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Modena, il fascino del Medioevo

Visitare il centro storico di Modena

Visitare il centro storico di Modena

Il centro storico di Modena potrebbe essere una perfetta ambientazione per un romanzo storico: passeggiare per le sue vie è come fare un vero e proprio salto indietro nel tempo, più precisamente nel XII secolo, infatti risale a questo periodo la costruzione della piazza Grande, il cuore medievale della città, che riunisce i principali monumenti.

In quegli anni Modena era in pieno fermento estetico, politico e religioso: arrivavano in città artisti sconosciuti che portavano stili e correnti artistiche diverse dalle forme squadrate e dalle linee regolari; s’incontravano per strada muratori, architetti e scultori che lavoravano nei più antichi e nello stesso tempo innovativi cantieri del romanico padano. Non a caso tra i secoli XI e XII il borgo era sotto la sfera d’influenza della Chiesa e della potente famiglia Canossa. La Cattedrale, la Torre Civica e Piazza Grande sono testimonianze straordinarie di questo periodo storico, per questo dal 1997 iscritte alla lista dell’UNESCO.

La cattedrale, fondata del 1099 e dedicata a San Gimignano e a Santa Maria Assunta, è il più grande monumento della città. La facciata, dominata dal grande rosone e dall’apparato scultoreo, ha una struttura articolata, sottolineata dalla presenza di aggetti e rientranze quali il rosone, le loggette, in realtà arcate cieche, e i bassorilievi; il corpo centrale è sormontato da un piccolo portico sostenuto da colonne poggiate su due leoni, guardiani dell’ingresso. Alcuni dei materiali furono ricavati dalle vicine necropoli romane e da edifici in rovina. L’interno è a tre navate, tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII fu allargata la cripta, innalzato il coro e ampliato il tetto per realizzare un falso transetto.

Parteciparono alla costruzione del duomo personaggi di spicco quali l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo. La bellezza del complesso è accentuata dalle decorazioni di quest’ultimo, dallo stile severo e sintetico che si esprime nei rilievi del portale maggiore. Ancora sulla facciata troviamo la rappresentazione di Storie della genesi, che vanno dalla Creazione dell’uomo all’Uscita dall’arca.

Si racconta che la cattedrale fu fortemente voluta dai cittadini e che il progetto venne sostenuto anche dalla potente nobildonna Matilde di Canossa - colei che è passata alla storia per aver ospitato presso il suo castello Papa Gregorio VII, venuto per incontrare l’Imperatore Enrico IV che, inginocchiato fuori dalle mura del castello, attendeva il perdono per la scomunica ricevuta.

L’altro nome della Torre Civica è Ghirlandina: alta circa 88 metri, è uno degli edifici simbolo della città. Il nome è probabilmente dovuto al doppio ordine di ringhiere, appunto le ghirlande, che formano una corona sulla cima. Fu costruita insieme alla cattedrale a cui si collega con due archi. La torre è suddivisa in due fasi costruttive: la prima è opera di Lanfranco e Wiligelmo, stessi autori del duomo, la seconda, invece, che include la punta ottagonale, è posteriore e fu realizzata da Arrigo da Campione tra 1261 e 1319, secondo un gusto gotico. Arrigo faceva parte del gruppo dei maestri Campionesi, così denominati per la provenienza dal lago di Lugano, giunti a Modena durante questa fase rivoluzionaria. Le stanze della torre sono decorate con bellissimi capitelli scolpiti, ne è un esempio la Stanza dei Torresani con il capitello di Davide, con due figure incoronate, e quello dei Giudici.

Si affacciano sulla piazza altri edifici di spicco quali il seicentesco Palazzo Comunale con i suoi portici, la Preda Ringadora, in dialetto la pietra dell’arringa, un masso lungo circa 3 metri utilizzato come palco degli oratori e la Bonissima, una statua femminile risalente al 1268, che la leggenda descrive come una benefattrice.

Non si può dire di aver visitato la città se non ci si è seduti a tavola per gustare i prodotti locali talmente famosi da essere diventati alcuni dei simboli dell’Italia gastronomica: il Prosciutto di Modena, i tortellini, il Parmigiano Reggiano e l’Aceto balsamico tradizionale di Modena.

www.turismo.comune.modena.it