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Pagamenti digitali: rapidità e costi bassi perché il tempo è denaro!

Nella gestione del proprio denaro il fattore tempo è fondamentale! Scopriamo insieme caratteristiche, vantaggi e prospettive dei pagamenti digitali.

Nella gestione del proprio denaro il fattore tempo è fondamentale! Scopriamo insieme caratteristiche, vantaggi e prospettive dei pagamenti digitali.

"Bisogna essere più avari del proprio tempo che del proprio denaro". Così un’intraprendente Regina Cristina di Svezia, XVII sec. descriveva il suo rapporto con il denaro, per lei donna di grande cultura , arte ma anche di saggezza politica, la sua lungimiranza la portò a contribuire al trattato di pace di Westfalia che chiudeva la guerra dei Trent’anni nel 1648.Una delle sole tre donne sepolte nelle Grotte Vaticane. Chissà quali talenti avrebbe attribuito alla rivoluzione digitale in corso, che ha avviato l’era dei pagamenti digitali, ponendo al centro della gestione finanziaria il fattore tempo!

Fintech : gli albori della rivoluzione digitale finanziaria, un nuovo Glossario

La rivoluzione digitale ha stimolato un’importante innovazione nei prodotti finanziari e nei modelli di business dell’industria finanziaria. Dalla gestione della moneta alla gestione del risparmio e degli investimenti, dalla gestione dei rischi bancari e finanziari sino al settore assicurativo: un cambiamento poderoso avviato nel 2009 e che si sintetizza in una parola Fintech.

Con Fintech si intende l’insieme delle applicazioni informatiche a supporto dell’attività dell’industria bancaria e finanziaria . La ricaduta delle stesse sui servizi e sulle tecnologie hanno messo a disposizione delle imprese, come dei risparmiatori, cinque aree principali di ampliamento degli orizzonti operativi:

  1. Finanziamenti: grazie all’implementazione di piattaforme di crowfunding, che raccolgono finanziamenti su una molteplicità di persone che concentrano il loro interesse su un determinato progetto comune, e piattaforme per prestiti peer to peer, ovvero ce permettono prestiti tra persone fisiche; 
  2. Risk Management: son stati imponenti gli investimenti in tecnologia o IT, Information Technology, delle banche per costruire sistemi più evoluti per minimizzare i rischi e avere profitti controllati, basandosi principalmente sul Var, ovvero una valutazione del rischio finanziario legato agli investimenti.
  3. Interfacce per i clienti: per migliorare il rapporto con la banca, come la vita lavorativa e sociale, le nuove interfacce di “conversazione digitale” rendono più semplice e facile la fruizione dei servizi finanziari (es. internet banking, APP, firma biometrica etc…).
  4. Sicurezza: attraverso l’analisi dei Big Data, cioè l’insieme delle tecnologie e delle informazioni disponibili generate digitalmente, si è potuto avviare misure di contenimento dei rischi di cybercrime, i crimini informatici.
  5. Pagamenti: il cuore della rivoluzione Fintech impatta su tutti i servizi di pagamento e regolamento delle transazioni finanziarie: dai servizi bancari ordinari sino alla negoziazione titoli e il trading .

Un incredibile impianto normativo e tecnologico che ha trovato molte resistenze nel nostro Paese, ove impera un dividendo demografico negativo, e quindi oltre all’invecchiamento della popolazione, anche i ritardi tecnologici risultano importanti. L’impatto delle dinamiche della struttura demografica sulla crescita economica è evidente, ma non solo, questo si riverbera nelle scelte di gestione del risparmio ed investimenti nel loro complesso. Per ciò che concerne invece  il divario digitale secondo i dati del rapporto 2020 della Commissione Europea, dettagliato nel DESI, indice di digitalizzazione dell’economia e della società, l’Italia è al 25 posto su 28, con  il 42% di persone tra i 16 e i 74 anni con competenze digitali di base contro una media UE del 58% mentre solo il 22% possiede una competenza elevata contro il 33% nell’UE.

Una nuova normativa : PSD2 e i pagamenti digitali in Italia

E se il Fintech ha avviato l’ondata innovativa, come sempre, e necessariamente, è arrivato l’impianto normativo di riferimento, racchiuso nella nuova direttiva europea sui servizi di pagamento, detta PSD2 (Payment Service Directive), che rinnova la precedente direttiva del 2010 e viene pubblicata nel 2015, ed attuata dopo ben 4 anni di recepimento per una piena messa in opera da parte del sistema bancario e finanziario.

