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La bellezza inesplorata del Sulcis

L'isola di Sant'Antioco e le sue tradizioni

L'isola di Sant'Antioco e le sue tradizioni

Sant’Antioco è la quarta per estensione tra le isole italiane con una superficie di circa 108 km². È situata nel mar Mediterraneo in prossimità della costa sudoccidentale della Sardegna (in provincia di Cagliari) alla quale è collegata mediante un ponte, costruito nel 1981 a lato di un antico viadotto di epoca romana, sul quale corrono la ferrovia e la SS 126 che unisce la cittadina di Sant'Antioco con San Giovanni Suergiu. Tra l'isola e la Sardegna si interpongono lo stagno di Santa Caterina e il golfo di Palmas.

Amministrativamente l'isola è divisa nei due comuni di Sant'Antioco e di Calasetta, posti rispettivamente sulle coste orientale e settentrionale. Si eleva nei 271 metri del monte Perdas de Fogu e presenta coste generalmente alte a ovest, piuttosto basse altrove, ma ovunque poco accessibili. Al largo della costa meridionale si trovano gli isolotti La Vacca, Il Vitello e Il Toro, paradiso per gli amanti della pesca subacquea.

La cittadina di Sant’Antioco, situata sulla costa orientale dell'isola, è compresa nel Parco Geominerario della Sardegna. L'abitato, sorto alle pendici del colle del Castello, è l'erede dell'antica Sulcis, città fenicia fondata nel VIII secolo a. C. su un precedente insediamento nuragico. Divenuta una delle più fiorenti città puniche della Sardegna, grazie allo sfruttamento delle risorse minerarie del territorio, Sulcis fu importante sotto il dominio di Roma e divenne municipio in epoca imperiale (sec. I). Sede di diocesi dal 484, nel XI secolo fu compresa nella curatoria omonima, nell'ambito del Giudicato di Cagliari, e munita di castello ma, troppo esposta alle incursioni saracene, subì un lungo periodo di decadenza che si protrasse fino al XVIII secolo. Nel 1758 l'isola fu ceduta all'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, cui rimase fino all'abolizione del regime feudale nel 1839.

Sant’Antioco conserva molte testimonianze del passato. Numerosi reperti di età fenicio-punica e romana sono raccolti nel Museo civico archeologico Ferruccio Barreca. Dall’interno della chiesa parrocchiale del XII secolo si scende  nelle catacombe, dove vi sono resti di pitture murali paleocristiane. Qui secondo la tradizione trovò rifugio e sepoltura il martire africano sant’Antioco (125 d.C.).  La fortezza (1815) e la torre Canai (1757) ricordano le incursioni saracene. Poco lontani sono la necropoli di Sulcis (con sepolture d'epoca cartaginese, romana e protocristiana) e, a circa mezzo chilometro da essa, il tophet, santuario e crematorio fenicio-punico risalente al VIII secolo a. C. Numerosi sono i resti protostorici: circa trenta nuraghi, quattro domus de janas, una ‘tomba dei giganti’ e il villaggio ipogeo. Del periodo romano sono alcune arcate del ponte, una fonte di drenaggio e resti di un mausoleo funerario.

Da vedere anche il Museo etnografico Su magasinu de Su Binu, dove sono esposti gli oggetti che testimoniano gli usi e i costumi dell'isola, soprattutto in relazione alla lavorazione della palma nana e del bisso, tessuto di lino trasparente e sottile, molto usato nell'antichità per la confezione degli abiti dei più alti dignitari, specie in Egitto, dove serviva anche ad avvolgere le mummie.

In aprile nella cittadina si svolge la Sagra di Sant’Antioco Martire, patrono del Sulcis e di tutta la Sardegna. Si tratta della festa religiosa più antica dell’isola: infatti i primi festeggiamenti avvennero già nel 1615. Processioni, conferenze, musica, gare poetiche dialettali e sfilate rendono unica questa manifestazione.

L’altro comune dell’isola è Calasetta, un tempo piccolo borgo di pescatori di origine ligure, che si trova in una posizione panoramica sulla costa nordoccidentale dell’isola di Sant’Antioco, su cui si apre la sua bella spiaggia. Posta di fronte alla suggestiva Carloforte, dal suo porto partono i traghetti per la vicina isola di San Pietro. A sud di Calasetta, a 4 km, si incontra la ‘spiaggia grande’, un’ampia insenatura sabbiosa circondata da ginepri e macchia mediterranea. Le attrattive principali della zona sono le suggestive formazioni rocciose, tra le quali spicca una falesia alta una quindicina di metri, tra cala Lunga e il Nido dei Passeri.

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