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A spasso nella Milano ottocentesca

La storia di una città nelle Gallerie d'Italia

La storia di una città nelle Gallerie d'Italia

Città discreta, città sobria, di lei si dice e si sa che ci vuole tempo e pazienza per conoscerla: Milano nasconde gelosamente giardini e tesori dietro ai portoni dei suoi palazzi. Ora però c’è una nuova occasione per curiosare nelle abitazioni della ricca nobiltà e borghesia di un tempo. Le Gallerie d’Italia si trovano nel cuore della città, in piazza della Scala all’angolo con via Manzoni.

Inaugurate il 3 novembre 2011, costituiscono un interessante esempio di museo progettato e promosso da enti privati. Sono Intesa Sanpaolo e Cariplo che infatti hanno deciso di aprire, non solo a Milano ma anche in altre città italiane, i propri palazzi per esporre in modo permanente le proprie collezioni.

Il museo ha sede nei palazzi Anguissola Antona Traversi e Palazzo Brentani: vi sono esposte circa 200 opere che abbracciano un periodo compreso tra la fine del Settecento e i primi del Novecento. La visita è duplice: si ammirano i quadri ma al tempo stesso si percorrono le sale di questi eleganti edifici. Palazzo Anguissola è di impianto settecentesco, mentre palazzo Brentani è ottocentesco; il nodo attraverso cui si dipartono i vari percorsi museali è il cortile, dove spicca una famosa scultura di Arnaldo Pomodoro, il Disco in forma di rosa del deserto (1993-94).

Il percorso museale è un vero e proprio viaggio nell’arte ottocentesca, soprattutto lombarda. Le prime sale ospitano 13 bassorilievi in gesso di Antonio Canova con vari soggetti legati alle virtù cristiane e alle opere di misericordia, oltre a scene ispirate dai poemi omerici e virgiliani.

La pittura dell’Ottocento italiano non può certamente essere accostata a quella dello stesso periodo prodotta in Francia (basti pensare alla pittura impressionista) ma risulta importante anche per conoscere e capire la storia del nostro Paese. Si comincia con Francesco Hayez, esponente della pittura romantica storica insieme a Giovanni Migliara, che ci fa scoprire il fascino degli antichi monumenti, come l’interno del monastero di Altacomba. Il pittore Carlo Canella, invece, offre uno spaccato della Milano risorgimentale con la tela che raffigura Porta Tosa in Milano il 22 marzo 1848, nel pieno delle Cinque Giornate.

Anche altri pittori come Gerolamo Induno e Sebastiano De Albertis celebrano e descrivono l’epopea risorgimentale, mentre le tele di Angelo Inganni, Luigi Premazzi, Giuseppe Canella, Luigi Bisi ci raccontano di una Milano più ‘quotidiana’, con la sua gente e gli scorci pittoreschi che non esistono più. Uno dei quadri più noti di questo genere è L’interno del Duomo di Milano, esempio notevole di una certa pittura prospettica, molto apprezzata e richiesta dai collezionisti dell’epoca, anche stranieri. Altre tele invece ci raccontano di come sia nata la Milano che vediamo ancora oggi, per esempio  La Nuova Galleria in Milano col passeggio notturnodi Carlo Canella,o una Veduta di piazza della Scala con neve cadente vista dalla Galleria del pittore Angelo Inganni. Naturalmente non mancano neppure vedute dei Navigli, soggetto estremamente interessante per la pittura naturalistica, dove è sempre presente un velo di malinconia; le sale successive accolgono tele che si ispirano al paesaggio lombardo.

Accanto a queste nuove tendenze pittoriche si riscopre anche un altro tipo di pittura che testimonia il risvegliato interesse per il mondo settecentesco, descritto per esempio nella Lezione di geografia di Eleuterio Pagliano.

Altri soggetti interessanti sono quelli legati al mondo urbano: la vita dura e la miseria nelle città e nelle campagne in relazione alla rivoluzione industriale sono narrate da pittori come Giovanni Segantini, in forte contrasto con la pittura napoletana che, negli stessi anni, descrive immagini più folcloristiche e solari.

Il viaggio nell’Ottocento si conclude con alcune tele di Giovanni Boldini, appartenente al gruppo dei pittori macchiaioli toscani, e con altri artisti come Gaetano Morbelli e Leonardo Bazzaro, che si muovono invece sul fronte del Simbolismo. Chiusura ideale restano le quattro tele di Umberto Boccioni, nel momento in cui si distacca dal Divisionismo e si muove verso nuove forme. 

Il 25 ottobre 2012 il museo è stato ampliato: aprendo al pubblico anche il palazzo che fu un tempo la sede storica della Banca Commerciale Italiana, è stata aperta la sezione ‘Cantiere del ’900’, dove troveranno posto oltre 180 opere del Novecento provenienti da importanti collezioni.

Gallerie d'Italia - Piazza Scala
via Manzoni 10, Milano
numero verde 800.167.619
www.gallerieditalia.com

Orari
Martedì - domenica 9.30 - 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
Giovedì 9.30 - 22.30 (ultimo ingresso ore 21.30)
Lunedì chiuso.