informarsi sulle caratteristiche del prodotto finanziario, sul costo, sul livello di rischio. È infatti un aspetto importante informarsi preventivamente sui rischi legati ai prodotti finanziari,  partendo dalla base e quindi sulle differenze tecniche tra azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento e informandosi sui costi per unire insieme più scelte degli stessi prodotti e o per ottenere una diversificazione settoriale e geografica più adatta alla propensione al rischio propria. E se alti rendimenti si accompagnano sempre a elevati rischi sarà sempre l’aspetto tempo a giocare un ruolo fondamentale nei progetti che metteremo sulla nostra linea temporale prima di prendere qualsiasi decisione di investimento dei nostri risparmi. Due parole cruciali prima di affrontare un investimento finanziario:

  • Diversificazione: cioè non concentrare i soldi su un solo prodotto ma distribuire su più strumenti finanziari che siano differenti per settore e distribuzione geografica ma legati da una strategia predefinita. Ad esempio: sceglierò dei settori ciclici cioè legati al ciclo economico se penso che la ripresa sia vicina dal realizzarsi 
  • Ad alti rendimenti potenziali corrispondono elevati rischi: quindi occorre verificare e informarsi perché se i profitti potranno essere maggiori anche il rischio di perdita sarà altrettanto elevato

Mai in rosso! No al sovraindebitamento perché la Centrale Rischi vigila 

Abbiamo affrontato alcune note specifiche sul bilancio personale per sottolineare che la stessa dedizione che impegniamo nella scelta di un’auto nuova o un nuovo cellulare o computer dobbiamo averla per curare le nostre sostanze senza dimenticare che tutte le modalità di pagamento dilazionato rappresentate dalle carte di credito con pagamento rateale, rate di finanziamenti o linee di credito non solo hanno un costo aggiuntivo al capitale iniziale ottenuto e rappresentato dagli interessi dovuti ma dovranno essere ben posizionate nel calcolo del nostro bilancio perché un altro aspetto delicato da tenere sotto controllo è il sovra indebitamento.

Infatti tutti i nostri debiti ovvero le richieste di finanziamento per ottenere soldi che non abbiamo immediatamente a disposizione sono registrati da una Centrale Rischi gestita dalla Banca d’Italia con finalità di interesse pubblico, un organismo di controllo che calcola la nostra esposizione debitoria totale, quindi la possibilità di avere o meno accesso al credito in proporzione alle nostre disponibilità economiche per non ricadere in una difficoltà permanente di insolvenza. 

Si tratta di una banca dati che fotografa l’insieme dei debiti e delle garanzie in capo sia alle famiglie che alle imprese, e questa fotografia rappresenta la nostra “storia creditizia” che servirà alle banche o alle società finanziarie per comprendere a quanto ammonta il nostro livello di indebitamento e quindi se saremo capaci di restituire i finanziamenti richiesti. La storia creditizia quindi racconta da un lato il totale dei debiti e delle garanzie da noi firmate nel loro complesso, a fianco della nostra regolarità dei pagamenti e lo storico anche dei vecchi finanziamenti chiusi, e quindi definisce quello che si chiama il merito creditizio. Il merito creditizio rappresenta la capacità di ciascun individuo o impresa di restituire i propri debiti.

E se ogni scelta deve ricondursi a quel bilanciamento cruciale tra entrate e uscite da farsi almeno mensilmente, la disciplina che dobbiamo imporci con un forte senso di responsabilità ci troverà sempre pronti ad affrontare qualsiasi avversità ed a rafforzare il nostro benessere sociale e finanziario. Il numero di APP e siti perlopiù gratuiti che offrono un aiuto in tal senso sono certamente estremamente validi ma la differenza sarà sempre rappresentata dall’instancabile esercizio di formazione e informazione sul quale ciascuno di noi potrà attivarsi anche sui siti istituzionali come quello del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria: Quellocheconta.gov.it, di Banca d’Italia e della Consob.