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Il teatrino più piccolo del mondo

A Vetriano di Pescaglia, in provincia di Lucca

A Vetriano di Pescaglia, in provincia di Lucca

Il teatro storico pubblico più piccolo del mondo si trova in Italia, più precisamente a Vetriano, una frazione di Pescaglia, centro situato nell'alta valle del torrente Pedogna, in provincia di Lucca. Il teatrino misura solo 71 metri quadrati, ha pianta trapezoidale e possiede due ordini di balconate. Nel 1997 venne incluso nel Guinness dei primati, ma nonostante le dimensioni ridotte non ha nulla da invidiare alle grandi sale: c’è tutto ciò che serve per mettere in scena spettacoli teatrali.

La storia di questo piccolo gioiello ha radici lontane: nel 1889 un ingegnere di nome Virgilio Biagioni decise di costruire un teatro nel paesino di Vetriano per onorare le volontà testamentarie del padre. Un anno dopo costituì la Società Paesana di Vetriano, con lo scopo di seguire i lavori di costruzione della sala teatrale e, più avanti, di gestirla. Nel 1891 Biagioni ultimò il teatro, che cominciò a ospitare commedie musicali e opere in prosa, inizialmente interpretate dagli abitanti del luogo.

Dopo la metà del Novecento il teatro mostrò i primi segni del tempo e la struttura iniziò a palesare il bisogno di subire una ristrutturazione. La Società Paesana cessò di esistere nel 1983 e Anna Biagioni, erede di quel Virgilio che fu l’iniziatore dell’avventura teatrale di Vetriano, decise di donare la proprietà al FAI, che mise in atto i lavori di recupero necessari per far tornare a splendere questa piccola perla nascosta. Si occupò di riportare il teatrino ai fasti di un tempo l’architettoGuglielmo Mozzoni, che concluse la ristrutturazione nel 2002, recuperando completamente la parte originaria del teatro e annettendo aree confinanti, da cui sono stati ricavati spazi accessori.

Oggi nella suggestiva cornice del Teatrino di Vetriano si svolgono spettacoli in collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala. In occasione delle giornate di primavera del FAI la sala sfoggerà un particolare e prestigioso allestimento scenico. Ad aprile andrà in scena la commedia ‘La Tosca....naccia’, prodotta e rappresentata dall’Associazione Culturale ‘La Versiglia in Bocca’, che si occupa di spettacoli in dialetto versiliese. A maggio verrà rappresentato un lavoro del regista Massimo Valor: si tratta della commedia ‘C’è di peggio’. A giugno sarà la volta della più classica delle operette in vernacolo pisano: la ‘Francesca da Rimini’, interpretata dal ‘Crocchio Goliardi Spensierati’ di Pisa, diretto da Lorenzo Gremigni.

La sala ha 95 posti: 65 sedie come quelle che un tempo si portavano da casa e due ordini di balconate con 15 posti ciascuna. Il teatrino è aperto la prima e la terza domenica del mese, e in tutti gli altri giorni si può effettuare una visita guidata su prenotazione, che può essere organizzata anche per scolaresche.

Dopo aver visitato il teatro o visto una rappresentazione ci si può fermare a dare un’occhiata alla chiesa del paese: in stile romanico, è dedicata ai ‘Santi Simone e Giuda a Vetriano’ ed è interessante per la facciata adornata da bei fregi e bassorilievi. Successivamente si può fare una sosta anche a Pescaglia, borgo immerso nel verde, tra le colline, dove merita una visita la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, modificata più volte a partire dal Seicento, che conserva resti dell’originaria costruzione romanica. Imponenti sono anche le rovine dell’antico castello, detto ‘Il Poggio’, riedificato dai lucchesi su disegno di Matteo Civitali nel XV secolo.

Per concludere questa immersione nell’entroterra toscano è d’obbligo recarsi in uno dei tanti ristoranti tipici o agriturismi per gustare i prodotti della ‘cucina povera’ della zona. Nelle colline attorno a Lucca si producono un ottimo olio extravergine d’oliva, il famoso pane di Altopascio, prodotto senza lievito e ovviamente senza sale, da accompagnare al bilordo, un insaccato di maiale derivato dalle parti meno nobili. Il tutto si può innaffiare con buon vino come il bianco e il rosso di Montecarlo. Per finire in dolcezza c’è il buccellato, a forma di ciambella e il castagnaccio con farina di castagne.

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