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Codice ATECO per le prostitute: una svolta per le sex workers?

I professionisti del sesso ora sono riconosciuti in Italia grazie a un nuovo codice Ateco, ma la strada verso la legittimazione di questi lavoratori sembra ancora lunga

I professionisti del sesso ora sono riconosciuti in Italia grazie a un nuovo codice Ateco, ma la strada verso la legittimazione di questi lavoratori sembra ancora lunga

Nel corso degli ultimi anni, la regolamentazione dei professionisti ha subito una significativa evoluzione in diversi paesi. Se da un lato c'è stata un'apertura verso la legalizzazione e la tutela dei diritti dei sex workers, dall'altro persistono ancora numerose sfide, sia a livello normativo sia sociale.

Recentemente, in Italia si è riacceso il dibattito sulla regolamentazione delle attività sessuali a pagamento a causa dell’applicazione del codice ATECO 96.99.92 per le “Attività di servizi dei professionisti del sesso”. Si tratta di un riconoscimento formale che, sebbene non legalizzi completamente la prostituzione, ammette nel budget degli italiani un'uscita ufficiosa che in pochi confessano, almeno da quando la Legge Merlin ha bandito le case chiuse. Era il 1967 e da quel momento far ricorso alla prostituzione è divenuta una spesa clandestina. Da oggi l’Istat potrà riprendere in considerazione i dati legati a questa spesa per lo più maschile.

Il codice ATECO 96.99.92, introdotto a partire dal 1° aprile 2025 nella nuova classificazione delle attività economiche, non è un "vantaggio per lo sfruttamento della prostituzione", ma ha lo scopo di regolarizzare l'attività di sex worker ed escort in Italia, consentendo l'apertura di una partita IVA per attività autonome e non organizzate da terzi. Questo codice consente di dichiarare fiscalmente l'attività, ma non cambia la situazione penale, che resta invariata per le attività illegali di sfruttamento e intermediazione. L'obiettivo resta migliorare la gestione fiscale e a fornire un quadro più chiaro per l'inclusione delle sex workers nell'economia formale.

Cos'è il codice ATECO per le prostitute

Il codice ATECO 96.99.92 è stato creato per “attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort)”, ma anche per “fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione”. Introdotto dalla classificazione ISTAT delle attività economiche, riguarda i "Servizi di incontro ed eventi simili". Include espressamente attività di escort, sex worker e servizi sessuali.

Questo codice ATECO per la prostituzione permette a chi svolge queste attività in modo autonomo, senza intermediari e senza essere sottoposto a forme di reclutamento o direzione, di aprire una partita IVA, praticare il proprio mestiere e dichiararne i guadagni connessi. Tuttavia, avere un codice ATECO per la prostituzione non modifica in alcun modo la situazione penale. Lo sfruttamento, l'intermediazione e la complicità restano reati, come da legge.

I benefici per le sex workers

Esercitare la prostituzione con la possibilità di emettere fattura e pagare le imposte connesse potrebbe dare una maggiore dignità al lavoro, consentendo una regolamentazione fiscale e offrendo una possibilità di accedere a tutele previdenziali (anche se non previste). Inoltre, l'uso scorretto del codice ATECO per coprire attività illegali o per legalizzare intermediari e sfruttatori è un rischio e potrebbe aumentare le possibilità di controllo delle autorità, scoraggiando il coinvolgimento criminale.

Cosa succede negli altri Paesi

In paesi come la Svizzera, i Paesi Bassi e la Germania, la prostituzione è regolamentata in modo tale da includere diritti e garanzie sociali per le lavoratrici del sesso. In Svizzera, ad esempio, i sex workers hanno diritto alla previdenza sociale e condizioni di lavoro sicure. Nei Paesi Bassi, la legalizzazione del lavoro sessuale ha permesso la riduzione del mercato nero, aumentando al contempo il controllo sanitario e la sicurezza delle donne coinvolte.

Un’occasione per i love giver

In The Session (2012) Helen Hunt interpretava un'assistente sessuale assunta da Mark, tetraplegico, desideroso di perdere la verginità. Oltre all'amore fisico, la protagonista gli insegna anche ad amare con il corpo e l'anima. In Italia Maximiliano Ulivieri ha scommesso sull'assistenza all'emotività, all'affettività, alla corporeità e alla sessualità delle persone con disabilità fisica, intellettiva e sensoriale, fondando Love Giver. L'associazione si dedica alla promozione della figura evoluta dell'assistente sessuale.

L'introduzione di questo codice ATECO potrebbe permettere alle tante famiglie costrette ad alleviare i bisogni sessuali dei propri parenti impossibilitati ad avere una vita sessuale - ma anche affettiva - normale di avere a propria disposizione, del tutto legalmente, un assistente sessuale. Nelle parole di Ulivieri (che abbiamo intervistato qui) questa figura è «un operatore professionale (uomo o donna) con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che deve avere delle caratteristiche psicofisiche e sessuali “sane”».

Quindi il codice ATECO per le prostitute non è solo un modo per l'Istat per "arricchire" l'elenco di voci per il paniere di spesa degli italiani, ma potrebbe liberare anche questi professionisti dalla zona grigia in cui sono stati relegati per troppi anni.

Perché questo codice ATECO fa discutere

Nonostante le discussioni attuali, la prostituzione in Italia rimane un'attività complessa, oscillante tra legalità e sfruttamento. L'assenza di una chiara regolamentazione può spesso lasciare i lavoratori del sesso vulnerabili a diverse forme di abuso. La discussione nata attorno al codice ATECO per la prostituzione è legata a questioni di legalizzazione, dignità del lavoro, possibilità di accedere a tutele, ma anche alla possibilità di usare il codice per coprire attività illegali.

L'evoluzione della regolamentazione dei sex workers rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento dei loro diritti. Tuttavia, per essere veramente efficace, deve andare di pari passo con strategie che affrontino le radici delle disuguaglianze e della vulnerabilità economica e sociale. Guardare ai modelli internazionali può offrire spunti preziosi, ma ogni paese deve adattare le soluzioni alle proprie specificità culturali e sociali.

Foto di apertura: Freepik