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L’abbazia di Montecassino, tra splendore e spiritualità

Tappa all’antico monastero di san Benedetto dell'abbazia di Montecassino, da quindici secoli luogo straordinario di preghiera e cultura.

Tappa all’antico monastero di san Benedetto dell'abbazia di Montecassino, da quindici secoli luogo straordinario di preghiera e cultura.
A metà strada tra Napoli e Roma si trova uno dei monasteri più celebri e importanti del mondo: l’abbazia di Montecassino. Per chi percorre questo tratto dell’Autostrada del Sole è quasi impossibile non notare il suo candido profilo che si staglia imponente e austero sulla sommità di una boscosa altura immersa nella quiete della valle del Liri.
 

È proprio in questo luogo della provincia di Frosinone che nel lontano 529 san Benedetto da Norcia decise di fondare il monastero in cui avrebbe vissuto insieme ai suoi seguaci

Sempre qui, alcuni anni più tardi, il santo compose la famosa Regola dell’ordine benedettino, organizzando le giornate della sua comunità monastica nel rispetto del celebre motto Ora et labora: una norma di vita che disciplina ancora oggi i monaci che risiedono tra le mura di questo luogo carico di spiritualità.
 
Nei suoi quasi quindici secoli di vita, l’abbazia ha subito diverse distruzioni, l’ultima delle quali nel febbraio del 1944, quando venne rasa al suolo da un violento bombardamento dell’aviazione alleata nel corso della seconda guerra mondiale.
Dopo questo tragico evento, l’abbazia di Montecassino fu ricostruita "com'era e dov’era" attraverso una titanica impresa di restauro che la riportò al suo splendore originario.
 
Una volta arrivati al grande piazzale antistante all’abbazia non si può fare a meno di notare l’antico ingresso di origine medievale, conosciuto anche come l'Ingresso del Pellegrino. A contraddistinguerlo si trova ancora oggi la scritta PAX, un invito alla pace che originariamente accoglieva i pellegrini che cercavano riparo nel monastero.
 
Varcato il cancello posto a destra di questo portale si raggiunge l’altra facciata del complesso monastico, dove si trova l’ampio ingresso riservato ai visitatori dal quale si arriva subito al primo dei tre grandi chiostri dell’abbazia: un giardino contornato da verdi siepi e porticati bianchissimi con al centro la statua bronzea di san Benedetto morente.
 
Dal Chiostro d’Ingresso si passa a quello del Bramante, progettato dal grande artista rinascimentale nel XVI secolo. Ricostruito in modo pressoché perfetto, questo chiostro colpisce per il suo candore quasi irreale e per la sua raffinata eleganza. Il lato occidentale, chiamato poeticamente Loggia del Paradiso, si affaccia quasi come una balconata sulla valle del Liri e sul Cimitero militare polacco offrendo una vista a dir poco sublime.
Sul lato opposto rispetto alla Loggia del Paradiso si trovano invece le statue di san Benedetto, miracolosamente sopravvissuta ai bombardamenti, e di santa Scolastica, sua sorella gemella, alle spalle delle quali è collocata una lunga scalinata che porta al Chiostro dei Benefattori.
 
Le lisce pareti di questo terzo chiostro sono movimentate dalla presenza di nicchie in cui trovano posto statue di papi, santi o re, i ‘benefattori’ a cui si deve il nome. Il lato orientale è occupato dalla facciata della Cattedrale, nella quale sono custodite le spoglie di san Benedetto e santa Scolastica. Gli interni contrastano fortemente con l’elegante semplicità del resto dell’abbazia per lo sfarzo barocco dei loro stucchi dorati, dei marmi policromi e degli affreschi, ricostruiti in gran parte con il materiale originale recuperato dalle macerie del ‘44. 
 
Rimasta quasi al riparo dalle bombe è invece la cripta cinquecentesca, alla quale si accede attraverso due scale poste ai piedi del presbiterio. La cripta è scavata nella viva roccia della montagna sottostante ed è interamente rivestita di mosaici colorati e bassorilievi in granito, fin dalle volte delle due scalinate d’accesso, decorate con suggestivi mosaici blu e oro che ricordano un cielo stellato.
 
Usciti dalla basilica, potrete continuare la visita facendo tappa al museo, che conserva numerosi reperti archeologici, artistici, storici e religiosi, tra cui una tavola di Sandro Botticelli raffigurante la Natività.
Il biglietto ha un costo di 5 € mentre la visita al resto del monastero è completamente gratuita.