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La bellezza dell'acqua Bollente

Ad Acqui Terme, in Piemonte, fonti termali calde e sufuree

Ad Acqui Terme, in Piemonte, fonti termali calde e sufuree

Non sono certo molte le città che possono vantare di avere una fontana, nella piazza, la cui acqua sgorga a oltre 70 °C. Questo è il biglietto da visita di Acqui Terme, che già nel nome si presenta come uno dei centri termali più noti e importanti. Siamo in Piemonte, in provincia di Alessandria, a soli 80 chilometri da Genova, in mezzo a un dolce paesaggio collinare, nell’AltoMonferrato.

In realtà le sorgenti termali di Acqui sono tre: la Bollente, l’Acqua Marcia e Del lago (che dà origine al piccolo lago delle Antiche Terme). La prima è la più calda e sgorga nel centro della città, mentre le altre due, che hanno una temperatura di circa 50 °C, si trovano nella zona dei Bagni, oltre il fiume Bormida. Il viaggio di quest’acqua è breve e lungo al tempo stesso. Si tratta infatti di pioggia caduta sulla vicina dorsale appenninica, che è penetrata nel terreno, si è arricchita di minerali, raggiunge probabilmente i 2000 o 3000 metri di profondità, fino ad acquisire queste temperature così alte, poi risale in superficie, compiendo un percorso lungo 60 o 70 anni.

Per la loro composizione chimica, le acque sono definite sulfuree e salsobromoiodiche. Utilizzate fin dall’epoca romana, continuarono a essere ben conosciute anche nel periodo medievale, tanto che iniziò in questo periodo a diffondersi una seria letteratura medica che spiegava l’uso e le proprietà di queste sorgenti calde.

Negli stabilimenti termali le acque vengono utilizzate per fanghi e bagni. Sono utili per alleviare problemi artritici e infiammazioni in genere. Inoltre inalazioni e nebulizzazioni aiutano a risolvere riniti, faringiti e altri disturbi legati all’apparato respiratorio. Altro utilizzo è quello legato all’idroginnastica, indicata anche nella riabilitazione motoria in seguito a traumi.

La Spa Sorgenti del Lago, creata dal recupero dello storico hotel Antiche Terme offre un ambiente moderno e rilassante, dove giungono le acque del Lago delle Sorgenti e quelle del Vulcano delle Sorgenti. Il luogo si propone come un vero e proprio ‘tempio del wellness’, che offre bagni, percorsi olistici e altro ancora.

Già i Romani, comunque, avevano realizzato delle grandi terme: ne sono la prova i resti della piscina, scoperta nel luogo che nell’antichità doveva corrispondere alla periferia di Aquae Statiellae, l’antica Aqui. Gli imponenti resti dell’acquedotto romano di epoca augustea si snodano dall’alta collina al greto della Bormida. All’inizio del Mille Acqui conobbe un felice sviluppo edilizio, dopo che i benedettini ebbero ricostruito (1037) la chiesa e il convento paleocristiani di San Pietro in forme romaniche: questa fu la cattedrale prima che, a partire dal 1067, fosse costruito il duomo, il quale conserva ancora, dell’antica struttura, le tre altissime absidi, il basamento del campanile e l’ampia cripta; il portale è gotico. Nella Sala del Capitolo si conserva il notevole trittico della Madonna del Montserrat, eseguito per un ricco mercante acquese dal pittore spagnolo Bartolomeo Bermejo intorno al 1480. Su un’altura sorge il castello dei Paleologi: eretto nell’XI secolo, ricostruito dai marchesi del Monferrato dopo l’assedio dei Visconti del 1430, fu distrutto nel 1646 e riedificato nel 1815; restaurato, ospita il Museo Civico Archeologico e, nel parco circostante, un giardino botanico (il Birdgarden).

Il cuore della città rimane comunque piazza della Bollente, dove si trova la graziosa edicola ottagonale di linee classicheggianti dalla quale sgorga la fonte. Risale al 1870-1880, quando si decise di trasformare tutta l’area attorno alla sorgente, distruggendo anche il ghetto ebraico. La fantasia degli acquesi, con quest’acqua, creò un lavoro singolare. si tratta dei brentau, portatori d’acqua. Quando ancora non esistevano gli scaldabagni e l’acqua calda non arrivava nelle case, cioè fino all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento, i brentau la consegnavano a richiesta nelle case, portando sulle spalle una sorta di gerla di lamiera, la brenta appunto, della capacità di 50 litri. Ancora oggi la tradizione del trasporto di quest’acqua si rinnova nel Palio del Brentau, a settembre, quando i concorrenti si sfidano in una corsa per le strade di Acqui.

www.comuneacqui.com 
www.termediacqui.it