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Raffaella Carrà, la donna che ci ha davvero insegnato a vivere

La cantante è morta all'età di 78 anni. Nell'annunciare la dipartita Segio Iapino ha scritto «È andata in un mondo migliore».

La cantante è morta all'età di 78 anni. Nell'annunciare la dipartita Segio Iapino ha scritto «È andata in un mondo migliore».

«Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre». Sono state queste le parole con cui Sergio Japino ha dato il triste annuncio della morte di Raffaella Maria Roberta Pelloni, conosciuta e amata come Raffaella Carrà.

Inossidabile, inesauribile, versatile. Ci ha insegnato la leggerezza con Tanti auguri, la seduzione con Tuca TucaA far l'amore comincia tu, l'avventura con Pedro, a dimenticare i guai con Ballo Ballo e Fiesta. Ha ispirato generazioni di showgirl senza che mai nessuna arrivasse nemmeno a poter lambire la sua immensa grandezza e leggerezza. Sì, perché Raffaella Carrà, nata in piena Seconda guerra mondiale e morta in mezzo a una pandemia dopo una malattia, calcava il palco con energia e sensualità, per mostrare sempre e soltanto il lato bello e lieve della vita.

Chi era Raffaella Carrà

Nata a Bologna il 18 giugno 1943, Raffaella Maria Roberta Pelloni passa gran parte della sua infanzia tra il bar del padre e la gelateria di Bellaria-Igea Marina. Qui viene "allevata" dalla tv, seguendo Il Musichiere, imparando a memoria titoli, balletti e ritornelli delle canzoni. A soli otto anni lascia la riviera romagnola e va a Roma, per studiare all'Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro sperimentale di cinematografia.

Debutta in televisione nel 1961 durante il Tempo di danza, al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale Scaramouche (1965). Nella prima metà degli anni Sessanta cambia cognome, diventa Raffaella Carrà. La parola le fu suggerita dal regista Dante Guardamagna che, da appassionato di pittura, associò il suo nome al pittore Carlo Carrà.

La giovane Raffaella Carrà

Ma è nel 1970, con Canzonissima, che il suo caschetto d'oro diventa noto al grande pubblico. È in quell'anno che sorge la sua stella, diventando la prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero. Lo scandalo diventa il suo mestiere, ma sempre rimanendo un passo indietro rispetto alla volgarità. Accanto a Corrado mostra l'ombelico cantando Ma che musica maestro!. Con Tuca Tuca sdogana ancheggiamenti grazie all'esibizione con Alberto Sordi, unico lasciapassare rispetto alle censure iniziali della Rai: la coreografia era stata giudicata troppo audace e provocatoria.

Raffaella Carrà, icona degli anni Ottanta

Questo decennio indimenticabile ha una sola protagonista: Raffaella e il suo caschetto. Il lungo cammino iniziato con Canzonissima la porta a programmi più casalinghi come Pronto, Raffaella. Ma è solo l'inizio. Il 1986 è l'anno d'esordio per la sua Domenica In. Dopo una breve parentesi in Mediaset, torna da mamma Rai per Fantastico 12.

Dopo aver trascorso quattro anni a Madrid, dove traduce il suo programma in Hola Raffaella per la televisione spagnola, rientra in Italia nel 1995 e mette a segno un altro successo con Carramba! Che sorpresa (1995-97 e 2002), trasmissione ispirata al varietà britannico Surprise, surprise.

Per capire davvero la potenza di Raffaella Carrà forse basta pensare proprio a questo programma tv. Il suo titolo è ancora oggi un tormentone, così come il Tuca Tuca e alcuni dei suoi brani più famosi. Qual è la sua ricetta? Parlare alla nostra pancia, alleggerirci, distrarci da tutto con un ancheggio o una scrollata di capelli. Perché se la "preoccupazione" è una parola femminile, altrettanto lo è "allegria", e lei ha saputo ribaltare la prima con la seconda lungo una carriera durata quasi cinquant'anni.

Nel suo palmares di successi può vantare la conduzione del Festival di Sanremo nel 2001, mentre nel 2004 le viene affidato il programma Sogni. Nel 2006 conduce una trasmissione dedicata alle adozioni a distanza, tema a lei molto caro, chiamato Amore. Nel 2013 torna sul piccolo schermo su Raidue come coach del talent show The Voice of Italy e incide anche un album, il suo ultimo, Replay. Nel 2015 conduce su Raiuno il talent show Forte forte forte interrompendo la sua collaborazione con The Voice of Italy, ripresa l’anno successivo. Il suo ultimo impegno televisivo è A raccontare comincia tu su Raitre.

Il compagno di Raffaella Carrà

A dare l'annuncio della morte di Raffaella Carrà, che si è spenta il 5 luglio alle 16.20, è stato Sergio Iapino, il compagno di una vita. Nell'informare i media ha accennato a una malattia che la star ha vissuto nella più assoluta riservatezza: «L’ennesimo gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei».

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Raffaella Carrà ha amato molto, appassionatamente e a lungo. Il suo partner più famoso è stato Gianni Boncompagni, autore dei suoi più importanti successi musicali. Ma quello che le è rimasto accanto per tutta la vita è il coreografo e regista Sergio Japino. Tuttavia, nonostante la sua fedeltà, Carrà ha avuto relazioni con il calciatore della Juventus Gino Stacchini e il cantante Little Tony. Anche Frank Sinatra ha cercato di serdurla durante le riprese del film Il colonnello Von Ryan. Ma i suoi grandi amori – Boncompagni e Iapino – sono stati anche i suoi più fedeli collaboratori, con cui ha lavorato per tutta la vita.

Raffaella Carrà e Maradona: storia di un'amicizia

L'amicizia era un grande valore per Raffaella Carrà. Tra i suoi amici storici c'era anche Diego Armando Maradona. Storico resta il balletto dei due durante la trasmissione del Pibe de Oro, La Noche del 10. Dopo la sua morte Carrà disse: «Io cantavo in una grande arena a Buenos Aires. Era il 1979. Lui avrà avuto 18 anni. L’arena era piena, non c’era più posto, ma lui tentò comunque di entrare per ascoltarmi. Disse ai poliziotti: ‘Non sapete chi sono io!’. Lessi questa storia il giorno dopo sul Clarin. Per colpa mia Diego aveva passato la notte in guardina». Ma per lei più d'uno lo avrebbe fatto.

Raffaella Carrà oggi

Cosa ci lascia oggi Raffaella Carrà? Un mondo. Icona del mondo LGBT+, ma non solo. Simbolo di femminilità, di gioia, di forza, in un tempo in cui chiunque sembra pronto a insegnarci a vivere, Raffaella Carrà resta forse l'unica personalità capace di tracciare ancora la via attraverso le sue canzoni, il coraggio e la riservatezza con cui ha tenuto fuori i lati tristi della sua vita, proteggendo il suo pubblico con la risata e l'intrattenimento.

Continueremo a ballare sulle note di A far l'amore comincia tu e a urlare di sollievo sulle note di Tanti auguri. Sapevamo cosa fare alla fine di una storia, ce lo ha insegnato lei. «Trovi un altro più bello, che problemi non ha». Ma quando a lasciarci è Raffaella Carrà, sappiamo che sarà difficile trovarne un'altra alla sua altezza. Allora ci teniamo la sua lezione, il ricordo del suo sorriso e la sua leggerezza, l'unica vera ricetta per una vita che cerca di essere sempre una bella Fiesta.

Foto: LaPresse