Durante la pandemia di Coronavirus c’è stato un boom di bufale diffuse e condivise online. Che sono molto pericolose. Ecco i trucchi per non “abboccare” alle notizie false.
Durante la pandemia di Coronavirus c’è stato un boom di bufale diffuse e condivise online. Che sono molto pericolose. Ecco i trucchi per non “abboccare” alle notizie false.I giornalisti iscritti all’Ordine professionale (tipo l’autore di questo articolo) potrebbero non essere d’accordo, ma una dei grandi pregi del web sta nell’aver favorito il cosiddetto citizen journalism, ovvero quella forma di giornalismo che, grazie alla natura interattiva dei nuovi media, prevede la partecipazione attiva dei cittadini. Il problema è che Internet non è necessariamente sinonimo di (buona) informazione: è infatti anche il luogo ideale per la diffusione di fake news. Ecco cosa sono e i trucchi per non farsi ingannare.
Cosa sono le fake news
Le fake news non sono altro che notizie false: pubblicate e poi condivise dagli utenti dei vari social network, queste bufale in rete possono raggiungere un numero enorme di persone e, persino, una certa credibilità. Se i quotidiani e le riviste online si appoggiano su Facebook e Twitter per la condivisione delle notizie, il web pullula di servizi fake sugli argomenti più disparati, spesso “mascherati” da articoli attendibili.
Perché è importante evitarle
La diffusione delle bufale su Internet può influire sulle decisioni delle persone, ad esempio in caso di elezioni, spostando un grande numero di voti. Un “luminare” in tal senso è ad esempio Donald Trump, che a forza di fake news ha tentato di impedire (senza successo) l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca. La condivisione di notizie false può inoltre esacerbare gli animi in situazioni delicate come quella che stiamo vivendo: basti pensare alle innumerevoli fake news riguardanti il Coronavirus (ecco come individuare le bufale sul Covid). In taluni casi, le fake news vengono diffuse per destabilizzare certi ambienti, per provocare magari proteste, per prendersi gioco di determinati gruppi sociali. Le bufale sono sempre esistite, basti pensare al caso della “guerra dei mondi” di Orson Welles, ma oggi a forza di clic possono diffondersi a macchia d’olio, molto più rapidamente che in passato.
Come riconoscerle
Essendo il web di tutti e visto che l’uso dei social network è gratuito, è praticamente impossibile arginare la diffusione delle bufale. Tuttavia non è certo obbligatorio “abboccare” a ogni cosa che leggiamo. Ecco come riconoscere le fake news.
Occhio al nome dei siti
I nomi dei siti di bufale sono molto spesso storpiature di testate giornalistiche più famose, ma soprattutto esistenti e regolarmente registrate, come Il Fatto Quotidaino o La Refubblica.
Titolo sensazionalistico
Un indicatore classico della bufala diffusa sul web è il titolo volutamente enfatico per attirare i lettori. Lo stesso vale per il tweet o il post su Facebook che la presenta: le frasi acchiappaclic sono facilmente riconoscibili, ad esempio, dall’uso di punti esclamativi.
Attenzione dalle date
È sempre opportuno controllare la data di pubblicazione di una notizia: anche se vera, potrebbe essere vecchia e dunque ormai fuorviante, rilanciata sui social con il solo intento di ottenere qualche like.
Controllo incrociato
Per capire poi se una notizia è falsa o meno, basta fare un controllo incrociato con una ricerca veloce su Google e affini: se non compare da nessuna parte, significa che è una bufala.
Attenzione alla foto
Un altro aspetto da considerare è rappresentato dalle immagini: i siti che diffondono fake news amano usare fotomontaggi e video ritoccati, fortemente evocativi ma soprattutto fuorvianti.
Bufale audio
Occhio anche agli audio che circolano su WhatsApp: se il mittente da cui è partita la notizia è sconosciuto, va presa decisamente con le pinze.
Foto apertura: @Pixabay.com