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I bacini intermontani e i parchi

Un viaggio nelle aree protette abruzzesi

Un viaggio nelle aree protette abruzzesi

L’itinerario accompagna il visitatore a scoprire i bacini intermontani e i parchi abruzzesi, in un ‘viaggio verde’ attraverso la regione in cui le aree protette occupano la maggior parte del territorio. Natura, arte e cultura si fondono in questo percorso che muove dalla conca peligna per poi svilupparsi attraverso il Parco Regionale del Sirente-Velino, la conca del Fucino, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, gli Altipiani Maggiori e infine il versante aquilano del Parco Nazionale della Maiella, per concludersi nuovamente nella conca peligna o piana di Sulmona.

Si suggerisce di iniziare proprio da Sulmona, in cui si possono visitare il palazzo dell’Annunziata e la chiesa omonima, che costituiscono un unico complesso architettonico. Il palazzo ospita il Museo Civico, mentre all'interno di palazzo Sardi si trova un importante Museo di Storia Naturale della Comunità Montana Peligna. Da Sulmona si raggiunge l’abitato di Raiano e si prosegue, superate le pittoresche gole di San Venanzio, scavate nel fiume Aterno, alla volta della sezione centro-orientale del Parco Regionale del Sirente-Velino, con eventuali soste intermedie negli abitati di Molina, Aterno, Secinaro, Roccadimezzo e Ovindoli, e una visita ai Prati del Sirente. Qui si può vedere un minuscolo laghetto di origine meteorica, le cui acque occupano un cratere generato dall’impatto con un corpo cosmico, avvenuto presumibilmente tra il IV e il V secolo d.C.

Nella prima parte dell’itinerario domina lo scenario del viaggiatore il Sirente, fino a Celano. Alla sua configurazione allungata si contrappone quella piuttosto tozza del Velino, specie se osservato dalla conca del Fucino. Sui bordi nord-orientali dei due massicci si estendono alcuni vasti bacini gladio-carsici, dei quali il più importante è l’altipiano delle Rocche, in cui si distinguono due sezioni grazie al dosso calcareo di Rovere, che separa la piana di Ovindoli dalla parte restante. La parte più interessante della piana è quella orientale, che immette nella Val d’Arano, per poi proseguire nelle gole di Celano, un eccezionale esemplare di canyon carsico percorso dal torrente La Foce.

Da Ovindoli, nell’altipiano delle Rocche, si prosegue verso il Fucino: si può passare da Celano, con il suo imponente castello; poi dirigersi verso Avezzano, Pescasseroli, con l’alto bacino del Sangro, il cui solco vallivo si segue dalle sorgenti fino a Castel di Sangro. La salita del Fucino fino all’abitato di Gioia Vecchio consente di percorrere una strada panoramica che offre scorci meravigliosi.

Dopo Gioia Vecchio inizia il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del quale si attraversa la sezione abruzzese. Dopo Castel di Sangro l’itinerario prosegue per l’altipiano di Pescocostanzo. Nell’altipiano si trova l’antica e interessante Riserva zoologica lago Pantaniello, costituita nel 1972 per proteggere 180 ettari che accolgono un piccolo specchio lacustre di origine glaciale. Il lago si trova a 1818 metri di altezza, in corrispondenza della soglia di un antico ghiacciaio.

Pescocostanzo è un paese caratterizzato da forme architettoniche risalenti al periodo tra Quattrocento e Seicento; nell’abitato si trovano ancora botteghe artigiane della lavorazione dell’oro e dell’argento, oltre che del ferro battuto. Per chiudere l’itinerario e tornare a Sulmona si effettuano delle tappe intermedie a Palena, Campo di Giove e Pacentro.

In questo modo ci si inoltra per una trentina di chilometri tra faggete con, sulla destra, le ripide pendici del monte Porrara, fino a raggiungere l’ampia conca di Campo di Giove, limitata a settentrione e a oriente rispettivamente dalle montagne del Morrone e della Maiella. Scendendo verso Pacentro il paesaggio si rinnova bruscamente con la comparsa dell’olivo sui rocciosi pendii della conca peligna, tutta solcata da un denso reticolo di canali d’irrigazione. Proprio Pacentro, il cui abitato si sviluppa a balconata in corrispondenza dell’espansione novecentesca, è un ottimo luogo di osservazione: la posizione panoramica si somma alla rilevanza del centro antico, dominato dall’imponente castello turrito dei Cantelmo, di età rinascimentale.

Da Sulmona a Pacentro
226 km circa