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Il tocco vintage: la borsetta

A chi piace essere troppo uguale a tutte le altre? A nessuna. A chi serve farsi additare come iperstravagante? A qualcuna.
Nella media però, preferiamo sentirci bene con quel che indossiamo e per quel che siamo. A volte basta un dettaglio per essere uniche. Magari un tocco vintage che sia una scelta d’affetto oltre che d’effetto.

A chi piace essere troppo uguale a tutte le altre? A nessuna. A chi serve farsi additare come iperstravagante? A qualcuna.
Nella media però, preferiamo sentirci bene con quel che indossiamo e per quel che siamo. A volte basta un dettaglio per essere uniche. Magari un tocco vintage che sia una scelta d’affetto oltre che d’effetto.

A chi piace essere troppo uguale a tutte le altre? A nessuna. A chi serve farsi additare come iperstravagante? A qualcuna.
Nella media però, preferiamo sentirci bene con quel che indossiamo e per quel che siamo. A volte basta un dettaglio per essere uniche. Magari un tocco vintage che sia una scelta d’affetto oltre che d’effetto.

Un momento: la parola “vintage”. In inglese vuol dire “vendemmia, annata” e ormai indica tutto ciò che è d’epoca, anche nella moda e nello stile. Se però qualcuno ti dice “Ah, ho capito: allora vecchio!” non occorre nemmeno rispondergli.

Ho pensato ad alcuni oggetti vintage. Non che uno sia più importante dell’altro, o più bello, più caro, più grande. Per cui inizierei dalla borsetta. Ho detto borsetta apposta, vintage anche la parola. Mettiamo da parte per un istante le classiche che superano il test del tempo, firmate da Hermès, Vuitton, Chanel, etc. Chi ha o trova in qualche armadio una di queste, può finire di leggere l’articolo anche qui. Le altre, proseguano.

Parliamo delle borsette vintage, quelle degli anni ’50-‘60-‘70. Da sera e da giorno.
Quelle delle nostre mamme e nonne generalmente erano borsette a mano, di dimensioni contenute e ben proporzionate, linee geometriche, materiali fatti per durare – pelle autentica e ben cucita con amore artigianale. Tinte classiche, poche stravaganze. Avevano fermagli a scatto o a gioiello, manici di pelle, di legno, di bambù… Dentro erano ricche di scomparti, come la tasca per lo specchietto o per il fazzolettino ricamato (uno dei “mai senza” di una vera signora).

Perché non rivalutare questo accessorio? Indossandolo magari infilato nel braccio fino alla spalla, vestita in modo informale. Nel taschino dello specchietto, metti il cellulare ultrapiatto oppure l’ipod. E perché non approfittare del cambio di armadi per andare alla caccia di borsette prima in casa e poi magari fuori?

Mercatini e fiere sono una tentazione per chi si avvicina al vintage e anzi, “Next Vintage”, la maggiore rassegna di abiti e accessori, si svolge proprio dal 14 al 17 aprile al Castello di Belgiojoso vicino a Pavia.

E per il gusto di fare le cose con stile, due libri: “Borsette” di Anna Johnson e “The little black book of Style” di Nina Garcia. Li prendi, li leggi e te li porti in borsa.

Tipsby Dea

Daniela Ferrando