Cura
Cura

Cos’è il disturbo disforico premestruale e perché è importante parlarne

Cos'è il disturbo disforico premestruale? Quali i sintomi, le cause, le cure? Se ne è parlato durante il Festival del ciclo mestruale, a Milano. Ecco cosa abbiamo imparato.

Cos'è il disturbo disforico premestruale? Quali i sintomi, le cause, le cure? Se ne è parlato durante il Festival del ciclo mestruale, a Milano. Ecco cosa abbiamo imparato.

Viviamo in una società che tende spesso a sottovalutare il dolore femminile, a normalizzarlo, soprattutto quando si manifesta in un momento specifico - e ricorrente - della vita delle donne in età fertile; il periodo premestruale. Un approccio (purtroppo) così profondamente radicato nella nostra cultura da aver convinto anche noi donne a ritenere normale, in quei momenti, un certo malessere fisico e psichico, e quasi a vergognarcene, consapevoli che nella maggior parte dei casi, esprimendolo, anche in buona fede molti ci risponderanno: “Stai male? Stai calma, sarà il ciclo”.

La società tende quindi spesso a banalizzare le dinamiche connesse alla fisiologia femminile, ma il ciclo mestruale, fenomeno complesso, dice tanto di noi e della nostra salute ed eventuali complicazioni a esso connesse non possono essere sottovalutate. Il nostro corpo “ci parla” e ascoltarlo è fondamentale.

A volte, infatti, quella che noi interpretiamo come “sindrome premestruale” può in realtà celare problematiche più complesse, che meritano qualche attenzione in più, come il Disturbo disforico premestruale (PMDD). L’argomento è stato ampiamente trattato in un talk dedicato nel corso del Festival del ciclo mestruale (Milano, 25-28 maggio 2023).

Cos’è la sindrome premestruale 

Sulla sindrome premestruale c’è spesso confusione: si tratta - afferma nel suo intervento la psicologa e psicoterapeuta Sonia Castelli - di un disturbo con andamento oscillante, i cui sintomi si presentano in un momento preciso del ciclo, ovvero nel corso della fase luteinica, che si colloca tra quella ovulatoria e quella mestruale. Possono, in questa finestra, presentarsi tre categorie di sintomi: 

  • fisici, come gonfiore addominale, dolore mammario, mal di testa, senso di stanchezza. 
  • emotivi, come sbalzi di umore, irritabilità, ansia, depressione, ipersensibilità.
  • cognitivi, come difficoltà concentrazione, di memoria, senso di confusione, difficoltà nel prendere decisioni.

Solitamente questa sintomatologia si riduce fino a sparire con l’arrivo delle mestruazioni ma
non si sa - aggiunge la dottoressa - quali siano precisamente le cause. Si parla infatti di eziopatogenesi complessa. Diversamente dal pensiero comune, la sintomatologia non dipende da uno squilibrio ormonale ma dal modo in cui l’organismo risponde alle normali oscillazioni ormonali nelle diverse fasi del ciclo; risposta che può essere influenzata da diversi fattori, quali la genetica, lo stress, i traumi non elaborati, ma anche le variabili sociali e le credenze culturali. 

Cos’è il disturbo disforico premestruale

Il disturbo disforico premestruale - continua la dottoressa Castelli - è una forma grave di sindrome premestruale: in questo caso i sintomi, pur variando di persona in persona, diventano invalidanti e la qualità della vita della donna che ne è affetta ne risente in modo pesante. 

Come capire se si è affette da PMDD 

Capire se si soffre di questo disturbo non è semplice perché non esistono esami diagnostici specifici, ma molto utile può essere scrivere un diario giornaliero (il diario rosa) per tutta la durata del ciclo in cui appuntare i sintomi (e la relativa intensità) e cercare di capire in che fase del ciclo si collocano. Se i più gravi si presentano in fase premestruale per tre cicli completi per poi sparire al momento della mestruazione è necessario rivolgersi a un ginecologo. 

