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Un angolo d'Oriente a due passi da Milano

Crespi Bonsai Museum: il paradiso delle piante in miniatura

Crespi Bonsai Museum: il paradiso delle piante in miniatura

Alberi secolari alti solo un paio di spanne, boschetti che ricoprono una superficie di terra poco più grande di un fazzoletto: sono queste e molte altre le meraviglie che è possibile vedere al Crespi Bonsai Museum. Aprì i battenti nel maggio del 1991 a Parabiago, comune dell’hinterland milanese, ed è stato il primo museo al mondo destinato a ospitare un’esposizione permanente di bonsai.

Il museo nacque per volere di Luigi Crespi, fondatore di Crespi Bonsai, azienda che ha ormai superato i cinquant’anni di attività, e primo grande importatore di questo particolare tipo di piante in Italia. Creando questo museo in appendice al preesistente punto vendita, il signor Crespi intendeva ricreare un angolo d’Oriente perfettamente inserito nel mondo occidentale, in cui poter esporre tutto la sua preziosa collezione di piante, vasi e libri antichi riguardanti l’arte della coltivazione dei bonsai, che annoverasse anno dopo anno esemplari nuovi.

Non appena si varca la soglia di questo caratteristico edificio che sorge lungo la strada statale del Sempione, ci si lascia immediatamente alle spalle il traffico per entrare in un’oasi di pace e serenità dai toni vagamente zen. Procedendo sulla destra dell’ingresso principale, si accede alla prima delle tre aree che costituiscono il Museo del Bonsai: la sala dei vasi. Qui si possono osservare contenitori per bonsai risalenti al periodo Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911). Infatti, malgrado questa arte sia spesso associata al Giappone, le sue radici più antiche si devono rintracciare in Cina, dove la tecnica di coltivazione in vaso di alberi in miniatura venne messa a punto più di duemila anni fa. Sempre nella prima sala si possono, inoltre, ammirare arredi di prestigio e un esempio di tokonoma, sorta di rientranza nella parete rialzata rispetto al livello del pavimento tipica delle abitazioni giapponesi, nelle quali è adibita all’esposizione di oggetti dall’elevato contenuto spirituale, tra cui, appunto, i bonsai.

La seconda parte del museo è costituita dalla Galleria, un lungo e sinuoso corridoio con volta di vetro e acciaio e pareti di cemento all’interno del quale sono posizionati suggestivi paraventi decorativi in larice dipinti a mano dal maestro Pietro Lorenzo Ribolzi. Lungo le pareti della Galleria e a ridosso dei paraventi, sono collocati massicci tavoli d’ardesia sui quali sono esposti, a seconda del momento stagionale, i più di duecento bonsai che costituiscono la collezione Crespi; questo sistema di rotazione permette al museo di cambiare volto a seconda del periodo dell’anno e di mostrare le piante nel momento del loro massimo splendore.

La collezione presenta un vastissimo assortimento di specie vegetali e stili bonsaistici, ma tra essi spicca, senza dubbio, lo straordinario Pinus pentaphylla di Miyajima. Questo bellissimo esemplare è stato donato nel 2009 al Crespi Bonsai Museum dal famoso collezionista giapponese Daizo Iwasaki, in segno di stima per l’egregio lavoro svolto da Crespi nella diffusione dei bonsai in Italia e in Europa. Questa pianta rappresenta mirabilmente quello che, nel gergo tecnico, è definito ‘cambio d’abito’: il tronco e i rami principali, infatti, sono di Pino nero, mentre la vegetazione innestata sui rami stessi appartiene alla pregiata varietà di Pino bianco di Miyajima.

L’ultima sezione del museo è occupata dalla Pagoda, al centro della quale troneggia un Ficus retusa Linn millenario, vero fiore all’occhiello della collezione. Quest’albero eccezionale ha raggiunto una perfezione e un’armonia ineguagliabili nel corso della sua lunghissima vita, com’è evidente dal tronco, costituito da un fittissimo intrico di radici aeree, e dalla chioma a palchi sapientemente organizzati ed equilibratamente distribuiti. Da notare è anche il vaso da record nel quale si trova questa pianta: si tratta, infatti, del più grande contenitore bonsai del mondo, realizzato e cotto in un unico blocco. Lungo le pareti della Pagoda, si trovano esemplari di bonsai cinesi, tutti più che centenari, antichi volumi sull’arte della coltivazione di alberi in vaso e vari elementi d’arredo.

Da quest’ultima sala del Crespi Bonsai Museum si può, inoltre, scorgere l’Aula conferenze, nella quale si tengono i corsi e le dimostrazioni curate da maestri bonsaisti, e il grazioso giardino zen esterno, allestito con pietre originali giapponesi.

www.crespibonsai.biz