Grazie alla PSD2 si consolida e rafforza l’offerta di “Open Banking”, ovvero l’accesso a informazioni e transazioni finanziarie che nascono da una intensa collaborazione tra le banche, le imprese Fintech e le start up che sviluppano nuove tecnologie per implementare i servizi .
Per molti esperti questo nuovo modo di “fare banca”, implementandone l’accessibilità ha permesso di allargare anche al settore assicurativo questo nuovo approccio.

Anche i servizi creditizi per prestiti e finanziamenti aumentano competitività e soprattutto la possibilità per i risparmiatori di confrontare e raccogliere informazioni più in dettaglio ora a disposizione di tutti, grazie alla digitalizzazione.

Ma molto più importante è il cambiamento culturale così avviatosi, sia da parte delle organizzazioni di settore che dei clienti stessi per essere più protetti e sicuri, un bel passo in avanti per un Paese che evidenzia ancora un divario su competenze economiche, finanziarie e digitali.
L’Italia è infatti quart’ultima fra i Paesi UE sull’alfabetizzazione digitale, e ciò principalmente a causa della:

  • arretratezza del sistema scolastico e formativo di base che non comprende materie adeguate al cambiamento . Ad esempio in Olanda dagli 8 anni si studia educazione finanziaria e dagli 11 anni robotica.
  • difficoltà di accesso e di utilizzo della rete e soluzioni internet diffuso sul territorio .

Solo il 69% ha accesso ed utilizza la rete internet regolarmente, solo poco più del 30% utilizza l’internet banking. L’uso dell’e governance, cioè dei siti della pubblica amministrazione per pagare tasse o multe , è del 13% rispetto alla media europea del 30%.
Così solo il 25% dei lavoratori prima dello scoppio della pandemia utilizzava software da ufficio perché il 40% non era in grado di farne un uso efficiente. D’altro canto il tasso disoccupazione giovanile è al 33%, quasi il triplo della media europea, e nonostante la forte richiesta di figure lavorative legate proprio alle conoscenze digitali!

I pagamenti digitali in Italia hanno raggiunto il 33% sul totale delle transazioni di 270 mld di eur e suddivise tra: e-commerce da PC a tablet (gli acquisti on line dalla spesa del supermarket all’abbigliamento fatti con il computer), mobile commerce (i pagamenti fatti su APP o siti di ecommerce con lo smartphne), contactless payments (i pagamenti fatti attraverso le carte di credito con microchip) e innovative payment (acquisti tramite strumenti innovativi come orologi con tecnologia contactless, che basta avvicinarli al POS o i pagamenti fatti attraverso il cellulare/ smartphone. Sono pagamenti rivolti ad esempio a ricariche telefoniche, bollette, servizi di mobilità).
E se i pagamenti contactless, “senza contatto”, sono cresciuti del 30% favoriti dalla pandemia , pare evidente che il contante e’ ancora il mezzo di pagamento più utilizzato attualmente nel Paese.

Il caso Italia: Nexi e Satispay in testa

Due piattaforme digitali votate ai pagamenti, dette “paytech”, si sono distinte nel panorama italiano: Nexi e Satispay.

Nexi, è stata recentemente inserita nella sezione dei servizi IT della pubblicazione di S&P Global, una agenzia di rating tra le più famose e più accreditata nel settore, il Sustainability Yearbook. Un annuario che include le migliori aziende internazionali che si distinguono per il livello di performance  legato alla sostenibilità raggiunto .

Nexi con SIA, società di servizi digitali rivolti a oltre 50 Paesi, a fine 2020 ha  creato il presupposto di un gruppo italiano a vocazione europea con un volume di affari superiore ai 2 miliardi di euro, la fusione si completerà nella seconda parte del 2021, ma non finisce qui.Il 2022 sarà l’anno nel quale si completerà un altro tassello del rafforzamento di Nexi, grazie alla fusione con Nets, un’altra importante “paytech” basata in Danimarca . Se Nexi è un colosso di pagamento per esercenti titolari di carte, indubbiamente Nets con il suo ampio bacino di servizi per i commercianti,  punti vendita (POS) e le carte di pagamento intelligente, porta in dote un ampio giro d’affari sui Paesi nord europei e dell’Europa Centrale. Così si consoliderà una delle prime paytech in Europa orgogliosamente italiana.

