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Baby, Elite, Quicksand: le serie Netflix sulle scuole private

Storie di "gioventù bruciata" agitano i tranquilli corridoi delle scuole di tutta Europa: ecco le storie scelte da Netflix per raccontarci le paure e le minacce delle nuove generazioni.

Storie di "gioventù bruciata" agitano i tranquilli corridoi delle scuole di tutta Europa: ecco le storie scelte da Netflix per raccontarci le paure e le minacce delle nuove generazioni.

Parlare oggi di "gioventù bruciata" sembra quasi fuori moda. Quest'espressione ci riporta alla mente motociclette, ragazzi pettinati come James Dean, t-shirt bianche sporche di grasso e trasgressioni quasi vintage.

Oggi i Millennials (ma anche i giovanissimi della Generazione Z) sembrano invece più "bruciati" dei loro coetanei degli anni Settanta. Forse perché per le loro avventure spericolate hanno più frecce al loro arco - la tecnologia e le sue infinite possibilità - e anche meno scrupoli.

Adolescenti che vendono il proprio corpo con indifferenza, revenge porn su whatsapp, bullismo, il tutto sullo sfondo del mondo dorato delle scuole private europee: sono questi gli ingredienti su cui sono state costruite tre serie tv che hanno mandato su di giri i Netflix Lovers.

Ecco di cosa parlano le serie tv targate Netflix Baby, Elite e Quicksand.

Baby

Baby è una delle prime serie tv italiane prodotte da Netflix. L'obiettivo: raccontare la storia delle baby prostitute dei Parioli. Chiara e Ludovica sono due ragazze romane che frequentano il liceo privato Collodi. Vivono una vita apparentemente perfetta, ma le loro insicurezze e problematiche familiari porteranno le due a conoscere persone sbagliate, cadendo così nel giro della prostituzione.

Ciò che colpisce di più lo spettatore - che magari ha iniziato a seguire le avventure delle baby squillo pensando ai fatti di cronaca - è che gli elementi reali sono completamente assenti. Più che un racconto-denuncia della vicenda, sembra più un teen-drama d'oltreoceano.

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Si parla di problematiche e paturnie adolescenziali, di famiglie disfunzionali, di relazioni sociali difficili. Ma la narrazione si ferma un momento prima di affondare il coltello e squarciare il velo che separa la finzione dalla verità. Un'occasione sprecata.

Elite

Dopo il successo de La Casa di Carta, Netflix ha deciso di dare un'altra chance alla Spagna, comprando Elite. Negli otto episodi della serie si racconta la storia di un gruppo di giovani studenti, che frequentano una delle scuole migliori del paese. Sono tutti ragazzi che vengono da famiglie agiate.

Le cose cambiano quando arrivano tre "disturbatori sociali", persone di diversa estrazione, reduci dalla distruzione della loro scuola. Dal loro arrivo la tranquilla vita dei ragazzi "figli di papà" viene stravolta.

Basti solo pensare che si inizia con l'omicidio di una delle protagoniste. E poi: misteri, intrighi, sesso e bugie. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per restare incollati allo schermo.

Quicksand

L'omicidio di alcuni ragazzi in una scuola svedese costringe Maria Norberg (Hanna Ardéhn) alla prigione. Lei, autrice del massacro, non ha risparmiato neppure il suo fidanzato. Ed eccola, mentre vive la sua nuova quotidianità in penitenziario, ripensare alla sua vita da ragazza, alla travagliata storia d'amore, alle frequentazioni.

Quicksand, composta di soli sei episodi e tratta dal romanzo Sabbie mobili di Malin Persson Giolito, viaggia su continui flashback al passato, tenendo alto il ritmo narrativo e mostra per la prima volta un lato inquietante della perfetta e sonnacchiosa Svezia.

Oltre alle costose vacanze in Francia, alle feste tra ragazzi di buona famiglia in case curatissime, l'alienazione sembra essere il vero motore delle vite dei protagonisti di Elite. Un racconto edulcorato anche della vita vera del Paese scandinavo?

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