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Lavoro, un alleato del cervello contro le malattie neurodegenerative

Il lavoro può aiutare a mantenere il cervello in salute. Scopri come allontanare le malattie neurodegenerative rimandando la pensione!

Il lavoro può aiutare a mantenere il cervello in salute. Scopri come allontanare le malattie neurodegenerative rimandando la pensione!

Le malattie neurodegenerative sono una delle sfide portate con sé dalla buona notizia del continuo aumento dell'aspettativa di vita.

Con l'aumento della quota di popolazione nella terza età anche la diffusione dell'Alzheimer e di altre forme più o meno gravi di demenza è infatti destinato ad aumentare. Come fronteggiare la situazione? Anche rimandare il pensionamento potrebbe essere d'aiuto.

Secondo uno studio condotto al King's College di Londra continuare a lavorare, anche nella terza età, aiuta a mantenere in salute il cervello, allontanando la comparsa di malattie neurodegenerative

I ricercatori dell'Istituto di Psichiatria lo hanno scoperto analizzando i casi di più di 1.300 pazienti affetti da Alzheimer. Ne è emerso che chi aveva abbandonato più tardi il lavoro si è ammalato molto dopo rispetto a chi è andato prima in pensione.

Ogni anno di lavoro corrisponde a sei settimane in più di protezione dei neuroni dalle malattie neurodegenerative

Commentando i risultati di questa ricerca Piero Barbanti, neurologo dell’IRCCS San Raffaele Pisana ha spiegato che ci sono almeno 3 buoni motivi per non "mandare in pensione" il cervello:

  1. Il comportamento: "Il lavoro è ritmo", spiega Barbanti, "il nostro cervello, come una macchina che non tiene il minimo e si spegne a un incrocio, va meglio quando è in funzione"
     
  2. L'affettività: "Il lavoro è in grado di incanalare lo stress e in parte di educarlo", prosegue Barbanti, che ammette come alcuni lavori possano scatenare stress, ma che "lo stress di origine familiare, per esempio, può trovare nel lavoro una sua fisiologica estinzione"
     
  3. L'aspetto cognitivo. "Quando lavoriamo non solo competiamo positivamente con gli altri, ma dovremmo competere con noi stessi alzando volta per volta l’asticella delle prestazioni. E questo, cognitivamente, è sviluppo continuo".

Nessuna fretta, quindi, di raggiungere l'agognato pensionamento. "In senso stretto", conclude Brabanti, "lavorare è neurologicamente un vero e proprio elisir".


Foto: © Jeanette Dietl - Fotolia.com

Tipsby Dea

Quando il lavoro ha effetti collaterali

Se è vero che il lavoro può fare bene al cervello, purtroppo i suoi benefici possono venire meno se si è svogliati o se le giornate lavorative sono rese difficili da rapporti interpersonali non sereni che possono minacciare la salute psicologica.
Attenzione, quindi: il rischio è che si trasformi in un'arma a doppio taglio.