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Pay gap: cos'è e perché le donne vengono pagate meno degli uomini

Le differenze salariali tra uomini e donne sono sotto gli occhi di tutti. Ma nonostante anni di lotte e dati che fotografano l'inquietante fenomeno, la parità è sempre più lontana. Tocca rassegnarci?

Le differenze salariali tra uomini e donne sono sotto gli occhi di tutti. Ma nonostante anni di lotte e dati che fotografano l'inquietante fenomeno, la parità è sempre più lontana. Tocca rassegnarci?

Ogni giorno una donna va a lavorare, sapendo che guadagnerà il 16% in meno rispetto al suo collega uomo. E se è una manager, che ha studiato, vanta anche più di un master, le cose vanno pure peggio perché lo stipendio arriva a pesare fino al 30% in meno. Questi sono i dati riportati nel "Rapporto sulla condizione di occupazione delle donne" 2023 firmato da ISTAT, che raccontano il gender pay gap in Italia. Queste cifre sono l'espressione di un mondo del lavoro in cui le donne fanno - ancora - fatica ad emergere o anche solo a essere pagate il giusto. Non più degli uomini, anche quando potrebbero. Il giusto.

Secondo il Global Gender Gap Report 2022, al ritmo attuale, si prevede che ci vorranno ancora circa 136 anni per raggiungere la parità retributiva globale. Ma dopo anni di lotte, report e divulgazione sul tema, questo risultato sembra molto più lontano. Infatti, siamo finiti in un'epoca in cui il primo presidente del consiglio donna, Giorgia Meloni, durante il delicatissimo colloquio con Donald Trump ha criticato la filosofia "woke", descrivendola come una forma di ideologia che secondo lei promuove la divisione anziché l'unità. In quella corrente di pensiero ci sono anche le lotte contro la disparità di genere e, quindi, anche quelle per colmare il pay gap. Ma cos'è esattamente il pay gap, e perché persistono queste disuguaglianze?

Cos'è il pay gap: significato di un problema strutturale

Il pay gap, o gender pay gap o divario retributivo di genere, indica la differenza di stipendio che esiste tra uomini e donne. Nonostante i progressi realizzati i dati mettono in luce un sistema che, in modo insidioso, perpetua disuguaglianze radicate.

Si inizia tra le mura di casa, con l'altissimo carico di cura, gestione familiare e domestica ancora per lo più sulle spalle delle donne. Si continua quando, bambine, vengono scoraggiate dall'intraprendere carriere legate a materie STEM - troppo impegnative da conciliare con i ruoli di mamma e moglie. Si arriva al taglio del proprio orario di lavoro - se non alle dimissioni (volontarie e non) - quando si sceglie di diventare madri perché il mercato del lavoro è ancora poco aperto ad accogliere le istanze di mamme lavoratrici, abbandonate da quello stesso governo che vuole veder crescere le famiglie con due o più figli nel nostro Paese.

Come si calcola il pay gap

Il gender pay gap viene calcolato utilizzando vari metodi. Il più comune parte dal calcolo della media dei salari. Si raccolgono i dati sui salari di uomini e donne in un determinato contesto (ad esempio, all'interno di un'azienda, di un settore o di un Paese). Si calcola la media dei salari per ciascun gruppo: Media salariale uomini (somma dei salari degli uomini diviso il numero totale di uomini) e Media salariale donne (somma dei salari delle donne diviso il numero totale di donne).

Una volta ottenute le medie salariali, si sottrae il salario medio delle donne da quello degli uomini. Poi si divide questa differenza per il salario medio degli uomini. Infine, si moltiplica per 100 per ottenere un valore percentuale. Questo è il metodo più comune, utilizzato sia da ricercatori e accademici, sia da istituzioni come il World Economic Forum.

È importante notare che il calcolo del gender pay gap può essere influenzato da diversi fattori, e spesso le analisi più dettagliate tengono conto del settore lavorativo, ruoli e qualifiche, ore lavorate, ma anche variabili di contesto come l'esperienza professionale, l'istruzione, l'anzianità e le ore lavorate. In questo modo è possibile ottenere una stima più precisa della disparità salariale che può essere attribuita a discriminazione diretta di genere.

Le conseguenze del gender pay gap

Ma il pay gap non è solo un problema salariale e individuale. Ha conseguenze strutturali che pesano sulle economie nazionali. Infatti, quando le donne guadagnano meno degli uomini, il loro potere d'acquisto si riduce. Questo non solo influisce sul benessere individuale delle donne e delle loro famiglie, ma può anche portare a una minore spesa complessiva nell'economia, riducendo la domanda di beni e servizi.

