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PEOPLE: L'ATTUALITA'
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Le 6 famiglie più sfigate delle serie tv

Dagli Stark ai Mosby, sei famiglie delle serie tv perseguitate dalla sfortuna (e dagli sceneggiatori)

Dagli Stark ai Mosby, sei famiglie delle serie tv perseguitate dalla sfortuna (e dagli sceneggiatori)

Dopo quasi un anno e mezzo di serie viste, riviste, ri-riviste per passare queste serate transilvane, in cui alle 22 la vita si ferma, sono arrivato a una conclusione. C’è quasi sempre un momento in cui gli sceneggiatori delle serie tv riversano tutte le loro frustrazioni sui personaggi. Un accanimento da codice penale, che spesso colpisce intere famiglie, travolte da una serie di sfortunati eventi che i Buendía di Cent’anni di solitudine al confronto hanno sbancato il Superenalotto. Ne ho selezionate sei, ma l’elenco potrebbe essere infinito.

Ah, una precisazione di metodo. Per quanto le serie citate siano tutte concluse da almeno un anno (esisterà anche per lo spoiler la prescrizione!), vi avviso comunque: nel pezzo si parla anche dei finali. Quindi io ve l’ho detto, state calm*, ve lo scrivo anche in grassetto maiuscolo ALLERTA SPOILER! e siamo a posto.

6. La famiglia Mosby - How I Met Your Mother

Può sembrare un nome a sorpresa, ma se guardate la vicenda dei Mosby sotto vari punti di vista, vi accorgerete che alla fine, sotto sotto, un posticino in questa classifica non glielo toglie nessuno. Pensate per esempio ai figli di Ted, che hanno passato la loro adolescenza sequestrati in casa dal padre, tempestati di racconti inutili come una barzelletta raccontata da Gigi Marzullo e sterminati come la collezione di aneddoti di Paolo Limiti. O a Ted, che, oltre a dover convivere con se stesso, viene friendzonato a intermittenza da Robin (il suo vero grande amore, che però sposa il suo migliore amico), abbandonato all’altare da Stella, si mette con Zoey, una che potenzialmente potrebbe mettere fine alla sua carriera, per poi finire con Jeanette, che gli distrugge casa. Dopo nove stagioni, trova la donna della sua vita, che però muore. E lui, dopo un'esistenza di tormenti che manco Leopardi quando gli potavano la siepe sul colle dell’Infinito, si mette a raccontare. Finché anche i figli a un certo punto gli dicono: “Papà, ti prego, fatti una vita”. La verità è che il problema è mio, che non mi sono mai ripreso da uno dei finali di serie più stronzi di sempre. Lo ammetto, scusate.

5. La famiglia Palmer - Twin Peaks

Comincia la serie e muore Laura, la figlia, uccisa brutalmente da… boh, per adesso non si sa. Intanto, la famiglia, giustamente, piange. La madre ha delle visioni sospette, tipo demoni dalle pettinature discutibili, e il padre, Leland, ha sempre l’espressione di chi non ha digerito lo zampone mangiato la notte di Capodanno nel 1956.

Piange pure la cugina di Laura, Maddy, che è in città per il funerale della povera Palmer e che a guardarla bene ti ricorda qualcuno… ah giusto, sempre Laura. Talmente uguale, che muore allo stesso modo. Nel frattempo si scopre dietro tutta questa catena di delitti (roba che la fiera dell’est pare ‘na festa delle medie) c’è il signor Leland Palmer, in realtà posseduto dal suddetto demone, talmente cattivo da pettinarsi i capelli con l’olio di palmer (chiedo perdono)! E ovviamente, in quanto Palmer, anche il buon Leland muore, come gli altri parenti suoi. Che poi, più che morti, sono finiti in una loggia oscura, dove tutti sembrano strafatti, ridono e parlano urlando: praticamente 1992, da un’idea di Stefano Accorsi feat. David Lynch.

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4. Doppler e Kahnwald - Dark

La serie è ambientata a Winden, cittadina immaginaria della Germania, dove succede il finimondo, tra viaggi nel tempo, persone che spariscono per ricomparire decenni dopo e scorie radioattive. E dove sostanzialmente due famiglie si contendono, tra tragedie e colpi di scena, il sadismo estremo degli sceneggiatori.

Partiamo dai Kahnwald, la famiglia del protagonista Jonas: giusto per far capire l’andazzo, Jonas perde subito il padre, morto suicida. Il ragazzo si prende una pausa e sembra tenere botta. Nel frattempo Martha, la ragazza di cui è innamorato, si mette col suo migliore amico (aridaje), tutti insieme si fanno una scampagnata notturna e sparisce il fratello di Martha, Mikkel, che poi si scopre essere finito 33 anni nel passato, dove si fa chiamare Levi Strauss. O forse mi sto confondendo. Fatto sta che nel passato Mikkel ci resta un bel po’, abbastanza da diventare il futuro padre di Jonas. E già qui l’emicrania comincia a farsi sentire.

