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Lo sguardo di un eterno sognatore

Fellini e la sua Rimini tra ricordo e fantasia

Fellini e la sua Rimini tra ricordo e fantasia

Fellini è nato a Rimini per un caso, infatti la sua famiglia si era appena trasferita dal paesino di Gambettola. Il 20 gennaio 1920, al numero 10 di via Dardanelli Federico ha visto la luce. Durante gli anni riminesi la famiglia cambia spesso abitazione e, poco dopo la sua nascita, si trasferisce in centro, in Corso d’Augusto 63. Il regista la rievoca così: ‘La prima casa che io ricordo veramente è il palazzo Ripa. C’è ancora: è un palazzo sul Corso. Il nostro padrone di casa era sempre vestito di blu: l’abito blu, la bombetta blu e una gran barba bianca, come una divinità da blandire, da non irritare. Mia madre si asciugava le mani, mentre diceva: “Bambini, state fermi, c’è il signor Ripa”.’

Federico Fellini non ha girato un solo metro di pellicola a Rimini, però la città natale è presente nelle sue opere, fa da sfondo alle avventure dei personaggi in molti film. Quando il regista è arrivato a Roma si è trovato abbastanza lontano dalla cittadina per poterla ricreare negli studi di Cinecittà, seguendo la sua memoria e impastando il tutto con una buona dose di fantasia.

Nella ricostruzione felliniana di Rimini c’è tutto ciò che troviamo nella città reale. Partiamo dalla spiaggia, dove si arena nel 1934 il ‘mostro marino’ che ispirerà il finale de La dolce vita. Sempre lì Riccardo, uno dei protagonisti de I vitelloni, dice a Leopoldo, mentre guardano il mare in una giornata invernale: ‘Se adesso venisse un signore e ti desse diecimila lire lo faresti il bagno? Io sì’.

Il molo è dove inizia e finisce Amarcord, e il lungomare è l’emblema del cambiamento che la città subisce nel dopoguerra: ‘una Rimini che non finisce più, gente dappertutto, un carrello di immagini sfolgoranti, il paese dei balocchi, Las Vegas’.

La stazione ferroviaria viene riprodotta nel finale de I vitelloni, quando Moraldo lascia la città; in Amarcord con l’arrivo del gerarca fascista e negli episodi riminesi de I clown. Per l’inizio di quest’ultimo film Fellini deve ricreare Castel Sismondo: la Rocca malatestiana è dove il bambino protagonista scopre il tendone del circo.

Una tappa irrinunciabile della visita alla Rimini felliniana è il Cinema Fulgor, situato al numero 162 di Corso d'Augusto: è il luogo dove Federico vede il suo primo film, sulle ginocchia del padre. È anche il posto dove cerca un approccio con Gradisca, come racconta in Amarcord. Sempre legata a quest’ultima pellicola è la casa di Titta, che esiste davvero e si trova in via Roma 41. Vi abitava con la famiglia l’amico ‘reale’ Titta Benzi, negli anni in cui Federico viveva a Rimini.

Il film che maggiormente impegna il regista nella ricostruzione a distanza della sua città è sicuramente Amarcord, appunto ‘mi ricordo’. A Cinecittà Fellini crea un doppio di piazza Cavour, dove gira un paio di celebri sequenze: quella del pavone che si posa sulla fontana della ‘pigna’ e quella del saggio ginnico fascista. C’è poi il monumento di piazza Ferrari, intitolato ai caduti, che però a causa dei particolari anatomici  tanto turbava i protagonisti del film. ‘Questo è il monumento della Vittoria, andavamo a vederlo tutti i giorni... e io me lo sognavo anche la notte’, racconta la voce fuori campo di Titta. Non poteva mancare in Amarcord un luogo mitico dell’adolescenza di Federico: il Grand Hotel. ‘Le sere d’estate il Grand Hotel diventava Istanbul, Bagdad, Hollywood’. Ogni volta che Fellini torna nella città natale soggiorna nella suite 316, dove sarà colpito da ictus nel 1993.

Le strade di Borgo San Giuliano, uno dei borghi popolari più antichi della città, assomigliano a quelle che il regista riproduce nella parte iniziale de I Clown, e oggi sui suoi muri sono riprodotti personaggi e scene da alcuni dei più importanti film del regista.

A Fellini è stata dedicata un’omonima fondazione, che raccoglie costumi, elementi scenografici, disegni, scritti e materiale di documentazione per approfondimenti e ricerche. La sede della Fondazione Federico Fellini di Rimini era in via Nigra 26, ma purtroppo è attualmente chiusa in attesa di trovare una nuova sede.

Il viaggio alla scoperta della città non può che terminare al cimitero di Rimini, dove il maestro riposa insieme alla moglie Giulietta Masina e al figlioletto Pierfederico, accanto a un monumento del noto artista Arnaldo Pomodoro.

www.federicofellini.it