Un altro esempio importante di successo è senz’altro Satispay, che è stata premiata l’anno scorso tra le migliori 250 aziende fintech nel mondo; l’unica italiana in classifica su 16.000 partecipanti da 25 Paesi. Satispay si distingue per l’originalità della sua proposta che non si lega a circuiti di carte di credito ma direttamente al conto corrente tramite l’IBAN.

La selezione si basa sullo stato di salute dell’azienda e sulle sue prospettive di crescita. Ed è proprio il modello vincente di Satispay che ha attratto investimenti dall’estero di grande rilievo e l’attenzione di investitori rinomati: dalla Tencent a Jack Dorsey di Twitter sino al famoso fondo Lightstone del Principe del Lussemburgo. Questi tre insieme a Tim Ventures hanno sottoscritto un aumento di capitale di 68 ml di eur. Il coraggio e la lungimiranza che ha portato Satispay prima a intercettare i micropagamenti dei risparmiatori e poi ad affiancare i negozianti in un necessario processo di digitalizzazione per uniformarsi alle nuove esigenze dettate dalla pandemia. Il modello di business vincente e l’evoluzione dei pagamenti digitali in  atto permetteranno a Satispay di evolversi anche  utilizzando i nuovi membri del Board per uno sviluppo industriale importante e un processo di internazionalizzazione crescente.

Conclusioni

Il contributo rivoluzionario del FinTech inizia solo di recente ad essere inserito nella più ampia cornice della sostenibilità. A molti pare ormai ovvio che l'innovazione anche in campo finanziario, per essere tale oggi, deve essere sostenibile, e non solo dal punto di vista economico. Non é infatti più possibile pensare all’applicazione delle nuove tecnologie digitali in ambito finanziario, senza integrare preoccupazioni relative agli impatti ambientali e gli effetti sociali che si possono direttamente o indirettamente generare, e gli aspetti etici e di governance.  
 
Fino ad ora ci si è concentrati infatti soprattutto sulla funzione di allargamento della base di utenza dei servizi finanziari, che il FinTech può consentire, ma c'è molto altro. In ciascuna delle tecnologie abilitanti e dei servizi/prodotti che generano -  crowfunding, digitalizzazione dei pagamenti, peer to peer landing, big data, visti sopra - vi sono potenzialità enormi che possono supportare il perseguimento di molti degli SDGs, gli obiettivi globali dell’Agenda 2030,  implementando modelli di business o soluzioni innovative che: 1) indirizzino più facilmente gli investimenti verso progetti green o socialmente responsabili; 2) supportino la finanza sostenibile; 3) rappresentino uno stimolo per comportamenti più sostenibili da parte della clientela; 4) supportino l'inclusione finanziaria.
 
In ambito italiano poco è arrivato del dibattito in atto sul cosiddetto “FinTech for Good“ e l'eventuale supporto agli SDGs, e molto rimane da fare per investigare il rapporto e le potenzialità esistenti, oltre che per connettere due mondi distinti e con linguaggi spesso molto diversi come quelli della sostenibilità e della finanza, oltre che i player tradizionali del mondo finanziario e le start up FinTech. Per questo abbiamo creato un Osservatorio sul Fintech per la Sostenibilità, e condiviso questo impegno sullo sviluppo del Fintech sostenibile con la principale e più rappresentativa associazione italiana di settore, AssoFintech.

La collaborazione tra associati si è resa fondamentale perché questi grandi cambiamenti in atto arrivino a tutta società tutta, con la massima diffusione. Si è agito inoltre  sulla cooperazione internazionale anche per implementare ad esempio una piena uguaglianza di genere, condividendo anche come la sicurezza informatica sia un’altra priorità importante, seguita dallo scambio di buone pratiche e  dell’esperienza sul quadro normativo e legale. Questi sviluppi accelereranno l'inclusione e modernizzazione dei mercati finanziari e permetteranno di affrontare le  questioni relative alla privacy, alla concorrenza e alla concentrazione del mercato, che potrebbero portare altrimenti a vulnerabilità nel sistema finanziario, se non affrontate con professionalità e individuando strategie ugualitarie e condivise tra associazioni nazionali , europee e istituzioni di vigilanza.

Foto apertura: Oksana Kuzmina -123.rf