Sui Doppler c’è poco da dire: Charlotte è contemporaneamente sia madre che figlia di sua figlia. E dà, così, vita al primo prototipo al mondo di albero genealogico ricoverato per esaurimento nervoso.
Si vocifera di uno spinoff di Dark, ambientato nell’ufficio anagrafe di Winden, che ripercorre in stile di docufiction l’ondata di panico che colpì i dipendenti quando Charlotte andò a chiedere lo stato di famiglia. Roba che il millennium bug, al confronto, è una zanzarina che ha paura del buio.

3. Crawley e Bates - Downton Abbey

Per salire sul podio ci spostiamo in Inghilterra, nella tenuta dei Crawley, a Downton, dove due famiglie, i padroni di casa e una love story nata tra il personale di servizio (i futuri coniugi Bates), si sfidano costantemente in una partita a poker di disgrazie lunga sei stagioni, più un film-evento. Una roba talmente straziante da far vacillare la dialettica hegeliana servo-signore.

I Crawley sono sempre sull’orlo di perdere tutto. Vuoi perché i parenti e/o fidanzati schiattano in circostanze improbabili (tipo il naufragio del Titanic), vuoi perché scoppiano guerre, scandali, copule clandestine culminate con amanti uccisi da una passione irrefrenabile, fatto sta che che per Robert (capostipite di una famiglia nata all’ombra dei quadrifogli) & co. le cosa buttano sempre male. Tipo che la moglie (Lady Grantham) rimane incinta dell’unico figlio maschio (dopo tre giovani fanciulle già in età da disgrazia), il quale, per tenere fede al cognome che porta, muore in un attentato domestico per mano della cameriera personale della Lady, che, temendo di essere silurata, interpreta a sua modo il significato di “concertazione” e decide che una bella ritorsione in stile Padrino sia un ottimo modo per trattare un’eventuale buonuscita.

Veniamo alle figlie di casa Crawley: Mary, dopo scandali, ricatti, e lo scoppio giusto, giusto della Prima Guerra Mondiale, sposa, dopo un lungo ed estenuante tira e molla, il buon Matthew. Nasce il loro figlio: tutti felici, tutti contenti, ma Matthew si rincretinisce di botto, e mentre viaggia in auto pensa a quanto sarebbe stupido perdere la vita in un incidente nel tentativo di raccogliere un gelato mentre si è alla guida (ogni riferimento a una serie tv in cui gli adolescenti piangono come se avessero la faccia incastrata nell’aspirapolvere è puramente voluto), così decide di guardare un tramonto immaginario e commuoversi, perché la strada è troppo noiosa. Addio.

Edith ha una vita sentimentale talmente incasinata che Barbara D’Urso potrebbe camparci per 7 mesi e dodici giorni ininterrottamente. Truffata, lasciata all’altare, si innamora, ricambiata, del suo capo Michael Gregson, sposato con una moglie mentalmente inferma da cui sta cercando di divorziare. Gregson va in Germania per sbrigare alcune pratiche burocratiche in modo da poter sposare Edith (incinta di lui), e chi ti incontra? I nazisti, che in quel momento hanno solo cominciato a muovere i primi passi (dell’oca), e che comunque lo uccidono.

E poi Sybil (sospiro), personaggio amatissimo, morta di parto. Gira voce che le stessero impiantando un cavo del telegrafo sottopelle, per controllare lei e il suo rivoltoso marito. Completa questo quadro di disperazione, la morte del cane, la povera Iside, così, de botto, giusto per far capire a tutti, cast e spettatori, chi comanda veramente. Anche se, va detto, quando il labrador dei Crawley ha smesso di scodinzolare, parecchi fan pensarono a un escamotage per sbarazzarsi di un personaggio dal nome "ingombrante", perlomeno in inglese (Isis). Ipotesi però smentita dai componenti del cast.

Cosa dire dei Bates? John, valletto di Sir Robert Crawley, reso zoppo da una ferita di guerra, mobbizzato dai colleghi, accusato (ingiustamente) di omicidio, si innamora di Anna, capo cameriera (e successivamente cameriera personale di Mary), la sposa, tutto bene? No, ovviamente. Perché Anna è vittima di uno stupro e il colpevole (il valletto di uno degli spasimanti di Mary) viene misteriosamente ucciso. E chi viene accusato? Sia Anna che John: tanta fortuna!

