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Ricordi e memoria nel ghetto di Ferrara

Un percorso alla ricerca di un'antica e illustre comunità

Un percorso alla ricerca di un'antica e illustre comunità

La storia delle città è spesso scandita da fatti, eventi, luoghi e persone che nel corso dei secoli sono scomparsi, o sono stati fatti scomparire per nascondere colpe e vergogne di chi ha governato o ha avuto potere sul suo popolo. In altri rari casi, invece, il passato, anche quello più scomodo, riesce a convivere ormai pacificamente con l'esistente, diventando una testimonianza storica viva e importante, da ricordare. Questo è quello che accade a Ferrara, i cui monumenti straordinari del centro storico sono patrimonio dell'umanità; accanto alle testimonianze della grandezza dei suoi antichi signori, è possibile scoprire un altro aspetto della città, quello più silenzioso e appartato di molte strade del centro, che in passato costituivano il ghetto ebraico.

 

In gran parte delle città italiane, il ghetto ebraico, di solito ubicato nel pieno centro storico, venne distrutto con l'unità d'Italia; questo perché si trattava spesso di luoghi malsani anche dal punto di vista sanitario, dal momento che con l’aumento delle popolazione lo spazio rimaneva lo stesso e le case si affastellavano fra loro, senza che ci fosse mai una possibilità di ampliamento. A Ferrara gli ebrei erano andati a vivere fin dal XII secolo; provenienti dalla Spagna, dal Portogallo e dalla Germania, avevano trovato qui una buona accoglienza e avevano contribuito alla prosperità della città, con i loro banchi di prestito. La Chiesa considerava infatti il mestiere di bancario come un'occupazione indegna per un cristiano e per questo motivo poteva essere esercitata solo dagli ebrei. Dopo il 1627, con la cessione della città allo Stato Pontificio, la condizione degli ebrei in città cambiò: fu creato il ghetto, costruendo cinque porte e chiudendo una vasta area che aveva come arteria principale via dei Sabbioni, l'attuale via Mazzini. Da lì si dipartono viuzze strette e appartate, via Vignatagliata, via Vittoria e via Ragno, dove ancora oggi si può respirare un'atmosfera tranquilla e silenziosa. La storia ci narra che il ghetto fu smantellato con l'Unità d'Italia, e la comunità ebraica continuò a vivere serenamente in queste strade; con le leggi razziali e le deportazioni anche la comunità di Ferrara fu decimata. Se nel XIX secolo abitavano in città circa 2000 ebrei, oggi sono circa un centinaio.

Il percorso proposto tocca i luoghi principali della presenza degli ebrei a Ferrara. All’esterno del ghetto vero e proprio, in piazza Trento e Trieste, si trova una lapide a ricordo sul palazzo di San Crispino, sede dell’arte dei Calzolai, quindi nella piazza della cattedrale è la colonna che regge la statua di Borso d’Este: la colonna contiene al suo interno lapidi provenienti dai cimiteri ebraici cittadini. In via Mazzini le facciate in cotto degli edifici, in apparenza tutti uguali, celano al numero 95 la sinagoga, o meglio il complesso delle tre sinagoghe e il museo ebraico, la cui architettura testimonia la sovrapposizione degli edifici data dalla mancanza di spazio. Un punto particolarmente suggestivo è piazzetta Isacco Lampronti, lungo via Vignatagliata, dove si possono ammirare i particolari delle abitazioni, con decorazioni in cotto e balconi in ferro battuto. Due sono i cimiteri ebraici di cui ci restano tracce, il cimitero levantino nei pressi di via Arianuova (resti di lapidi) e quello in via delle Vigne, detto ‘Orto degli Ebrei’, che fu utilizzato a partire dal 1626.

I libri e i racconti dello scrittore Giorgio Bassani (1916-2000), ferrarese, fanno da filo conduttore per la scoperta di altri luoghi e altri fatti avvenuti in città; basti citare Il giardino dei Finzi Contini e il racconto Una notte del ’43, (nella raccolta Cinque storie ferraresi) nel quale si ricorda un eccidio per opera dei fascisti in corso Roma, ricordato con una targa commemorativa. Di recente istituzione è poi il MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Il suo scopo è quello di testimoniare l’importanza della comunità ebraica nella storia italiana. La sede è il vecchio carcere cittadino, dismesso nel 1992, in via Piangipane; è stato inaugurato nel gennaio 2013 e ospita anche mostre temporanee. Dal 2010, inoltre, Ferrara organizza nel mese di aprile la Festa del Libro Ebraico, con ospiti internazionali legati al mondo della cultura, della letteratura e della musica.

www.elisabettagulino.it/itinerari/ferrara/ferrara-ebraica-e-g-bassani.html

Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah
Sede espositiva (aperta solo per mostre temporanee): via Piangipane 81

Sede amministrativa: Piazza del Municipio 2, Ferrara
www.meisweb.it