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Grotte, ville e giardini all'italiana

Il sistema delle ville medicee fiorentine patrimonio UNESCO

Il sistema delle ville medicee fiorentine patrimonio UNESCO

Un sito UNESCO per celebrare la famiglia dei Medici, che governò in Toscana dal Quattrocento fino al Settecento: sono 12 le ville e 2 i giardini che sono stati inscritti nel giugno 2013 nella lista del Patrimonio Mondiale. Immerse nel paesaggio toscano, queste architetture testimoniano l’influenza che i Medici ebbero nella cultura europea moderna, attraverso il mecenatismo e il supporto alle arti. Costruite fra il XV e il XVII secolo, le ville rappresentano un nuovo modo di vivere in armonia con la natura, coltivando al tempo stesso il piacere, le arti e la conoscenza. Le ville rappresentano una funzione innovativa, un nuovo concetto di residenza nobile che differisce sia dalle case di campagna dei ricchi fiorentini di quel periodo, sia dai castelli. Le ville dei Medici rappresentano il primo esempio del collegamento fra l’ambiente, i giardini, e il territorio circostante e divengono punto di riferimento per le altre residenze signorili che verranno costruite successivamente, in Italia e in Europa. I loro giardini, che verranno poi chiamati all’italiana, e l’integrazione con la natura circostante contribuirono al nuovo concetto di paesaggio tipico dell’Umanesimo e del Rinascimento.

I due giardini che fanno parte del sito sono il Giardino di Boboli a Firenze e il Giardino di Pratolino a Vaglia; le ville invece sono otto: Villa di Cafaggiolo (Barberino di Mugello), Villa Il Trebbio (San Piero a Sieve), Villa di Careggi, Villa di Castello, Villa La Petraia, Villa di Poggio Imperiale, Villa di Cerreto Guidi, Villa Medici di Fiesole, Villa di Poggio a Caiano (Prato), Villa di Artimino (Carmignano, Prato), Palazzo di Seravezza (Lucca) e Villa La Magia (Quarrata, Pistoia). I Medici non avevano origini nobili: divennero potenti grazie ai commerci e alle attività bancarie, fino a impadronirsi della signoria della città. Lorenzo il Magnifico (1443-1492) è senza dubbio tra i più famosi della famiglia; ad essa appartengono anche Giovanni delle Bande Nere (1498-1526), Caterina (1519-1589) che andò in sposa a Enrico II di Francia e Cosimo I, il primo granduca di Toscana.

Tra gli artefici più geniali di questi giardini all’italiana, caratterizzati da elementi artificiali (statue, fontane, viali, balconate, grotte) e naturali (piante e boschetti) furono Giuliano da Sangallo e il Buontalenti. Il Giardino di Boboli è adiacente a Palazzo Pitti: occupa una superficie collinare di 45.000 metri quadrati e ospita elementi e costruzioni di vario stile, dal manierista all’eclettico. La sua creazione avvenne a partire dal 1550, per opera di Bernardo Buontalenti, Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati. All’inizio del XVII secolo fu ulteriormente ampliato. Vi si incontrano molte fontane scenografiche, come la fontana dell’Oceano e quella di Nettuno, popolata da tritoni e sirene.

La grotta del Buontalenti, però, è forse uno degli elementi più straordinari: si tratta di una grotta artificiale edificata tra il 1583 e il 1588. All’interno si trovano tre ambienti: il primo è dominato da una grande scena pastorale, un’opera in stucco dove le figure sembrano emergere dalla materia bruta, mentre gli affreschi alle pareti illustrano animali selvatici, a metà tra realtà e fantasia. Nella seconda stanza è il gruppo marmoreo di Paride con Elena, mentre nella terza si trova la Venere del Giambologna, poggiata su un piedistallo a cui si aggrappano quattro satiri.

In questo mondo fantastico del giardino trovano spazio cipressi secolari, siepi di bosso e lecci, busti e grottesche, statue di ogni genere, come il Perseo a cavallo che esce dall’acqua, gruppi bizzarri come i giocatori del saccomazzone e quelli della pentolaccia; la fontana del Bacchino raffigura uno dei nani di corte di Cosimo I, Morgante, che nudo cavalca una grossa tartaruga, esemplare dello stile grottesco molto di moda tra Cinquecento e Seicento.

Il parco di villa Demidoff, a Pratolino, fu forse la più straordinaria realizzazione di giardino cinquecentesco; Francesco I incaricò il Buontalenti della realizzazione, che vi inserì fantasiose trovate e fontane monumentali; nell’Ottocento venne in gran parte trasformato in giardino romantico. Della struttura originale rimangono la peschiera, la grotta di Cupido, la fontana del Mugnone e l’incredibile fontana dell’Appennino.

www.cultura.toscana.it/architetture/giardini/firenze/parco_villa_demidoff.shtml
www.uffizi.firenze.it/musei/?m=boboli