2. Gli Stark - Game Of Thrones

Con l’ambizione di aggiudicarsi l’oro, gli Stark si fermano a un dignitosissimo secondo posto. Se il motto di casa Stark fosse stato “fatti li cazzi tua”, probabilmente la famiglia in questo momento sarebbe seduta comodamente a Grande Inverno, guardando in televisione La carica dei 101 metalupi. Invece Eddard Stark, capofamiglia tutto d’un pezzo (o quasi), con un’ingenuità che fa quasi incazzare, nel tentativo di smascherare la regina Cersei e le sue trame oscure, si fida di uno che per decenni ha bramato sua moglie… e che - chissà come mai - lo tradisce! Lady Stark viene altrettanto tradita e muore ammazzata, come il figlio maggiore e la sua sposa. Muore anche il figlio più piccolo, Rickon, abile stratega delle fughe, che, sotto tiro, decide che il modo migliore per evitare di essere colpiti da una freccia sia correre in linea retta (tutto suo padre!).

L’altro giovane Stark, Bran, con la segreta ambizione di diventare il direttore di Chi, scopre la regina e il di lei fratello in inequivocabili atteggiamenti equivoci. Loro se ne accorgono e la prendono talmente bene, che il piccolo vola dalla finestra. Ma il giovane Bran si riprende, incontra il più grande spacciatore di sempre, Il Corvo a tre occhi, passa alle droghe pesanti per l’intera ottava stagione, e soprattutto dà un po’ troppa confidenza agli Estranei.

Sansa, la figlia maggiore, viene data in sposa al principe Joffrey Baratheon, che ha rivoluzionato le tonalità di azzurro, introducendo la nuance “azzurro Charles Manson” a lui tanto gradita. Archiviato Joffrey (che, divenuto re, l’ha omaggiata con la testa di suo padre), Sansa viene data in sposa a Ramsay Bolton, che si è appena diplomato alla scuola di buone maniere di Hannibal Lecter (per maggiori informazioni scrivere a: theon.greyjoy@iomifidavo.it), e il giovane Bolton abusa di lei. Certo, prima di Ramsay c’era stato Tyrion Lannister, ma converrete con me che, in confronto agli altri due, il “folletto” sembra uscito da un romanzo di Jane Austen.

Arya, sorella minore di Sansa, prima di ritrovare la via di casa, deve vedersela con ogni genere di format televisivo: partecipa a Grande Inverno Express in coppia con il Mastino; viene notata da Carlo Conti, che, dopo un durissimo casting, la prende con sé in Tale e quale Show, edizione Braavos (Braavissimos), ma poi litigano. E allora la giovane Stark tenta la carta cooking show, ma il suo pasticcio di carne non viene apprezzato dalla giuria di casa Frey e torna a casa.

E pure se sei Stark per sbaglio, come Jon Snow, la malasorte non fa comunque sconti. Bullizzato dai fratelli perché considerato (a torto) un bastardo, abbraccia la causa dei casti e celibi Guardiani della Notte, giusto un secondo prima di innamorarsi di Ygritte, donna bruta e, per questo, cattiva, che ovviamente muore. Schiatta pure Jon, che poi ritorna più incazzoso che mai. Diventa Lord di Grande Inverno (e mo’ chi è il bastardo, eh?), ma ci ricasca di nuovo. Si innamora di Daenerys Targaryen, come manco alle medie. Ma lui ancora non sa di essere in realtà Aegon VI Targaryen, erede al trono e nipote della sua amante. Una volta messo al corrente di ciò, si ammala della sindrome di Hodor, e ripete sempre e solo “She’s my queen”. Pure quando, vedendo Dany trasformarsi in una regina sanguinaria, decide di assassinarla, uccidendo contemporaneamente la sua amante e sua zia. Una storia talmente maledetta, che anche Franca Leosini ha alzato le mani, gettando il suo quadernone nelle fauci di Drogon.

1 Gli Ingalls - La Casa nella Prateria

Niente e nessuno può togliere questi fuoriclasse della disgrazia dal gradino più alto del podio. Più ansiogeno di un documentario di Minoli sull’olocausto alle 7.30 del mattino, le (dis)avventure di Charles & soci mi hanno tenuto compagnia per tutta l’infanzia, compromettendola inesorabilmente. Soprattutto lui, il signor Ingalls, l’uomo dalle fossette inossidabili, che niente e nessuno può scalfire. Nemmeno le umiliazioni costanti, la figlia che diventa cieca, i lavori che sembrano sempre arrivare a una svolta e poi chissà come mai tutto si schianta inesorabilmente.

Memorabile la puntata in cui Charles eredita tutto il patrimonio di un lontano zio ricchissimo. Tutti felici, tutti contenti, i figli che danno fuoco alle foglie secche che usavano al posto dei Lego per giocare, non fosse che (ve lo giuro) a un certo punto si scopre che il suddetto zio ha dilapidato tutti i suoi averi per stampare banconote con la sua faccia sopra.

Se Charles Ingalls giocasse a Monopoli, comprerebbe il Parco della Vittoria un secondo prima del fallimento della Lehman Brothers. Ma l’importante è che alla fine, come in tutte le puntate, quando arrivi a un passo dall’esaurimento nervoso, i buoni sentimenti trionfano sempre.

Foto apertura: HBO/ENTERTAINMENT PICTURES/ZUMAPRESS.COM