Viaggi
Viaggi

Un teatro, un vulcano e il mare

Perché Taormina è divenuta un mito

Perché Taormina è divenuta un mito

Vista da lontano la sua forma assomiglia vagamente a una clessidra. Un abitato denso, abbarbicato sui pendii del monte Tauro, praticamente a picco sul mare. Pensandoci bene, chissà quanti sono i paesi così, in Italia. Questo, però, risulta effettivamente speciale; di più, mitico. Taormina è divenuto il luogo splendido e mondano, la località turistica che ha ricevuto, fra le primissime in Italia, la fama di luogo di vacanza a livello internazionale; a far questo, infatti, sono stati i viaggiatori stranieri.

Che la Sicilia facesse parte del Grand Tour che tanti facevano a partire già dal Settecento, è cosa nota: storici, letterati ma anche pittori rimanevano incantati dai colori e dai contrasti di questo paesaggio. Da una parte il mare e le palme, dall'altra l'Etna, con i suo vapori, la neve sulla cima, il blu assoluto del cielo. Parlano di questi luoghi i personaggi più disparati, da Goethe al cardinale inglese Newman, allo scrittore francese Guy de Maupassant, fino a Gustav Klimt che utilizzerà queste vedute per decorare il Burgtheater a Vienna. I pittori che giungevano qui lo definivano il luogo ideale per i paesaggisti, per il suo perfetto mescolamento di natura e cultura, con il vulcano e le antiche rovine.

Conoscere i modi in cui Taormina è diventata famosa equivale a capire come l’Italia sia diventata, agli occhi degli stranieri, il Paese più bello del mondo. I pittori paesaggisti tedeschi, gli scrittori romantici trovano 'molto pittoresche' le rovine greche e romane con la natura sullo sfondo. Lo scopritore 'ufficiale ' di Taormina è un tedesco, il conte Ottone von Geleng, che arriva qui nel 1863, alloggiando alla locanda Timeo, l’unica del paese. Quando presenterà a Parigi i suoi dipinti, che raffigurano vedute con un vulcano attivo e con la neve, mandorli in fiore e rovine greche, i critici lo accuseranno di aver inventato tutto, perché non è possibile che esista un luogo del genere. Il conte li invita a venire in Sicilia nel mese di febbraio: se non troveranno quello che lui ha dipinto, rimborserà a loro tutte le spese del viaggio. Da questo momento tutto cambia rapidamente: arrivano da tutta Europa pittori e fotografi (è il periodo in cui si afferma l’uso delle cartoline illustrate), la piccola locanda cambia sede e diventa un albergo, dove si fermeranno personaggi come André Gide, Thomas Mann o Somerset Maugham. E il grande monastero viene trasformato nel Grand Hotel San Domenico, albergo tra i più famosi al mondo.

Corso Umberto è la strada principale: si snoda tra porta Messina, a nord, e porta Catania, a sud, e percorrerla è come viaggiare attraverso i secoli. Nel centro abitato sopravvivono edifici diversi. Il palazzo dei Duchi di Santo Stefano, per esempio, molto ben conservato, è di origine normanna, mentre il duomo di San Nicolò è rinascimentale. Edificio dall’architettura singolare è la Badia Vecchia, o Badiazza: di impianto normanno, apparteneva a un’importante famiglia della città; fu restaurato alla fine del Trecento e abbellito con finestre a bifora e merli a coda di rondine sul tetto. In piazza IX Aprile, punto panoramico, si affacciano la chiesa barocca di San Giorgio e la Torre dell’Orologio, ingresso al borgo in epoca medievale. Un luogo particolarmente significativo per notare l’accavallarsi di forme e stili è quella porzione di città vicino a porta Messina, dove si trova palazzo Corvaja. L’edificio comprende tre corpi che furono costruiti tra l’XI e il XV secolo, fra cui una torre araba, mentre l’ala destra venne realizzata nel Quattrocento per ospitare le riunioni del Parlamento siciliano. Di fianco, la chiesa secentesca di Santa Caterina, dove dietro si apre l’Odeon, di epoca imperiale, che ospita una parte di un teatro ellenistico.

Fuori dall’abitato, in posizione isolata e panoramica, il teatro, la cui scena è tra le meglio conservate fra quelli antichi in Italia. Viene denominato tradizionalmente ‘teatro greco’: in effetti fu edificato in epoca ellenistica, ma i Romani lo trasformarono completamente e lo modificarono. Molte parti, come il porticato a grandi pilastri che circondava la sommità della cavea, sono scomparse: in origine il teatro poteva ospitare oltre 5000 persone. I Greci vi rappresentavano spettacoli teatrali, mentre i Romani vi organizzavano giochi gladiatori. Oggi è sede di numerose manifestazioni, come ‘Taormina Arte’.

www.taormina-arte.com