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Una regione, due anime da bere

La Strada del vino del Molise

La Strada del vino del Molise

La Strada del vino del Molise si divide in due itinerari diversi che esprimono la doppia anima della regione: il primo descrive il volto marinaro, percorre il profilo della costa adriatica e ha come fulcro la città di Termoli, l’unico grande porto regionale. L’altro itinerario, invece, conduce alla scoperta dell’alto Molise tra colline votate a viticoltura, pastorizia e allevamento.

Sono queste dunque le due realtà regionali che si ritrovano anche a tavola in una cucina di terra, legata alla tradizione pastorale dei comuni dell’entroterra, dominata dal vino DOC Pentro di Isernia, e di mare da scoprire nei borghi e nelle città di pescatori, per assaggiare la DOC Biferno.

Si comincia quindi da Termoli, con il suo profilo caratterizzato da basse case di pescatori e da strette viuzze, circondato da antiche mura e raccolto intorno al castello quattrocentesco. Verso nord svetta la Torre Saracena, un tempo utilizzata per avvistare i pirati che minacciavano le coste italiane. Tra le specialità bisogna assaggiare i fusilli con sugo di rana pescatrice e il pesce San Pietro in umido.

Dopo Termoli la strada incontra il Lido di Campomarino, zona balneare rinomata per le ‘bandiere blu’, la qualità delle spiagge e l’accoglienza riservata ai turisti. In città vale la pena visitare la duecentesca chiesa di santa Maria a Mare per la sua cripta romana e gli affreschi quattrocenteschi. L’altra tappa dell’itinerario è Nuova Cliternia, con i vigneti che ricoprono i dolci pendii. La strada sale fino a San Martino in Pensilis, con il suo palazzo baronale, e confluisce nel tracciato storico del tratturo L’Aquila-Foggia.

Questa è la zona della valle del Biferno, che scende fino all’Adriatico tra i circa 380 ettari di vigneti. La tradizione vitivinicola qui è antichissima: venne introdotta da Fenici e Greci; addirittura una leggenda racconta che la città di Campomarino fu fondata da Diomede, eroe greco compagno di Ulisse.

La cittadina è famosa per una preparazione particolare della carne di maiale dalla quale si ottiene la pampanella, spolverizzata di peperoncino e conservata in grandi foglie di vite, pampinus, che spesso venivano utilizzate come piatto.

Si prosegue verso Portocannone, continuando fino a Guglionesi, passando sulla sponda sinistra del Biferno, attraverso pendii coperti di viti e ulivi: è questa la terra di produzione della DOC Biferno e Molise, prodotta in tutta la zona della provincia di Campobasso e lungo la fascia costiera. Sono previste tre tipologie: bianco, rosso e rosato; il più diffuso è il rosso, prodotto dalle uve Montepulciano, Aglianico e Trebbiano Toscano. Si tratta di un vino dal color rubino intenso, dal profumo di viola e ciliegia e dal sapore asciutto; ha corpo e carattere, le sue qualità vengono esaltate se fatto invecchiare per almeno otto anni; si abbina bene ad arrosti, carne sia bianca sia rossa, selvaggina e formaggi piccanti e maturi.

La strada forma un anello e ritorna a Termoli. Per scoprire le terre dell’alto Molise ci si sposta di qualche chilometro fino nella provincia di Isernia. La città è situata su uno su uno sperone roccioso circondato dal corso di due torrenti: il Sordo e il Càrpino, entrambi affluenti del Volturno. Da questi terreni alluvionali nascono le vigne della DOC Pentro di Isernia, prodotta nelle varietà bianco, rosso e rosato. Questo vino porta il nome dei Pentri, il popolo delle montagne, un ramo del più grande popolo dei Sanniti.

La strada dell’alto Molise parte da Pescolanciano, antico borgo medievale, e attraversa i centri votati a produzione vinicola. Da qui si sale verso Castelverrino, Agnone, Belmonte del Sannio e Poggio Sannita, a un’altezza che raggiunge gli 800 metri per sfruttare i versanti più soleggiati.

Il percorso segue il corso del Volturno, procede attraverso ripidi pendii, foreste scure e vigneti. Sulla cima di un rilievo sorge Colli al Volturno, vicino alla quale alcuni monaci dell’abbazia di San Vincenzo avevano eretto un baluardo a protezione dei propri possedimenti. A valle invece incontriamo Montaquila. Il fiume sbocca poi nella piana di Venafro, dove le sue acque alimentano le vaste estensioni di vigne.

Per provare i sapori dell’alto Molise, terra di pastorizia e allevamento, bisogna assaggiare i caciocavalli, dalla classica forma a pera, messi a stagionare appesi in coppia, le scamorze, e i salumi come la famosa ventricina. Tra i primi piatti vanno citati gli spaghetti alla chitarra, le laganelle e i cavatelli.

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