Gravidanza
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Alanis Morissette ha vinto la depressione post partum, il suo esempio

La lezione di Alanis Morrisette che ha combattuto (e vinto) la depressione post partum, un male da cui nessuna mamma è immune, neanche una star internazionale vincitrice del Grammy Award.

La lezione di Alanis Morrisette che ha combattuto (e vinto) la depressione post partum, un male da cui nessuna mamma è immune, neanche una star internazionale vincitrice del Grammy Award.

Alanis Morissette ha lottato con la depressione post partum per due anni; dinanzi al racconto del suo dolore, l’onda d’urto della sofferenza fa vibrare l’animo e ricorda a tutti che nessuna mamma è immune.

Qualunque sia l’età, l’estrazione sociale, il percorso della maternità, comunque sia stata la gravidanza, indipendentemente dalla gioia e dalla stabilità di coppia, nessuna donna può dire:

- A me non accadrà mai.

A tutt’oggi, la società ha ancora la responsabilità serissima di cambiare, sia verso l’idea stessa di depressione sia verso le madri che ne sono vittime. E questo bisogno di cambiamento reta necessario ovunque, in Europa come oltreoceano.

Con riguardo a questa complessa condizione, Alanis Morrisette ha dichiarato che:

- Non c'è un vero modo per mostrare cosa sta succedendo all'interno del tuo corpo, non importa quante volte si tenta di articolarlo.

La depressione post parto è una condizione avvolgente, un groviglio di sentimenti, è stringente, limitante, asfissiante, seria quanto taciuta, talvolta viene negata, se non nascosta. Definirla come condizione riconosciuta e riconoscibile non basta né ad identificarla né ad isolarla, ovvero ad individuarla, soprattutto nell’ambiente domestico dove si manifesta e dovrebbe essere primamente considerata.

Cos’è la depressione post partum

La depressione post partum è categorizzata come un disturbo dell'umore che si manifesta, ovvero si esternalizza, con sintomi depressivi:

  • astenia,
  • svogliatezza,
  • sonno, ovvero rifugio nel sonno,
  • distacco,
  • insoddisfazione,
  • ansia.

Perché si possa parlare di depressione post parto in termini diagnostici occorre la permanenza dei sintomi da almeno 2 settimane dopo il parto ed è necessario che questi interferiscono con le comuni attività quotidiane.

Tutte le donne che diventano mamme attraversano la loro tempesta ormonale, ma la depressione post parto è più di questo. Uno dei pericoli a cui la donna è esposta è la confondibilità dei sintomi:

- Tutte le mamme sono stanche, passerà;

- Devi solo staccarti un po’ dal bambino;

- Hai solo bisogno di dormire;

sono queste alcune delle frasi rivolte spesso alle neomamme. Chi le pronuncia non sempre tiene conto del contesto, raramente dà a se stesso il tempo di valutare le effettive condizioni della mamma e quasi mai considera che il 10-15% delle donne che partoriscono cadono vittime della DPP (depressione post partum) e che, per quanto possa essere transitoria, resta pur sempre una complicanza psichica del puerperio.

I sintomi specifici della depressione post parto sono:

- senso di inadeguatezza,

- crisi di pianto improvvise e immotivate,

- frequenti sbalzi d’umore,

- ansia,

- inappetenza,

- apatia,

- insoddisfazione intesa come generale carenza di felicità anche se a pochi passi dal cuore c’è un bambino, quanto di più bello la vita possa donare.


La depressione post parto bussa alla porta dell’animo della mamma già qualche giorno dopo il parto, la fisiologica sindrome da Baby Blues tende a rientrare in pochi giorni e appartiene alla tempesta ormonale a cui abbiamo accennato, mentre la depressione non scompare “schioccando le dita”, ma anzi peggiora e tal volta necessita di una terapia o comunque abbisogna del supporto della famiglia.

Cosa deve cambiare nella percezione socio-familiare della depressione post partum

La mamma depressa non è una mamma sbagliata, è una mamma che sta nascendo con sofferenza, dolore e partecipazione emotiva. Alanis Morissette dà di questo una misura precisa.

Lo sconvolgimento ormonale gioca un ruolo chiave, il senso di responsabilità anche, la deprivazione del sonno, la stanchezza fisica, il peso di un parto eventualmente complesso fanno, poi, la loro parte. Oggi incide notevolmente l’icona della mamma perfetta che i social non aiutano a destrutturare: nessuna mamma è bella e patinata come quelle che si propongono in versione super donne su Instagram e Facebook, in ogni casa passano uragani e piovono tempeste, tutti i bambini hanno momenti di ingestibilità, qualunque coppia scricchiola e nessuno è perfetto, sappiatelo e tenetelo a mente!

La testimonianza di Alanis Morissette

La trappola più insidiosa della depressione sta nella negazione sociale, in questo senso la testimonianza di mamme famose che l’hanno attraversata e vinta è di fondamentale importanza.

Alanis Morissette si racconta per sensibilizzare la società all’accettazione della depressione post parto nell’aiuto fattivo alla reazione della mamma.

Prendersi cura del bambino è faticoso, uno stato depressivo lo rende gravoso, se non insormontabile, così la mamma prende le distanze dal figlio, dal suo pianto, dai suoi bisogni non perché non lo ama, piuttosto perché lo ama talmente tanto da temere di essere incapace di averne cura.

