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Allattamento al seno: come prevenire e curare le ragadi

Le ragadi sono piccoli tagli e abrasioni che possono formarsi sul seno durante i primi giorni di allattamento: ecco come risolvere il problema.

Le ragadi sono piccoli tagli e abrasioni che possono formarsi sul seno durante i primi giorni di allattamento: ecco come risolvere il problema.

Dei benefici dell'allattamento al seno, tanto per il neonato quanto per la neo-mamma, si parla spesso. Come sostiene anche l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il latte materno rappresenta il miglior alimento per la crescita del bambino ma non solo: l'allattamento esclusivo al seno è anche un'esperienza intensa ed emozionante che rafforza il legame tra la mamma e il suo piccolo.

Tuttavia, specie all'inizio, la mamma può incontrare qualche piccola difficoltà che, se non gestita tempestivamente, può mettere a repentaglio la serena prosecuzione dell'allattamento.

Le ragadi al seno sono infatti piccoli tagli o abrasioni che possono formarsi sul capezzolo causando un dolore, anche intenso, durante la poppata.

Perché si formano?

La causa è quasi sempre dovuta al modo in cui il neonato si attacca al seno della mamma: se il piccolo non è attaccato correttamente, infatti, la suzione si concentra solo sul capezzolo dando origine a una ferita.

Le ragadi, che di per sé non costituiscono alcun pericolo nè per la mamma nè per il neonato,possono tuttavia causare un dolore così intenso da rendere difficile attaccare il bambino al seno e dunque compromettendo l'allattamento. Proprio per questo motivo possono scatenare ingorghi mammari e, in alcuni casi, anche fastidiose mastiti.

Secondo le statistiche la comparsa delle ragadi è infatti uno dei principali motivi di abbandono dell'allattamento al seno da parte delle neo-mamme.

Come gestire allora il problema?

Ecco qualche utile dritta salva-allattamento per prevenire e curare le ragadi.

  1. Attaccare correttamente il bebè. La prima regola per prevenire le ragadi è assicurarsi che il neonato si attacchi al seno nel modo giusto. In modo particolare la bocca deve poggiare sul capezzolo e su gran parte dell'areola e le labbra devono essere ben aperte a ventosa. Se il bebè è attaccato nel modo giusto la  mamma non sentirà alcun dolore. Per questo il dolore durante la poppata deve essere considerato un campanello d'allarme da non sottovalutare.
  2. Cercare una posizione comoda. Durante la poppata la mamma deve trovare una posizioneche le permetta di essere rilassata, magari aiutandosi con un cuscino da tenere dietro la schiena o sotto il braccio. così da favorire il giusto attaccamento del bambino.
  3. Cambiare spesso posizione. In presenza di ragadi, può essere molto utile cambiare spesso la posizione in cui si allatta il piccolo. In questo modo si evita che il capezziolo venga stimolato sempre e solo nello stesso punto che è poi lo stesso dove si è formata la ferita.
  4. Massaggiare il seno prima della poppata. Per facilitare la suzione del piccolo e lenire il fastidio iniziale, prima di attaccare il bebè è bene massaggiare il seno: in questo modo il latte uscirà più facilmente.
  5. Passare qualche goccia di latte sul seno. Un disinfettante naturale per le ragadi è proprio il latte materno. Per questo si consiglia di spremerne alcune gocce sul seno per favorire la cicatrizzazione della ferita. Inoltre, per velocizzare la guarigione delle ragadi, è importante tenere il seno il più possibile scoperto e non a contatto con indumenti o coppette assorbi-latte.
  6. Non limitare le poppate. Anche se il dolore è intenso, per evitare di peggiorare la situazione, la mamam deve cercare di non limitare il numero o la durata delle poppate: il rischio infatti sarebbe quello di incappare in un ingorgo mammario e di non assicurare al piccolo la giusta quantità di latte.
  7. Chiedere sempre l'aiuto di un esperto. Infine, è fondamentale rivolgersi al proprio medico o ginecologo che potrà prescrivere antidolorifici adatti e suggerire strategie adeguate per risolvere il problema.

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