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Allergie, è colpa di troppa igiene?

C'è chi non metterebbe la mano sul fuoco: la troppa igiene aumenta il rischio di allergie. E' davvero così?

C'è chi non metterebbe la mano sul fuoco: la troppa igiene aumenta il rischio di allergie. E' davvero così?

Le stime parlano chiaro: a soffrire di allergie è una fetta non trascurabile della popolazione. Tra il 10 e il 30% delle persone, ad esempio, deve convivere con una rinite allergica. A contribuire alla diffusione di patologie di questo tipo sono anche le abitudini quotidiane, incluse tutte quelle che riducono l'esposizione ai germi.

Secondo l'ipotesi dell'igiene la riduzione dell'incidenza delle malattie infettive associata a migliori condizioni di vita e all'aumento dell'igiene – soprattutto fra le mura domestiche, ma anche nel settore alimentare – può riprogrammare il sistema immunitario favorendo lo sviluppo di allergie

Secondo questa teoria l'uso della lavastoviglie, il consumo di alimenti sterilizzati o pastorizzati, il minore contatto con gli animali e altri fattori che hanno permesso di migliorare le condizioni igieniche in cui si vive potrebbero promuovere l'aumento della produzione degli anticorpi responsabili delle allergie (le IgE) rispetto a quella degli anticorpi necessari per rispondere alle infezioni (le IgM, le igG e le IgA).

Tuttavia, come ci spiega Gianluigi Micarelli, allergologo del Centro Medico Santagostino di Milano, sono anche altri i fattori che, oltre alla troppa igiene, possono entrare in gioco nella comparsa di un'allergia.

“Il microbiota, ovvero l’insieme di tutti i microrganismi, patogeni e non, presenti all’interno del nostro organismo, risulta alterato negli individui con malattie allergiche”, spiega l'esperto. “Il parto cesareo (che nega al feto l’esposizione alla flora batterica del canale vaginale) e l’esposizione precoce ad antibiotici determinano riduzione dei Bifidobatteri e prevalenza di Stafilococchi, Escherichia e Clostridi che si associano ad aumento del rischio di sviluppare allergie”.

allergia

Inoltre anche alcune abitudini domestiche, come quella di mantenere la temperatura in casa più elevata rispetto a un tempo, l'isolamento termico e l’uso di moquette e tappeti, che aumentano la possibilità di esposizione a potenziali allergeni come gli acari della polvere, possono favorire lo sviluppo di una patologia allergica e, aggiunge Micarelli, “l’aumento delle polveri sottili (come il particolato diesel) può aumentare l’insorgenza di allergie respiratorie”.

Tali sostanze”, spiega l'esperto, “fungono da agenti infiammatori e, in alcuni casi, 'traghettano' l’allergene direttamente a contatto con le nostre mucose bronchiali”.

Micarelli ci spiega che anche una vita sedentaria può determinare la comparsa di spasmo bronchiale, anticamera – soprattutto durante l'infanzia – dell’asma allergica; inoltre l'obesità, aumentando la permeabilità intestinale, aumenta anche il rischio di allergie alimentari.

Infine, anche la riduzione dell’esposizione ai raggi UV presenti nella luce solare dovuta a periodi prolungati in casa e, di conseguenza, la carenza di vitamina D – regolatrice del sistema immunitario – potrebbero contribuire allo sviluppo dell'asma.

L'eccesso di igiene potrebbe quindi predisporre davvero allo sviluppo di allergie, ma in associazione con altri numerosi fattori sia di natura genetica sia ambientali.

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