Il pay gap può influenzare la motivazione e la produttività delle lavoratrici. Percepiscono di essere sottovalutate e di non ricevere compensi equi. Pertanto, potrebbero essere meno inclini a impegnarsi nel lavoro o a cercare opportunità di crescita all'interno delle aziende, con un conseguente impatto sulla produttività complessiva dell'organizzazione. Un ambiente di lavoro inclusivo e diversificato è fondamentale per stimolare l'innovazione. La sottorappresentazione femminile in ruoli di leadership e decision-making, causata anche dal pay gap, può limitare la diversità di idee e prospettive, frenando così l'innovazione.

Inoltre, le disparità salariali contribuiscono a un ciclo di povertà e dipendenza da sistemi di assistenza pubblica. Questo può comportare costi aggiuntivi per lo Stato, che deve sostenere un maggiore carico fiscale per supportare le famiglie in difficoltà. Di conseguenza, le donne accumulano meno risparmi per la pensione, compromettendo la loro sicurezza economica e mettendo sotto pressione il sistema pensionistico pubblico.

Scegliere il settore giusto

Una delle cause principali del pay gap risiede nella segmentazione del mercato del lavoro. Le donne sono sovrarappresentate nei settori meno retribuiti, come l’assistenza sociale e l’educazione, mentre rimangono sottorappresentate negli ambiti STEM come la tecnologia e l’ingegneria. Secondo il Gender Pay Gap Report 2022 dell’Unione Europea il 70% dei lavoratori nel settore della sanità è costituito da donne, ma mediamente le retribuzioni siano inferiori rispetto a settori più remunerativi e ai colleghi uomini.

Pay gap: quanto si può negoziare?

Chiedere un aumento di stipendio è difficile sia per gli uomini che per le donne. Nell'ambito del pay gap la negoziazione appare un arma a doppio taglio, quasi sempre a svantaggio delle donne. A causa di stereotipi e aspettative sociali, si tende ad avere meno fiducia nel chiedere stipendi più alti. Come dimostra un'analisi di Harvard Business Review, quando le donne cercano di negoziare, possono affrontare reazioni più critiche rispetto agli uomini. A far la differenza, ancora una volta, potrebbe essere la formazione. Infatti, frequentare training di negoziazione potrebbe insegnare alle donne a chiedere ciò che gli spetta.

Maternità e lavoro: un macigno sul pay gap

Un’altra dimensione del fenomeno è il cosiddetto "motherhood penalty". Le madri tendono a guadagnare meno rispetto alle donne senza figli: lo dice uno studio del National Bureau of Economic Research che indica una perdita media di stipendio del 5% per ogni figlio. Oltre ad essere ingiusta, questa situazione ha ripercussioni a lungo termine sulla sicurezza economica delle madri e delle loro famiglie, offrendo alle donne non sposate e senza figli un motivo in più per privarsi o non perseguire strade comunque dannose per la propria carriera e portafogli.

Pay gap nel mondo

Secondo il World Economic Forum, la disparità retributiva mondiale si attesta mediamente intorno al 16%, con i Paesi scandinavi che mostrano le migliori performance grazie a politiche progressiste sulla salute, sul congedo parentale e sull'uguaglianza di genere. Tuttavia, altre nazioni, come quelle in via di sviluppo, affrontano sfide ancora più gravi, con donne che guadagnano fino al 35% in meno rispetto agli uomini per lavori simili.

Per combattere questa condizione ci sono numerosi movimenti e organizzazioni in tutto il mondo mobilitati per combattere le disuguaglianze di ogni genere. Movimenti come #EqualPayDay (Giornata per l'Uguaglianza Salariale) sensibilizzano l'opinione pubblica sull'urgenza del trovare una soluzione alla questione.

Organizzazioni come UN Women e Oxfam lavorano per sviluppare politiche e soluzioni pratiche che puntano a migliorare l'uguaglianza di genere nel mercato del lavoro. Inoltre, iniziative locali, come il Women’s Equality Party nel Regno Unito hanno portato maggiore attenzione verso la disparità retributiva, creando spazi di discussione e advocacy per garantire che diritti e opportunità siano equamente distribuiti.

Verso un futuro di uguaglianza

Affrontare il pay gap richiede un approccio multidimensionale. Le aziende dovrebbero promuovere la trasparenza salariale, rendendo pubblici i dati relativi agli stipendi per genere e ruolo. È altresì fondamentale implementare politiche di inclusività, favorendo la diversità nella leadership e creando reti di supporto per le donne. In parallelo, è necessario vedere un cambiamento culturale a 360 gradi, che deve partire proprio da quelle donne e quegli uomini che oggi guidano le nazioni.

Fondamentale diventa l'educazione delle prossime generazioni, che dovranno riconoscere i valori e i diritti delle donne nel mondo del lavoro, incoraggiandole a non accettare ingiustizie e a lottare per i propri diritti. Solo attraverso la consapevolezza, la trasparenza e politici attivi, si potrà finalmente concretizzare il concetto di pari opportunità.

Foto di apertura: Freepik