La mamma depressa, nell’incertezza di sentimenti soffocanti e violenti, rifiuta tutto quello che il suo stesso amore coinvolge.

Chi vive accanto a lei non è chiamato a sostituirla e nemmeno a salvarla, è convocato, a sua volta, ad amarla, ovvero a riportarle fattivamente dinanzi tutto l’amore che nutre, che lei per prima ha dato e che il bambino rappresenta. La mamma deve vedere i frutti, assaggiarli, sentirne il gusto dolce, trovarne i benefici, infine saprà coglierli da sola.

È come gettare un salvagente all’uomo in mare: alla mamma vanno dati gli strumenti per recuperare il ponte della nave e vanno attesi i suoi tempi, va riportata fuori dalle onde facendo appello alla sua stessa forza di afferrare il salvagente rifiutare la deriva. È il modo di avere cura della mamma che deve cambiare e con esso il modo stesso di intendere la depressione.

Alanis Morissette racconta come ha lottato contro la depressione post-partum: “È peggiorata progressivamente

Un' intervista a  Today Parents consegna un racconto a tinte delicate della depressione post parto che normalizza anche una star internazionale vincitrice del Grammy Award, come mamma Alanis:

- Ho avuto la depressione post-partum dopo ogni gravidanza, e con ogni bambino è peggiorata progressivamente.

L’artista lo ha svelato con verità sincera: il male di vivere le è cresciuto dentro per molto tempo, ha iniziato a sentirsi meglio solo quando l’ultimo dei suo tre figli ha incominciato a mangiare da solo. Lo svezzamento è una boa per molte mamme: il bambino che mangia dorme di più, si affaccia al mondo con una diversa curiosità, volge all’autonomia, dimostra alla mamma stessa che sta crescendo e lo sta facendo bene.

Rispetto ai suoi tre figli, Ever Imre, nato nel 2010, Onyx Solace, nata nel 2016, e Winter Mercy, venuto alla luce nel 2019, nessuna nascita le ha risparmiato la depressione post partum. Ogni volta, mentre era nel bel mezzo della tempesta, qualcuno le ha detto:

- Hai solo bisogno di fare una passeggiata

- Hai solo bisogno di dormire,

ovvero quelle frasi di superficie che molte madri ricevono mentre dentro al cuore c’è tormento. 

"Ma notizie flash (la depressione post partum, ndr.): è così multistrato. È biochimica, è neurochimica, è circostanziale, è ambientale. Non è solo una cosa, non è una soluzione rapida” afferma l’artista.

La depressione post parto incide sulla coppia

La mamma in tormento ha una profonda difficoltà di verbalizzazione e di manifestazione dei suoi sentimenti.

Leggi anche: Baby blues: quando a soffrirne sono i papa'

Del resto come si può descrivere una tormenta se non col suo rumore, col freddo bagnato della pioggia e con la paura che scatena?

- La mia strategia di sopravvivenza è semplicemente quella di farcela - ha dichiarato l’artista - e poi ho parlato con una professionista che sapeva tutto sulla depressione post partum. Ciò che le ho chiesto è stato: “Questo scomparirà con uno schiocco delle dita?” Lei ha risposto: “No, in realtà peggiora.” Non appena ho sentito queste parole, ho pensato che non avrei potuto andare ancora più a fondo, quindi sono entrata subito in terapia”.

Evidentemente Alanis era pronta a scegliere tra le onde e il salvagente.

Tra gli altri messaggi che trasmette alle mamme, la consapevolezza è uno dei più cruciali: come in ogni terapia supportiva anche nella terapia contro la depressione post partum il paziente vive dei momenti di onnipotenza. Si tratta di frangenti in cui la mamma si convince che il mostro sia stato sconfitto, ma non bisogna avere fretta e nemmeno è giusto sentirsi in colpa ogni volta che l’ombra grigia del dolore ritorna a stendersi sul cuore. Il dolore della depressione post partum “non è qualcosa che dura una settimana”, ha una lunga coda, molte reminiscenze, qualche ricaduta, ma poi va via e lascia una consapevolezza salda: la mamma, qualunque mamma, è sempre una guerriera che con la sua stessa forza può tutto.

L'American Psychological Association lo ha apertamente raccomandato a tutte le famiglie: se una neomamma manifesta sintomi per più di due settimane dopo aver partorito, il migliore atto d’amore verso la donna e il suo bambino, se vogliamo verso tutta la famiglia, è chiedere aiuto a un professionista. La trascuratezza, la negazione, la solitudine sono condizioni di aggravamento pericolose.

Dall’altro lato c’è la luce, Alanis Morissette, che ha volutamente sperimentato la maternità per tre volte e l’ultima a 45 anni, lo dimostra. La mamma va ispirata a questa luce, vale la pena ricordarlo a tutte le famiglie neonate: la mamma che combatte non è sbagliata, non è fuori posto o fuori ruolo, è solo caduta in mare e voi familiari avete tra le mani un salvagente, fatene uso con amore e cautela sapendo che molte donne prima di lei dimostrano che la tempesta ha fine e resta alle spalle.