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Come soccorrere un gatto vittima di annegamento

L'annegamento non è una delle emergenze più frequenti che possono riguardare un gatto, ma può sempre capitare e la tempestività del soccorso è più che mai fondamentale. Ecco cosa fare in attesa del veterinario per non perdere minuti prezioni.

L'annegamento non è una delle emergenze più frequenti che possono riguardare un gatto, ma può sempre capitare e la tempestività del soccorso è più che mai fondamentale. Ecco cosa fare in attesa del veterinario per non perdere minuti prezioni.

I gatti sanno nuotare. Certo, non sono grandi amanti dell’acqua e, salvo rare eccezioni, non provano lo stesso piacere dei cani a immergersi completamente e nuotare. Tuttavia, se finiscono in acqua sanno istintivamente cosa fare per tornare sulla terra ferma e mettersi in salvo. I casi di annegamento non sono quindi molto frequenti tra i piccoli felini.

Può accadere però che un gatto si trovi nell’impossibilità di nuotare o di uscire rapidamente dall’acqua a causa di traumi subiti nella caduta o di forti correnti e distanza dalla riva. In entrambi e casi il gatto si sfinisce presto e non riesce più a tenersi a galla, finendo con l'affogare.

Per salvare un gatto vittima di annegamento bisogna fargli espellere l'acqua finita nei polmoni

Indipendentemente dalle cause che hanno portato il gatto all’annegamento, è necessario intervenire con la massima tempestività se lo si vuole salvare, una volta tirato fuori dall’acqua. Lo scopo del primo intervento è quello di far riprendere al più presto la respirazione in modo che il cervello non subisca danni irreparabili. Ma questo non sarà possibile finché nei polmoni resterà acqua.

Cosa fare

  1. Afferrate con una mano le zampe posteriori del gatto e sollevatelo, tenendolo con fermezza, in modo che stia a testa in giù.
  2. Comprimetegli il torace con l’altra mano, alternando pressioni per 2-3 secondi a piccoli momenti di pausa.
  3. Questo dovrebbe bastare a far uscire l'acqua dai polmoni e a far riprendere la respirazione: lo capite perché ricompaiono i movimenti respiratori, anticipati spesso da colpi di tosse.
  4. Se non non notate nessuno di questi segni entro breve, provate a far ruotare in aria il gatto tenendolo sempre con una mano per gli arti posteriori a distanza dal vostro corpo. Può sembrare un metodo brutale, ma, a volte, sfruttare l’effetto della forza centrifuga è l’unico modo per far espellere l’acqua.
  5. Nel caso non dovessero ancora ricomparire segni di ripresa della respirazione, non resta che tentare la respirazione artificiale. Si tratta di soffiare aria nella bocca del gatto tenendogli il naso chiuso e alternando queste insufflazioni a compressioni ritmiche del torace, come visto prima, ma stavolta col gatto disteso a terra.
  6. Appena riprende la respirazione, controllate se ha ferite o traumi visibili e chiamate il veterinario.
     

photo credit: betta design via photo pin cc

Tipsby Dea

Coi cani si fa così

La stessa tecnica di salvataggio può essere adottata tal quale anche con i cani di piccola taglia vittime di annegamento. Con i cani più grandi è necessario effettuare, invece, le compressioni toraciche utilizzando entrambe le mani, mentre l’animale è sdraiato su di un lato con la testa tenuta più bassa del resto del corpo.