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La Strada del Vino e dei sapori goriziani

Nel Collio, tra borghi e vigne culla del tocai friulano. Alla scoperta dei sapori locali, della tradizione vitivinicola e della storia. Un paesaggio segnato dalla guerra mondiale che porta ancora in sé il fascino del passato.

Nel Collio, tra borghi e vigne culla del tocai friulano. Alla scoperta dei sapori locali, della tradizione vitivinicola e della storia. Un paesaggio segnato dalla guerra mondiale che porta ancora in sé il fascino del passato.

Qui la tradizione della coltivazione della vite e della produzione del vino sono millenarie: in queste terre i vigneti erano già presenti in epoca preromana, e successivamente la produzione crebbe in modo così impetuoso che l’imperatore romano Massimino Trace, nel 238, poté requisire talmente tante botti e tini da poter costruire un ponte sull’Isonzo per raggiungere con le sue legioni l’assedio di Aquileia.

Siamo nell’estremo lembo dell’Italia orientale, presso una città, un tempo chiamata ‘la Nizza austriaca’, circondata da un paesaggio dolcissimo, il Collio, che produce da secoli un vino di grande fama: la città è Gorizia e il vino fino al 2007 si chiamava Tocai. Oggi si chiama ‘friulano’ ma il suo sapore non è cambiato. La regione del Collio si estende anche nella Slovenia e prende il nome dalle colline che la percorrono; la conformazione del suo territorio, unita al clima che beneficia sia dell’aria di mare sia della vicinanza della montagna la rendono, come testimonia proprio la storia, zona ideale per la coltivazione delle vigne.

Nel corso dei secoli, a partire dal Cinquecento, re e imperatori venivano qui a fare rifornimento: la Serenissima Repubblica di Venezia, Carlo V d’Asburgo, lo zar di Russia, la Vienna capitale dell’impero Austroungarico, nell’Ottocento, arrivavano qui con i carri portando indietro le botti piene di vini del Collio.

E infatti i vini che vi vengono prodotti hanno fin dal lontano 1968, fra i primi in Italia, la Denominazione di Origine Controllata (DOC).

Le colline sono punteggiate di storici paesi e di vigneti, che hanno un’estensione di ben 1600 ettari; terra di grandi bianchi, ha tra i suoi più noti il Pinot bianco e il Pinot grigio, il Tocai friulano, il Sauvignon, il Collio bianco e la Ribolla gialla, tra i rossi il Collio rosso, i Cabernet, il Merlot, il Pinot nero.

I nomi dei luoghi hanno un sapore di confine, mitteleuropeo: il percorso proposto per conoscere e gustare il Collio si snoda dai colli di San Floriano e Oslavia, sopra Gorizia, verso quelli di Ruttars, Lonzano e Vencò, lungo le sponde del torrente Judrio, che fino al 1918 segnava il confine tra l’Italia e l’impero Austroungarico. Per inciso, fu qui, nel maggio del 1915, che si verificò la prima azione di guerra dell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale, quando i soldati italiani evitarono che gli austriaci facessero saltare un ponte sul Judrio vicino a Cormons.

Anche i centri abitati raccontano una fetta importante della nostra storia. La ‘capitale’ del Collio è senza dubbio Gorizia, che ancora riflette l’impianto urbanistico ottocentesco e un’atmosfera mitteleuropea. Alla fine della seconda guerra mondiale i suoi quartieri nordorientali furono separati dalla città tramite il confine con la Jugoslavia, divenendo Nova Gorica, Nuova Gorizia. Il toponimo (Gurìze nel dialetto locale) riflette il termine sloveno gorica (‘collina’), diminutivo di gora (‘monte’). Simboli della città sono Borgo Castello, che domina il paesaggio, Corso Verdi e Corso Italia fiancheggiati da ville in stile eclettico che riportano agli splendori dell’impero austroungarico.

Cormons si trova alla sinistra del torrente Iudrio e il 12 agosto 1866, nelle vicinanze, fu siglato l’armistizio fra Italia e Austria, che pose fine alla terza guerra d’indipendenza. Oslavia, non lontano da Gorizia, è strettamente legata alle vicende della prima guerra mondiale: fu infatti pilastro meridionale della testa di ponte austro-ungarica sulla riva destra dell’Isonzo dinanzi a Gorizia, finché non venne conquistata tra il 6 e il 7 agosto 1916 dalla XXIV Divisione.

Vino, storia, gastronomia e tradizione.

In qualunque stagione dell’anno incontriamo feste e manifestazioni: la festa di San Martino in Cantina il 15 e il 16 novembre, la fiera di Sant’Andrea all’inizio di dicembre, i mercatini di Natale con promozioni nelle cantine, le feste delle vendemmia e del vino. Una golosa sosta in un bar, poi, vi permetterà di assaggiare il presnitz, dolce tradizionale che ricorda i trascorsi asburgici, arricchito con uvetta, cioccolato, grappa e noci.

Movimento Turismo del Vino Friuli-Venezia Giulia
www.mtvfriulivg.it