Cosa fare 

Quando si ha questo sospetto è fondamentale cercare un supporto, senza minimizzare il dolore e senza darlo per scontato perché scontato non è. Per affrontarlo è necessario - specifica l’esperta - un approccio multidisciplinare, proprio a causa della complessità dei sintomi: ginecologo, endocrinologo, nutrizionista e psicoterapeuta sono le figure cui fare riferimento. 

L’importanza della psicoterapia

Il primo obiettivo della psicoterapia è quello di aiutare la paziente a gestire al meglio il disturbo. Ognuna di noi è diversa quindi - sottolinea Castelli - è necessario prima di tutto ascoltare e comprendere i propri specifici sintomi e, in secondo luogo, cercare di capire quali cause concorrono alla loro esacerbazione. Di solito possono avere un ruolo in questo senso una vita sedentaria, una cattiva alimentazione, un eccesso di alcol e caffeina, il poco riposo, l'accumulo di stress.

Dopo aver preso consapevolezza della propria situazione, passo fondamentale è avviare un processo di riappacificazione con sé stesse, evitare i (purtroppo comuni) pensieri autosabotanti (“non vado bene”, “sono una persona cattiva”, “faccio soffrire gli altri”, “sono inadeguata” ecc.), e soprattutto evitare di negare il disturbo, perché si rischierebbe di peggiorare la situazione: “costringere” il proprio organismo a negare qualcosa che c’è, è infatti faticoso e controproducente. La psicoterapia può essere poi di grande aiuto nel percorso di “regolazione” delle emozioni
Infine, importantissimo è agire sulle relazioni: mai isolarsi, ma condividere le proprie sensazioni con persone che vivono lo stesso problema e circondarsi di persone care e affidabili, alle quali è importante trasferire una sorta di “manuale di istruzioni” che le aiuti a supportarci, soprattutto nei momenti più critici. 

La testimonianza di Elisa

Elisa Bonomo è una giovane cantautrice e insegnante affetta da PMDD. Ha scoperto il disturbo tra aprile e maggio del 2022, in un periodo di forte stress. Ricorda, di quel periodo, tanta stanchezza accompagnata da ricorrenti pensieri suicidi: “Scrivevo regolarmente lettere di addio ad amici e parenti dicendo che la mia vita era insostenibile. Mi sentivo incapace, senza valore, e profondamente in colpa”. Poi - aggiunge - sono arrivati i problemi lessicali, le amnesie, ho smesso di essere produttiva, non riuscivo più a condurre le lezioni con i miei studenti. E poi rash cutanei, problemi alla vista, dolori alla schiena”. Arrivata a una sorta di limite, Elisa si è resa conto che c’era qualcosa che non andava e soprattutto ha capito, attraverso un’app con cui teneva sotto controllo il ciclo mestruale, che i suoi sintomi si esacerbavano proprio nel periodo premestruale. Finché, finalmente, facendo ricerche online ha trovato informazioni sulla PMDD e si è rivista in tutti i suoi sintomi. “Qui è partito un percorso di consapevolezza, mi sono informata e ho avuto la fortuna di essere diagnosticata da una bravissima ginecologa, Michela Palumbo”.

Trovare una diagnosi - continua - è fondamentale per riuscire a stare meglio ed è per questo che non bisogna mai sottovalutare il proprio malessere: “Mi era già capitato nel 2017 di avere un crollo in un periodo di forte stress. Ma mi ero detta che dovevo resistere. Per questo è importante ascoltare se stesse e dare sempre un significato al proprio dolore, non trascurarlo, cercare le strutture di sostegno giuste, e soprattutto scegliere di circondarsi di persone che ci possono davvero amare, comprendere, accompagnare". Sul sito ITAPMS.org - suggerisce infine Bonomo - ci sono tutte le linee guida su cosa fare prima della diagnosi ufficiale, e anche dopo.