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Meteora in Grecia: una bellezza che non svanisce mai

La visita ai monasteri ortodossi della Tessaglia è un must per tutti coloro che cercano un luogo dal fascino straordinario, magico e senza tempo

La visita ai monasteri ortodossi della Tessaglia è un must per tutti coloro che cercano un luogo dal fascino straordinario, magico e senza tempo

Pinnacoli di pietra, paesaggio irreale: siamo in Tessaglia, nel cuore della Grecia. Questo è Meteora, uno dei luoghi più incredibili che si possano immaginare. La natura, anche in questo caso, ha modellato la roccia di arenaria 60 milioni di anni fa. Il mare che copriva la regione, con il suo movimento, ha lavorato lentamente queste forme.

 
Alla magia della natura si è sommato nel corso dei secoli il lavoro dell’uomo: mimetizzati nella roccia, abbarbicati sui pinnacoli, ecco i monasteri, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1988

Ne furono costruiti 24, oggi solo 4 sono ancora abitati

L’origine del nome già preannuncia il luogo: ‘meteora’ infatti significa ‘che sta sospeso nell’aria’. È un luogo certamente da visitare: ricordate di verificare orari e ingressi, perché variano spesso. Non dimenticate neppure che sarete ospiti di un luogo sacro: portate un abbigliamento consono, quindi niente pantaloncini troppo corti o canottiere.

 
Fu il monaco Barnaba, prima del Mille, a scegliere uno dei pinnacoli come eremo. Accanto alla grotta che era la sua dimora arrivarono poi altri monaci e nel 1336 fu fondato il primo monastero Meteoron. Gli ambienti interni degli edifici sono affrescati con pitture cinquecentesche di ispirazione bizantina.
 
Uno dei monasteri più arditi è quello di Varlaam, appollaiato su una roccia a 373 m di altezza; la sua collocazione simboleggia la fragilità del tradizionale modo di vivere che potrebbe essere minacciato dall’estinzione. Insieme a questo, i monasteri dove vivono ancora i monaci ortodossi sono Aghios Stephanos, Aghia Trias e Meteoron.
 
I monasteri sono raggiungibili quasi esclusivamente salendo alcune centinaia di ripidi gradini scavati nella roccia. Non è subito chiaro capire in quale modo sia stato possibile costruire gli edifici: gli scalini e i sentieri infatti sono stati realizzati in tempi relativamente recenti. Probabilmente furono utilizzati dei sistemi di corde: oggi, comunque, esistono ancora argani e rudimentali seggiovie che raggiungono i monasteri.
 
Al sito UNESCO appartiene anche il paesaggio circostante: una vegetazione tipicamente mediterranea costituita da cipressi, pini d’Aleppo e querce spicca con il suo verde sugli austeri massi di arenaria. Nei dintorni i villaggi di Kastraka o Kalambaka sono ottime basi per l’alloggio.