Alimentazione
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Come riconoscere gli additivi alimentari (prima parte)

L'industria alimentare utilizza gli additivi per migliorare l'aspetto dei cibi. Come riconoscerli? Quali i rischi per la salute? 

L'industria alimentare utilizza gli additivi per migliorare l'aspetto dei cibi. Come riconoscerli? Quali i rischi per la salute? 

Fin dagli antichi Egizi per rendere più attraenti le pietanze venivano usati dei coloranti, così il sale nell’antica Roma per la conservazione dei cibi. Oggi nell’industria alimentare per migliorare alcune caratteristiche come colore, odore, sapore, conservazione e aspetto, si utilizzano molti additivi che nelle etichette sono difficili da decifrare. Come riconoscere gli additivi alimentari?

Secondo la legislazione italiana ed europea per additivo si intende “qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento quanto tale, e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti, indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, che aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico, nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti, si possa ragionevolmente presumere diventi, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti, direttamente o indirettamente”

La legge italiana impedisce l’uso di additivi in alcuni alimenti: acqua minerale, burro, caffè, latte, miele, olio di oliva, tè in foglie, legumi, frutta fresca, pasta alimentare secca ad eccezione di quella priva di glutine e per l’alimentazione ipoproteica, alimenti per lattanti.

 

Gli additivi non apportano valori nutrizionali ma rendono il cibo più gustoso o più presentabile. La loro presenza deve essere dichiarata.

 

  • Sono contrassegnati da una lettera E, che sta ad indicare la conformità in base alle normative della Comunità Europea, e da un numero INS che definisce il gruppo di appartenenza. Si suddividono in base all’uso e sono:
  • Coloranti (E100-E199). Si utilizzano per dare colore all’alimento o ripristinare quello perso durante il trattamento o la preparazione. Sono sia di origine naturale (clorofilla, antociani) sia sintetica
  • Conservanti (E200-E299). Rallentano o inibiscono la degradazione dell’alimento in seguito a contaminazione da batteri, muffe e lieviti.
  • Antiossidanti (E300-E322). Impediscono l’irrancidimento dei grassi e il cambiamento di colore dell’alimento. Ad esempio l’acido ascorbico per gli insaccati, i pesci, molluschi, crostacei lavorati.

Nella seconda parte tutti gli altri additivi e alcuni consigli utili per il loro uso.

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