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Antiche foreste tra Toscana e Romagna

Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

l Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna è stato istituito nel 1989 e tutela una superficie di 36.426 ettari nell'Appennino Tosco-Emiliano, includendo le province di Arezzo, Forlì-Cesena e Firenze. Il parco tutela uno dei crinali tra i meglio conservati d'Italia, una fitta distesa di boschi e foreste che unisce il monte Falterona, dove nasce l'Arno, ai monti Falco e Penna. Il versante romagnolo comprende le valli del Tramazzo, del Montone, del Rabbi e del Bidente di Corniolo. Quello toscano include una piccola porzione del Mugello e la parte montana del Casentino. Costituiscono il cuore del parco le Foreste Demaniali Casentinesi, la cui salvaguardia e gestione iniziò già nel 1012, quando l'imperatore Enrico II donò 160 ettari di bosco a Camaldoli al monaco benedettino Romualdo, il quale vi costruì cinque celle e una piccola cappella. Tra gli obblighi dei monaci vi era quello di ripiantare ogni anno 5000 piante e di usare il ricavato del legname venduto per migliorare la foresta. Nei sec. XVII e XVIII, però, le foreste del parco furono devastate in seguito all'abolizione delle leggi che proibivano il taglio dei boschi, e di nuovo agli inizi del Novecento a causa della costruzione della ferrovia, che richiese grandi quantità di legname.

Nella zona del parco la vegetazione dominante è rappresentata dal faggio e dall'abete bianco (gli esemplari più maestosi si trovano nel bosco della Verna e nelle foreste di Camaldoli e Sasso Fratino, quest'ultima riserva naturale integrale dal 1959), ma sono molto diffusi anche la ginestra, che colonizza i pascoli e i pendii sassosi, l'acero, l'olmo e il frassino. Nel territorio si trovano alcuni esemplari di piante plurisecolari, i cosiddetti ‘patriarchi’ del parco, tra cui si segnala il castagno Miraglia, di circa 500 anni di età, con una circonferenza di più di 10 metri e un'altezza di circa 19 metri. Vicino ai corsi d'acqua vegeta la tozzia, piccola pianta dai fiori gialli, tipica delle Alpi, che trova nel parco l'unico sito appenninico. Lungo i pendii e i dirupi cresce la sassifraga gialla, mentre il giglio martagone prospera nei boschi, sui prati e nelle vallette umide. Vivono nel parco diverse specie di mammiferi, quali il lupo, il daino, il capriolo, il cervo e il cinghiale. L'avifauna è rappresentata, in parte, dall'aquila reale, dal falco pecchiaiolo, dall'astore, dal gufo reale e dal gufo comune, che nidificano nella zona più remota del parco, e dal merlo acquaiolo, visibile lungo le rive dei torrenti.

Nel settore toscano dell'area protetta sorgono due luoghi di culto di grande interesse: l'eremo di Camaldoli e il santuario francescano della Verna. Il monastero di Camaldoli, di proprietà del conte Maldolo, nacque come ospizio dopo il Mille, per divenire in seguito un monastero dei Camaldolesi. Nel Cinquecento vi sono state redatte le Costituzioni Camaldolesi, contenenti delle norme che riguardavano le foreste. Nel monastero sono conservati dei bei dipinti del Vasari nei chiostri e nella chiesa dei santi Donnino e Ilariano. Nell’eremo si trova anche un’antica farmacia con oggetti provenienti dal laboratorio galenico dei monaci. Il santuario della Verna invece si trova sulla parete meridionale del monte Penna, immerso in una selva silenziosa, meta di molti pellegrinaggi. Alla Verna, nel 1224, san Francesco ricevette le stimmate, fatto ricordato da Dante nel Paradiso e ancora oggi commemorato con una festa. Un altro punto di interesse del parco è il settecentesco palazzo granducale Campigna, fino al secolo scorso residenza di caccia dei Lorena e oggi trasformato in un albergo. A Ridracoli si trova l'Idro Ecomuseo delle Acqua; l'abitato del paese conserva un bell'esempio di ponte a schiena d'asino. Risalendo la valle si raggiunge l'imponente diga, completata nel 1982 per fornire energia e acqua ai comuni della pianura romagnola.

Nell’area protetta sono stati creati i Centri Visita: alcuni sono semplici punti informativi, altri sono musei, come Il Planetario del Parco a Stia, una struttura per la divulgazione dell’astronomia e il Museo Ornitologico di Camaldoli. Nel parco sono stati creati anche i Sentieri Natura, 9 percorsi per scoprire i territori dell’area protetta. Inoltre il progetto Il parco per tutti cerca di avvicinare i visitatori realizzando sentieri che spingano all'utilizzo di tutti i sensi, proponendo percorsi adatti a chiunque, anche a portatori di handicap.

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna

via G. Brocchi, 7 - 52015 Pratovecchio (AR)
www.parcoforestecasentinesi.it